In vetta al M. Cogne, sullo sfondo Pala delle Buse e Fregasoga
Dopo
due mesi di fermo forzato per il maledetto Coronavirus, finalmente posso concedermi una escursione come dio comanda.
Parto a piedi direttamente da casa, l’idea è di provare a salire fino in vetta al
bellissimo M. Cogne 2171. Mi sembra di essere fermo da un anno... Per sentieri secondari che conosco a menadito mi alzo rapidamente di quota e arrivo alla salita finale nel bosco che da
Malga Vasoni bassa porta a
Malga Vasoni Alta 1973. Due zone di schianti, credo post Vaia, hanno reso il sentiero impraticabile ma per fortuna sono brevi tratti che si possono aggirare senza troppe difficoltà.
Partenza, sentieri selciati, loc. Salare, cascata sul Rio Brusago
Con calma ma in una unica tirata faccio 800 metri di dislivello fino a
Malga Vasoni Alta 1973: la gamba è ancora piuttosto buona, meglio del previsto. Credevo di trovare “il mondo” alla malga, invece c’è il deserto. Mi fermo per sosta panini e per valutare la situazione per salire alla cima:
vedo il crestone in alto con una cornice di neve notevole. Di sicuro devo provare a salire per il ripido versante sud, dove il terreno è in buona parte libero da neve, invece abbondante appena si gira sui versanti non esposti al sole.
Arriva da sopra una giovane coppia a cui chiedo subito info:
hanno provato a salire a Passo Mirafiori ma hanno dovuto tornare scornati per la neve e per gli schianti, un vero disastro, mi dicono. Come avevo previsto, devo provare a salire da sud e cercare di prendere la dorsale se voglio arrivare in cima. Parto e
provo a prendere il sentiero che passa a mezza costa sotto il Cogne, con l’intenzione di andare un po’ verso Cimatti e poi trovare una via di salita libera da neve. Dopo un centinaio di metri però trovo
decine di schianti, impossibile procedere. Provo allora a
salire su dritto per il bosco ripido, cercando di evitare i salti di roccia e i molti alberi caduti. Nel bosco trovo anche
ampie chiazze di neve: dura come il cemento verso il sole, pappa molle sul lato opposto dove si sfonda fino al culo. Un tormento.
Vista verso l'Altopiano di Piné coi laghi di Piazze e Serraia
Eccomi in vetta!
Malga Vasoni Alta
Cerco di togliermi presto da quel macello, cercando di indovinare la via
sfruttando le poche radure nel bosco fitto, ma non è facile. Dopo una mezz’oretta di strenua lotta con l’Alpe e ravanamenti vari,
mi sposto un po’ verso est e imbrocco finalmente una dorsalotta senza neve che mi porta bello bello fino alla croce di vetta. Ce l’ho fatta! E’ stato meno rognoso di come sembrava all’inizio, sono molto soddisfatto e neppure stanco.
Dalla vetta verso il Brenta
Il panorama è spettacolare, nel cielo poche nuvole e un sole splendente. C’è ancora tantissima neve in quota, prima di un mese impossibile pensare di andare più in quota a escursionare. Faccio un’altra sosta per tirare un attimo il fatto e decidere da dove scendere per fare po’ di foto. Magnifiche come sempre le viste su
Fregasoga,
Pala delle Buse,
Rujoch e verso l’
Altopiano di Piné dove spiccano
i due laghi di Piazze e Serraia.
Provo a scendere verso Cimatti, tenendomi sotto la dorsale dove non c’è neve che rompe le scatole.
Discesa sotto Cimatti cercando di evitare la neve... sullo sfondo il Rujoch
Inizialmente volevo scendere da Camorè ma diventa troppo lunga, quindi
a Cima Frattoni provo a scendere di quota per intercettare il sentiero che passa sotto. Lo raggiungo ma poi
non trovo la deviazione che cala di quota per via dei molti schianti. Alla fine taglio giù per il bosco a panza, sperando di non infognarmi. Il pendio è molto ripido e le molte piante abbattute obbligano a giri tortuosi, il terreno è scivoloso per le chiazze di neve, le macchie di rododendro, l’erba secca o bagnata. Una discesa faticosa dove bisogna stare attenti a non scivolare.
Vista verso il Rujoch
Scendo verso Cimatti
Ultimo sguardo su Piné
I ruderi dell'antica Malga de le Salare sotto Frattoni
Dopo un po’ ne ho abbastanza e allora decido di abbreviare l’agonia
scendere direttamente per la dorsale, per fortuna meno flagellata dagli schianti man mano che mi abbasso di quota. Dopo un duro ravanamento raggiungo finalmente la forestale più in basso.
Scendo ancora a rotta di collo per il bellissimo e magico Bosco Reverso per varie tracce che per fortuna conosco bene e che mi riportano fin sopra a casa che sono le 20.20, ancora un volta sano e salvo.
Da Frattoni sguardo verso Corno Nero, Lavazè, Pala di Santa, Latemar
Sguardo indietro verso il Cogne e il Fregasoga sullo sfondo
Ravanaggio hard fuori sentiero, qui il bosco è anche bello ma sopra era un incubo di schianti...
Discesa per il Bosco Reverso
Ultime luci prima di calare a casa
Finalmente una escursione di un’intera giornata come non ne facevo da tempo. La forma sembra ancora buona nonostante il fermo forzato, grosso modo è quella di prima, e questa è francamente la notizia più lieta
. Dislivello circa 1000 metri, sviluppo 15 km.
Il percorso