Autore Topic: [LAGORAI] Esplorazione selvaggia al Dos dale Laste m 1820  (Letto 4243 volte)

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Il piccolo paradiso di Malga Zisa

Esploro stavolta un versante poco conosciuto e a bassa quota sul versante nord del Lagorai: è la zona a monte del Lago di Stramentizzo, tra Fiemme e Valfloriana. Ho intenzione di salire fino a Malga Zisa e poi da lì procedere verso Malga Prati di Salice e quindi, se ce la faccio, raggiungere l’ignoto Dos dale Laste.


Partenza dal Lago di Stramentizzo

Da una precedente escursione ai Zocchi Alti più a est, dove ero andato a cercare il cirmolo monumentale, mi ero reso che questo versante è molto vasto, a tratti labirintico, con zone bellissime, poco frequentate e con scarsissime indicazioni nell’intrico di strade forestali, mulattiere, sentieri non ufficiali, tracce varie. Un invito a nozze per me :)


La prima parte si svolge su comode forestali...

La considero una specie di escursione di mega-orienteeering dove mettere a dura prova le proprie capacità di orientamento :). La prima parte non presenta difficoltà: parcheggio in una piazzola vicino a Maso Melae m 800 sulla riva sud del lago di Stramentizzo. Quindi a piedi per strada forestale raggiungo la magnifica radura di Malga Zisa m 1020, un vecchio edificio contadino in muratura di inizio 900. Poco distante, un laghetto con vegetazione lussureggiante (e grossi pesci!) rende il posto un piccolo paradiso.


Strada forestale

Malga Zisa

Dopo le solite foto di rito mi rimetto in cammino, districandomi per i molti bivi della strada forestale. Il gps del cellulare è un grandissimo aiuto: ho scaricato due mappe, la Kompass e la Umaps, una riporta cose che manca all’altra e quindi saltabecco da una carta l’altra.
Raggiungo il bel Baito Vecio m 1462 in una radura, un posto molto bello, peccato che sia chiuso. Per tratti di forestale e “scortarole” (scorciatoie) non segnate, raggiungo anche Malga Prati del Salice 1548, altro posto bellissimo: una grande radura con alti larici radi, nei prati bazzicano dei cavalli in libertà.


La forestale che porta facilmente a Malga Zisa

Una prima baita

Le strade forestali sono molto belle e ombrose

Iniziano le salite

Il Baito Vecio

Gli equini appena mi vedono mi vengono incontro decisi, non è chiaro se con intento benevolo o meno. Io scantono e mi tengo a distanza di sicurezza. Raggiungo i due masi su una altura, che posto magnifico! Una baita è ristrutturata e chiusa a chiave, l’altra invece, decisamente antica, è aperta, dentro ci sono due grandi pagliericci (?), e un focolare fatto con pietre messe in circolo. il tetto coperto di scandole (tegole di legno larice) ha una apertura per far uscire il fumo.


Provo a tagliare i tornanti delle forestali per delle "scortarole" che però spesso si perdono

Uno dei rari squarci verso il fondovalle di Fiemme: sullo sfondo il Corno Nero

Eccomi alla Malga Prati dei Salici

Serratura d'un tempo

L'interno coi grandi pagliericci

Malga Prati dei Salici

Il baitello

Proseguo ora per cercare il traversone verso il Dos dale Laste: lo trovo subito, è quasi uno stradello ben segnato con tanto di massicciate, che però dopo un km verso nord sparisce letteralmente nel nulla. La zona è dirupata e molto ripida quindi torno indietro con le pive nel sacco. Seguo allora la forestale verso sud con l’idea di andare a vedere la radura di Gazol m 1680l, ma anche stavolta la forestale dopo un bivio termina improvvisamente. Proseguo allora fuori traccia cercando di andare a intuito e sfruttando le zone boscose rade che sono più camminabili. Mi rendo ben presto  conto di essere capitato nel Biotopo della Zona Umida di Valfloriana.


La radura di Gazoll con le baite

E’ un eccezionale complesso di torbiere con una flora e vegetazione molto rare distribuito su una vasta zona boscosa. Un biotopo di vitale importanza per la riproduzione di molte specie di anfibi e rettili, nonché di interesse ornitologico per la presenza di specie tipiche dell'avifauna alpina. E’ una specie di labirinto di boschi alternati a radure e torbiere, pozze d’acqua, acquitrini, boscaglie, una specie di paradiso terrestre in cui però è estremamente difficile orientarsi. Per fortuna ho il gps del cello altrimenti sarebbe veramente dura capire dove si sta andando.


Si vaga quasi a caso nei boschi, senza vendere nulla intorno, evitando le zone acquitrinose

Le torbiere ospitano un gran numero di specie vegetali rare, tra cui Drosera intermedia, Vaccinium oxycoccus e Carex pauciflora che possono essere considerati relitti glaciali. Ricchissima è la fauna vertebrata, che comprende tra gli uccelli il gallo cedrone (Tetrao urogallus) e il gallo forcello (Tetrao tetrix). Tra i mammiferi qui c’è l'unico branco di camosci (Rupicapra rupicapra ) autoctoni di questa porzione del Lagorai. La zona è anche uno dei “campi d'amore” più importante per i cervi (Cervus elaphus).

Dopo un ravanamento a naso trovo una via d’uscita verso la radura di Gazoll dove ci sono due baite, qui mi fermo per una sosta per mangiare e rifiatare. Dopo la pausa pranzo riparto deciso a raggiungere il Dos dale Laste ma anche stavolta il sentiero che avevo trovato e che pareva ben segnato, a un certo punto svanisce nel nulla. Riprendo a ravanare nella boscaglia, quindi attraverso una zona disboscata dove l’erba è cresciuta alta un metro e devo camminare con attenzione perché il fondo è pieno di buchi e ramaglie, forse anche di vipere. Anche in questo caso San Gps si rivela una manna. Riesco finalmente a guadagnare una specie di dorsale rocciosa nel bosco (le laste, suppongo) dove posso procedere meno faticosamente anche se con molti saliscendi. La seguo a lungo fino ad arrivare, finalmente, a quella che dovrebbe essere la Cima Dos dale Laste: il gps segna 1820 metri, ma non c’è verso di sapere se quella è davvero la cima perché tutta la zona è boscosa.


La cima (presunta) Dos dale Laste, se le mappe sono giuste, col gps la cima è esattamente qui

Una delle tante pozze d'acqua, questa però è a secco

Sentiero incerto

Una delle tante baite sparse nelle radure

Nel tragitto ho trovato anche parecchi finferli di cui ovviamente ho fatto incetta. Mi fermo per fare il punto della situazione: ora devo uscire da quella specie di jungla. Procedo col gps alla mano ma avanzo soprattutto a naso, perché devo evitare gli acquitrini e le boscaglie più fitte. Trovo vaghe tracce che provo a seguire qui e là ma poi si perdono spesso: forse tracce di cacciatori (ho visto molti capanni) o anche tracce di animali.


Uno dei tanti capanni nella foresta

Riesco a intercettare il sentiero n 10 che scende verso la frazione di Dorà. Una discesa eterna che già conosco ma che mi permette di evitare i labirinti negli acquitrini. A quota 1400 sarei tentato di provare a rientrare verso Zisa ma poi decido di allungare fino a Dorà m 1097, e da lì raggiungere la piccola frazione di Palù m 1095.


Baite nella discesa verso Dorà

Baitone bellissimo

Arrrivato a Dorà dopo eterna discesa, per strada arrivo fino alla piccola frazione di Palù

La baita degli alpini affacciata sulla Val Pradicella

Qui mi inoltro per la ignota val Pradicella, la strada però finisce presto e diventa un angusto sentiero nella boscaglia fitta che traversa l’impluvio e poi lungamente per il costone boscoso in leggera discesa fino a Maso Ronco m 830. Ero praticamente arrivato sulla riva di Stramentizzo ma poi, per evitare la strada provinciale, ho avuto a la brillante idea di proseguire in quota per una strada forestale, ignorando bellamente i cartelli di “strada chiusa”.


La strada forestale che scende verso Stramentizzo

Avvisto il lago di Stramentizzo

Grave errore: la forestale è franata in più punti, la sede stradale a tratti è volata letteralmente di sotto. Riesco a passare e a proseguire ma l’ultimo traversone è da incubo: la vegetazione si è inghiottita completamente la forestale ora invasa da piante, cespugli di ogni tipo, erba alta al petto, ontani, cardi spinosi, ortiche.


Lago di Stramentizzo, pensavo di essere quasi arrivato invece...

Uno dei tratti crollati, la forestale non c'è più e bisogna traversare scarpate di terra ripide

Stramentizzo

La vecchia forestale mangiata dalla vegetazione

Mentre bestemmio avanzando a fatica, conto mentalmente quante decine di zecche mi ritroverò sulle gambe. Dopo una ravanata bestiale arrivo finalmente dall’alta parte: ho dubitato varie di volte di riuscire a passare ma alla fine l’ho spuntata, anche perché non avevo nessuna voglia di tornare indietro. Sono quelle cose che si fanno una sola volta nella vita. Tutto è bene quel che finisce bene: ho esplorato zone nuove, ho visto un bellissimo biotopo e alla fine ho fatto un giro ad anello di tutto rispetto. Sviluppo km 26,5, dislivello circa 1100 m contando i vari saliscendi e ravanamenti.


Il percorso
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Offline simonegirar

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Re:[LAGORAI] Esplorazione selvaggia al Dos dale Laste m 1820
« Risposta #1 il: 14/08/2018 19:47 »
La frase "conto mentalmente quante decine di zecche mi ritroverò sulle gambe", nn ha avuto il suo completo resoconto, quindi, prese o no?

Ps, bel giretto.
Libero come il software che uso.

Offline AGH

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Re:[LAGORAI] Esplorazione selvaggia al Dos dale Laste m 1820
« Risposta #2 il: 14/08/2018 20:22 »
La frase "conto mentalmente quante decine di zecche mi ritroverò sulle gambe", nn ha avuto il suo completo resoconto, quindi, prese o no?
Ps, bel giretto.

incredibilmente, neppure una :)
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