Autore Topic: [LAGORAI] La frazione abbandonata delle Laite per mulattiere e castagni secolari  (Letto 8201 volte)

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Offline AGH

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La frazione abbandonata delle Laite, con la caratteristica chiesetta

Progettiamo, visto il tempo incerto, un giro ad anello a bassa quota nei dintorni di casa qui sull’Altopiano di Piné. Girovagando sulle varie mappe scopro l’esistenza di una frazione fantasma, le Laite, urge subito andare a vedere. Partiamo da Bedollo m 1100, dai pressi della pittoresca casa piena di attrezzi sul tornante della strada che sale alla Baita Alpina.


La partenza presso la pittoresca casa zeppa di attrezzi contadini sulla facciata

Prendiamo la stradella forestale che scende verso Quaras, ma al bivio col 406B noi continuiamo a scendere col sentiero 406 fino alla radura del bel Maso dei Saili, che giace nella più completa solitudine. Scendiamo ancora per il vecchio sentiero selciato, che un tempo doveva essere ben più frequentato e che ora invece giace nel totale abbandono, ostruito da numerose grosse piante che sono crollate, che bisogna scavalcare faticosamente.


Maso dei Saili

Molti schianti sul vecchio sentiero che bisogna scavalcare, non sempre agevolmente

Troviamo dei ruderi misteriosi di un gruppo di case, di cui non abbiamo alcuna notizia utile. Scendiamo ancora e dopo una curva restiamo senza parole: dei secolari castagni abbandonati fiancheggiano il sentiero malmesso. Uno è veramente maestoso, sia pure lasciato al suo destino di deperimento per assenza di cure (il castagno ha bisogno di cure assidue e soprattutto di luce e un sottobosco ben pulito).


Gigantesco castagno abbandonato

Da sotto è un vero colosso

Lungo il sentiero altri grossi castagni

L'antico sentiero selciato che scende verso Laite

Laite con la chiesetta e la fontana, nel fitto del bosco si distinguono i ruderi

Ci assale un po’ di mestizia per un altro angolo di civiltà contadina inesorabilmente perduto. Continuiamo a seguire il sentiero e caliamo di quota fino alla radura coi ruderi delle Laite m 858, un gruppetto di case totalmente in rovina. Si salva solo una piccola chiesetta, mantenuta evidentemente da qualcuno. Il luogo ha un certo fascino, anche qui ci sforziamo di immaginare come fosse questa microscopica frazione, chi ci abitasse e cosa facesse, probabilmente famiglie contadine, ma va’ a sapere.


Le case in rovina

Tutti i tetti sono crollati, resistono i muri perimetrali

Una vecchia portella della stufa

Tutto è in triste rovina...

La vecchia cucina: chissà quanta gente si è preparata da mangiare qui...

Desolazione e rovine: tuttavia la natura si riprende i suoi spazi

Io mi avventuro tra le rovine con qualche preoccupazione, perché tutto appare assai precario, per fare qualche foto... Trovo delle stanze coi muri di assi e paglia, un portello di una stufa, la vecchia cucina, qualche suppellettile è ancora appeso alle pareti… I tetti sono tutti crollati e dentro i locali cresce rigogliosa la vegetazione tra le macerie.


Tutto sfasciato dal trascorrere impietoso del tempo

I fabbricati erano di discrete dimensioni e altezza...

Nella chiesetta c'è l'immaginetta di questa persona: ignoriamo chi sia

Abbandoniamo le Laite ripromettendoci di cercare qualche ulteriore informazione. Raggiungiamo la strada delle Strente sottostante, seguendo la quale per un breve tratto raggiungiamo l'imbocco della valletta che porta alla Cascata del Lupo, sempre bella da vedere anche se vista ormai mille volte. Dei forti tuoni ci inducono ad accelerare il passo.


Eccoci alla Cascata del Lupo

Con orrore vediamo che gli alberi della valletta che sale verso i Marteri sono tutti martellati: saranno tagliati, ma perché? Si rovinerà anche questo splendido angolo dell’Altopiano per lasciare il posto a sterpaglie assolate al posto del bosco ombroso e della valletta che donava frescura :( Veramente incomprensibile.


La bellezza della cascata del Lupo

L'orrore: tutte le piante nella forra della cascata del Lupo sono martellate, verranno tagliate :(((

Con tracce di sentiero saliamo verso Marteri e quindi con un traversone ripigliamo la forestale fatta all’andata, con la quale torniamo alla macchina. Un altro bel giro “esplorativo” che ci ha fatto scoprire un angolo di Piné credo sconosciuto ai più. Incredibilmente questo percorso così interessante, facile e poco impegnativo, non è proposto da nessuno. Sviluppo circa 10 km, dislivello circa 300-400 metri.


Rieccoci a Bedollo, giusto in tempo per il tramonto...
« Ultima modifica: 27/01/2020 08:37 da AGH »
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Offline kobang

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Si potrebbe dire che non tutto il...maltempo vien per nuocere,visto che stimola quelle che io chiamo "esplorazioni di prossimità".
Spesso queste uscite regalano scoperte ed emozioni inaspettate.

Offline AGH

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Si potrebbe dire che non tutto il...maltempo vien per nuocere,visto che stimola quelle che io chiamo "esplorazioni di prossimità".
Spesso queste uscite regalano scoperte ed emozioni inaspettate.

senza dubbio, non occorre andare troppo lontani a volte: basta esplorare le carte per trovare sempre nuovi spunti interessanti... :)
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Offline simonegirar

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In un certo senso, per paradosso, il bosco protegge antichi saperi.
Libero come il software che uso.

Offline Alex Bear

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   L'orrore: tutte le piante nella forra della cascata del Lupo sono martellate, verranno tagliate :(((
       

Che tu sappia Agh, ma perchè?  Orrore è ancora poco... :(

Offline AGH

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Che tu sappia Agh, ma perchè?  Orrore è ancora poco... :(

non ne ho idea, per far legna suppongo :(
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Offline Alex Bear

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non ne ho idea, per far legna suppongo :(
Ok, grazie

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Offline bandurko

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Nella chiesetta c'è l'immaginetta di questa persona: ignoriamo chi sia

Ho indagato un po' non essendomi quel volto completamente sconosciuto: si tratta di don Angelo Cadrobbi, prete a Brusago fino a circa dieci anni fa.
Purtroppo non sono riuscita a sapere se la sua immagine conservata li avesse un nesso con la sua attività sacerdotale o se magari fosse originario di quella frazione.


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Offline AGH

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Ho indagato un po' non essendomi quel volto completamente sconosciuto: si tratta di don Angelo Cadrobbi, prete a Brusago fino a circa dieci anni fa. Purtroppo non sono riuscita a sapere se la sua immagine conservata li avesse un nesso con la sua attività sacerdotale o se magari fosse originario di quella frazione.

grazie, come hai fatto a scoprirlo? :)
Sei riuscito anche a trovare notizie di Laite? Online non si trova nulla....
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Offline bandurko

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grazie, come hai fatto a scoprirlo? :)
Sei riuscito anche a trovare notizie di Laite? Online non si trova nulla....
Don Angelo Cadrobbi è sepolto nel cimitero di Baselga di Pinè poco distante da mio suocero e sulla lapide c'è la stessa foto. Non mi ero mai soffermato sul suo nome ma il volto me lo ricordavo. Ho chiesto al ramo pinaitro della mia famiglia e mi hanno dato qualche informazione su di lui. Dell'esistenza della  frazione di Laite ero invece completamente all'oscuro.
Apprezzo molto il tuo lavoro di saper far uscire dall'oblio, anche solo per qualche momento, questi luoghi non lontani nello spazio e nel tempo ma di cui abbiamo perso ogni traccia.

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Offline AGH

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Don Angelo Cadrobbi è sepolto nel cimitero di Baselga di Pinè poco distante da mio suocero e sulla lapide c'è la stessa foto. Non mi ero mai soffermato sul suo nome ma il volto me lo ricordavo. Ho chiesto al ramo pinaitro della mia famiglia e mi hanno dato qualche informazione su di lui. Dell'esistenza della  frazione di Laite ero invece completamente all'oscuro.
Apprezzo molto il tuo lavoro di saper far uscire dall'oblio, anche solo per qualche momento, questi luoghi non lontani nello spazio e nel tempo ma di cui abbiamo perso ogni traccia.

grazie delle info. Mi sorprende, ma non troppo, che basti una sola generazione per dimenticare buona parte delle proprie origini... :(
Del resto, pensando anche ai miei nonni, mi rendo conto di non saperne quasi nulla... Tra l'altro è venuto fuori su FB che il maso delle Laite era la casa paterna dell'attuale sindaco di Bedollo!  ;D

Scrive infatti Francesco Fantini, che non conosco e che immagino abbia visto la mia relazione per caso:

Citazione
"Questo è il maso di origine paterna della mia famiglia. Qui fu ospitato per qualche anno in tenera età assieme ai mie avi adottatati (che hanno portato il cognome Fantini nella mia zona) San Joshep Cottolengo, fondatore del famoso ospedale di Torino"

Voilà, sarebbe giù una bella storia da raccontare... Gli ho replicato:

Citazione
"Sindaco, il sentiero e i luoghi sono molto belli, basterebbe ripulirli un po', togliere gli schianti, mettere qualche tabella informativa, sarebbe una passeggiata istruttiva per tanti, uno spaccato sulla vita rurale di un tempo... Tra l'altro sarebbe anche un sentiero Sat... strano che sia lasciato in quello stato. Con poca spesa verrebbe fuori una bel percorso-passeggiata anche per i turisti... ma qualche info bisogna darla... altrimenti va tutto in malora ed è un peccato mortale. Bellissimo anche il sentiero coi grandi castagni".

Ma immagino che le mie siano, come al solito, parole al vento. Perché al solito non ci saranno soldi, o non importerà niente a nessuno... :(
« Ultima modifica: 08/08/2018 07:21 da AGH »
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