La frazione abbandonata delle Laite, con la caratteristica chiesetta
Progettiamo, visto il tempo incerto, un giro ad anello a bassa quota nei dintorni di casa qui sull’
Altopiano di Piné. Girovagando sulle varie mappe scopro l’esistenza di una frazione fantasma,
le Laite, urge subito andare a vedere.
Partiamo da Bedollo m 1100, dai pressi della pittoresca
casa piena di attrezzi sul tornante della strada che sale alla Baita Alpina.
La partenza presso la pittoresca casa zeppa di attrezzi contadini sulla facciata
Prendiamo la
stradella forestale che scende verso Quaras, ma al
bivio col 406B noi continuiamo a
scendere col sentiero 406 fino alla radura del bel
Maso dei Saili, che giace nella più completa solitudine. Scendiamo ancora per il vecchio sentiero selciato, che un tempo doveva essere ben più frequentato e che ora invece giace nel totale abbandono, ostruito da
numerose grosse piante che sono crollate, che bisogna scavalcare faticosamente.
Maso dei Saili
Molti schianti sul vecchio sentiero che bisogna scavalcare, non sempre agevolmente
Troviamo dei ruderi misteriosi di un gruppo di case, di cui non abbiamo alcuna notizia utile. Scendiamo ancora e dopo una curva restiamo senza parole: dei
secolari castagni abbandonati fiancheggiano il sentiero malmesso.
Uno è veramente maestoso, sia pure lasciato al suo destino di deperimento per assenza di cure (il castagno ha bisogno di cure assidue e soprattutto di luce e un sottobosco ben pulito).
Gigantesco castagno abbandonato
Da sotto è un vero colosso
Lungo il sentiero altri grossi castagni
L'antico sentiero selciato che scende verso Laite
Laite con la chiesetta e la fontana, nel fitto del bosco si distinguono i ruderi
Ci assale un po’ di mestizia per un altro angolo di civiltà contadina inesorabilmente perduto. Continuiamo a seguire il sentiero e caliamo di quota fino alla radura coi
ruderi delle Laite m 858, un gruppetto di case totalmente in rovina. Si salva solo una piccola chiesetta, mantenuta evidentemente da qualcuno. Il luogo ha un certo fascino, anche qui ci sforziamo di immaginare come fosse questa microscopica frazione, chi ci abitasse e cosa facesse, probabilmente famiglie contadine, ma va’ a sapere.
Le case in rovina
Tutti i tetti sono crollati, resistono i muri perimetrali
Una vecchia portella della stufa
Tutto è in triste rovina...
La vecchia cucina: chissà quanta gente si è preparata da mangiare qui...
Desolazione e rovine: tuttavia la natura si riprende i suoi spazi
Io mi avventuro tra le rovine con qualche preoccupazione, perché tutto appare assai precario, per fare qualche foto... Trovo delle stanze coi muri di assi e paglia, un portello di una stufa, la vecchia cucina, qualche suppellettile è ancora appeso alle pareti… I tetti sono tutti crollati e dentro i locali cresce rigogliosa la vegetazione tra le macerie.
Tutto sfasciato dal trascorrere impietoso del tempo
I fabbricati erano di discrete dimensioni e altezza...
Nella chiesetta c'è l'immaginetta di questa persona: ignoriamo chi sia
Abbandoniamo le Laite ripromettendoci di cercare qualche ulteriore informazione. Raggiungiamo la
strada delle Strente sottostante, seguendo la quale per un breve tratto raggiungiamo l'imbocco della valletta che porta alla
Cascata del Lupo, sempre bella da vedere anche se vista ormai mille volte. Dei forti tuoni ci inducono ad accelerare il passo.
Eccoci alla Cascata del Lupo
Con orrore vediamo che gli alberi della
valletta che sale verso i Marteri sono tutti martellati: saranno tagliati, ma perché? Si rovinerà anche questo splendido angolo dell’Altopiano per lasciare il posto a sterpaglie assolate al posto del bosco ombroso e della valletta che donava frescura
Veramente incomprensibile.
La bellezza della cascata del Lupo
L'orrore: tutte le piante nella forra della cascata del Lupo sono martellate, verranno tagliate
((
Con tracce di sentiero saliamo verso
Marteri e quindi con un traversone ripigliamo la forestale fatta all’andata, con la quale torniamo alla macchina. Un altro bel giro “esplorativo” che ci ha fatto scoprire un angolo di Piné credo sconosciuto ai più. Incredibilmente questo percorso così interessante, facile e poco impegnativo, non è proposto da nessuno. Sviluppo circa 10 km, dislivello circa 300-400 metri.
Rieccoci a Bedollo, giusto in tempo per il tramonto...