GIM - Girovagando in Montagna in Trentino

ESCURSIONI IN MONTAGNA => Trentino Orientale => Escursioni estive in Trentino => Lagorai - Cima D'Asta - Rava => Topic aperto da: AGH - 14/08/2018 19:31

Titolo: [LAGORAI] Esplorazione selvaggia al Dos dale Laste m 1820
Inserito da: AGH - 14/08/2018 19:31
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Il piccolo paradiso di Malga Zisa

Esploro stavolta un versante poco conosciuto e a bassa quota sul versante nord del Lagorai: è la zona a monte del Lago di Stramentizzo, tra Fiemme e Valfloriana. Ho intenzione di salire fino a Malga Zisa e poi da lì procedere verso Malga Prati di Salice e quindi, se ce la faccio, raggiungere l’ignoto Dos dale Laste.

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Partenza dal Lago di Stramentizzo

Da una precedente escursione ai Zocchi Alti più a est, dove ero andato a cercare il cirmolo monumentale, mi ero reso che questo versante è molto vasto, a tratti labirintico, con zone bellissime, poco frequentate e con scarsissime indicazioni nell’intrico di strade forestali, mulattiere, sentieri non ufficiali, tracce varie. Un invito a nozze per me :)

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La prima parte si svolge su comode forestali...

La considero una specie di escursione di mega-orienteeering dove mettere a dura prova le proprie capacità di orientamento :). La prima parte non presenta difficoltà: parcheggio in una piazzola vicino a Maso Melae m 800 sulla riva sud del lago di Stramentizzo. Quindi a piedi per strada forestale raggiungo la magnifica radura di Malga Zisa m 1020, un vecchio edificio contadino in muratura di inizio 900. Poco distante, un laghetto con vegetazione lussureggiante (e grossi pesci!) rende il posto un piccolo paradiso.

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Strada forestale
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Malga Zisa

Dopo le solite foto di rito mi rimetto in cammino, districandomi per i molti bivi della strada forestale. Il gps del cellulare è un grandissimo aiuto: ho scaricato due mappe, la Kompass e la Umaps, una riporta cose che manca all’altra e quindi saltabecco da una carta l’altra.
Raggiungo il bel Baito Vecio m 1462 in una radura, un posto molto bello, peccato che sia chiuso. Per tratti di forestale e “scortarole” (scorciatoie) non segnate, raggiungo anche Malga Prati del Salice 1548, altro posto bellissimo: una grande radura con alti larici radi, nei prati bazzicano dei cavalli in libertà.

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La forestale che porta facilmente a Malga Zisa
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Una prima baita
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Le strade forestali sono molto belle e ombrose
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Iniziano le salite
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Il Baito Vecio

Gli equini appena mi vedono mi vengono incontro decisi, non è chiaro se con intento benevolo o meno. Io scantono e mi tengo a distanza di sicurezza. Raggiungo i due masi su una altura, che posto magnifico! Una baita è ristrutturata e chiusa a chiave, l’altra invece, decisamente antica, è aperta, dentro ci sono due grandi pagliericci (?), e un focolare fatto con pietre messe in circolo. il tetto coperto di scandole (tegole di legno larice) ha una apertura per far uscire il fumo.

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Provo a tagliare i tornanti delle forestali per delle "scortarole" che però spesso si perdono
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Uno dei rari squarci verso il fondovalle di Fiemme: sullo sfondo il Corno Nero
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Eccomi alla Malga Prati dei Salici
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Serratura d'un tempo
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L'interno coi grandi pagliericci
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Malga Prati dei Salici
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Il baitello

Proseguo ora per cercare il traversone verso il Dos dale Laste: lo trovo subito, è quasi uno stradello ben segnato con tanto di massicciate, che però dopo un km verso nord sparisce letteralmente nel nulla. La zona è dirupata e molto ripida quindi torno indietro con le pive nel sacco. Seguo allora la forestale verso sud con l’idea di andare a vedere la radura di Gazol m 1680l, ma anche stavolta la forestale dopo un bivio termina improvvisamente. Proseguo allora fuori traccia cercando di andare a intuito e sfruttando le zone boscose rade che sono più camminabili. Mi rendo ben presto  conto di essere capitato nel Biotopo della Zona Umida di Valfloriana.

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La radura di Gazoll con le baite

E’ un eccezionale complesso di torbiere con una flora e vegetazione molto rare distribuito su una vasta zona boscosa. Un biotopo di vitale importanza per la riproduzione di molte specie di anfibi e rettili, nonché di interesse ornitologico per la presenza di specie tipiche dell'avifauna alpina. E’ una specie di labirinto di boschi alternati a radure e torbiere, pozze d’acqua, acquitrini, boscaglie, una specie di paradiso terrestre in cui però è estremamente difficile orientarsi. Per fortuna ho il gps del cello altrimenti sarebbe veramente dura capire dove si sta andando.

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Si vaga quasi a caso nei boschi, senza vendere nulla intorno, evitando le zone acquitrinose

Le torbiere ospitano un gran numero di specie vegetali rare, tra cui Drosera intermedia, Vaccinium oxycoccus e Carex pauciflora che possono essere considerati relitti glaciali. Ricchissima è la fauna vertebrata, che comprende tra gli uccelli il gallo cedrone (Tetrao urogallus) e il gallo forcello (Tetrao tetrix). Tra i mammiferi qui c’è l'unico branco di camosci (Rupicapra rupicapra ) autoctoni di questa porzione del Lagorai. La zona è anche uno dei “campi d'amore” più importante per i cervi (Cervus elaphus).

Dopo un ravanamento a naso trovo una via d’uscita verso la radura di Gazoll dove ci sono due baite, qui mi fermo per una sosta per mangiare e rifiatare. Dopo la pausa pranzo riparto deciso a raggiungere il Dos dale Laste ma anche stavolta il sentiero che avevo trovato e che pareva ben segnato, a un certo punto svanisce nel nulla. Riprendo a ravanare nella boscaglia, quindi attraverso una zona disboscata dove l’erba è cresciuta alta un metro e devo camminare con attenzione perché il fondo è pieno di buchi e ramaglie, forse anche di vipere. Anche in questo caso San Gps si rivela una manna. Riesco finalmente a guadagnare una specie di dorsale rocciosa nel bosco (le laste, suppongo) dove posso procedere meno faticosamente anche se con molti saliscendi. La seguo a lungo fino ad arrivare, finalmente, a quella che dovrebbe essere la Cima Dos dale Laste: il gps segna 1820 metri, ma non c’è verso di sapere se quella è davvero la cima perché tutta la zona è boscosa.

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La cima (presunta) Dos dale Laste, se le mappe sono giuste, col gps la cima è esattamente qui
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Una delle tante pozze d'acqua, questa però è a secco
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Sentiero incerto
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Una delle tante baite sparse nelle radure

Nel tragitto ho trovato anche parecchi finferli di cui ovviamente ho fatto incetta. Mi fermo per fare il punto della situazione: ora devo uscire da quella specie di jungla. Procedo col gps alla mano ma avanzo soprattutto a naso, perché devo evitare gli acquitrini e le boscaglie più fitte. Trovo vaghe tracce che provo a seguire qui e là ma poi si perdono spesso: forse tracce di cacciatori (ho visto molti capanni) o anche tracce di animali.

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Uno dei tanti capanni nella foresta

Riesco a intercettare il sentiero n 10 che scende verso la frazione di Dorà. Una discesa eterna che già conosco ma che mi permette di evitare i labirinti negli acquitrini. A quota 1400 sarei tentato di provare a rientrare verso Zisa ma poi decido di allungare fino a Dorà m 1097, e da lì raggiungere la piccola frazione di Palù m 1095.

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Baite nella discesa verso Dorà
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Baitone bellissimo
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Arrrivato a Dorà dopo eterna discesa, per strada arrivo fino alla piccola frazione di Palù
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La baita degli alpini affacciata sulla Val Pradicella

Qui mi inoltro per la ignota val Pradicella, la strada però finisce presto e diventa un angusto sentiero nella boscaglia fitta che traversa l’impluvio e poi lungamente per il costone boscoso in leggera discesa fino a Maso Ronco m 830. Ero praticamente arrivato sulla riva di Stramentizzo ma poi, per evitare la strada provinciale, ho avuto a la brillante idea di proseguire in quota per una strada forestale, ignorando bellamente i cartelli di “strada chiusa”.

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La strada forestale che scende verso Stramentizzo
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Avvisto il lago di Stramentizzo

Grave errore: la forestale è franata in più punti, la sede stradale a tratti è volata letteralmente di sotto. Riesco a passare e a proseguire ma l’ultimo traversone è da incubo: la vegetazione si è inghiottita completamente la forestale ora invasa da piante, cespugli di ogni tipo, erba alta al petto, ontani, cardi spinosi, ortiche.

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Lago di Stramentizzo, pensavo di essere quasi arrivato invece...
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Uno dei tratti crollati, la forestale non c'è più e bisogna traversare scarpate di terra ripide
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Stramentizzo
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La vecchia forestale mangiata dalla vegetazione

Mentre bestemmio avanzando a fatica, conto mentalmente quante decine di zecche mi ritroverò sulle gambe. Dopo una ravanata bestiale arrivo finalmente dall’alta parte: ho dubitato varie di volte di riuscire a passare ma alla fine l’ho spuntata, anche perché non avevo nessuna voglia di tornare indietro. Sono quelle cose che si fanno una sola volta nella vita. Tutto è bene quel che finisce bene: ho esplorato zone nuove, ho visto un bellissimo biotopo e alla fine ho fatto un giro ad anello di tutto rispetto. Sviluppo km 26,5, dislivello circa 1100 m contando i vari saliscendi e ravanamenti.

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Il percorso
Titolo: Re:[LAGORAI] Esplorazione selvaggia al Dos dale Laste m 1820
Inserito da: simonegirar - 14/08/2018 19:47
La frase "conto mentalmente quante decine di zecche mi ritroverò sulle gambe", nn ha avuto il suo completo resoconto, quindi, prese o no?

Ps, bel giretto.
Titolo: Re:[LAGORAI] Esplorazione selvaggia al Dos dale Laste m 1820
Inserito da: AGH - 14/08/2018 20:22
La frase "conto mentalmente quante decine di zecche mi ritroverò sulle gambe", nn ha avuto il suo completo resoconto, quindi, prese o no?
Ps, bel giretto.

incredibilmente, neppure una :)