Autore Topic: [LAGORAI] Mega escursione: giro della Val dei Mocheni in quota  (Letto 16112 volte)

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Offline AGH

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Dal Rujoch vista sul primo tratto della traversata

Da almeno un paio d’anni avevo in mente questo grandioso itinerario studiato sulle mappe: il giro della Val dei Mocheni percorrendo le creste dalla Panarotta fino a Costalta. Giro lungo, lunghissimo: misurando con Google Earth, risultano circa 40 km per un dislivello indefinito difficile da calcolare per i continui saliscendi, non stratosferico ma neanche così banale. Salvo sfighe imprevedibili (infortunio, crisi isterica etc), dovrebbe essere alla mia portata :). Dovevano essere della partita due note forumiste  ;D, ma non si riusciva mai a far incastrare i rispettivi impegni e così alla fine ho rotto gli indugi e ho deciso di affrontarlo da solo. Le giornate in questo periodo si accorciano sempre più e, con la stagione inoltrata, basta una nevicata precoce in quota per complicare tutto e dover rimandare a chissà quando. Quanto all’impresa solitaria, la condivisione è bella ma in taluni casi anche l'esperienza in solitudine lo è altrettanto, almeno per me: in queste escursioni quasi “mistiche” dove bisogna dare fondo ad ogni stilla di energia, fisica e mentale, andare col proprio passo. Essere liberi da condizionamenti, consapevoli o no, aiuta a distribuire meglio lo sforzo.


Alba sul Brenta vista salendo al Fravort

Sabato 14 settembre è annunciata giornata di bel tempo stabile e così decido di partire. Ho a disposizione circa 14 ore di luce, calcolate dalle 6 di mattina fino alle 20 di sera. L’itinerario, fatto tutto a pezzi e bocconi a più riprese, lo conosco molto bene (oserei dire a memoria) e quindi da questo punto di vista non ho problemi.


Salendo al Fravort: inizia ad albeggiare sulla Valsugana

Sveglia alle 4, alle 5.40 sono al piazzale degli impianti della Panarotta dove parto con la luce frontale. Fa freddo, ci saranno non più di 4-5 gradi e devo tenere le mani in tasca perché non gelino. Arrivo a La Bassa e quindi alla prima salita dove mi scaldo finalmente un po’. A metà dorsale inizia ad albeggiare e mi godo il sorgere del sole sulla Valsugana, lame di luce illuminano il Bondone, il Brenta, il Carè Alto...
A metà dorsale mi accoglie un nutrito gruppo di capre che mi osserva con attenzione.


Prime luci sulla dorsale del Fravort


Un nutrito gruppo di capre mi accoglie poco sotto la cima del Fravort


Alba sulla Valsugana

Qualche minuto dopo sono in vetta al Fravort 2347. E’ curioso: solo fino a pochi anni fa, questa sarebbe stata la mia mèta massima prima di fare ritorno a casa :) Oggi invece sono appena all’inizio. Guardo la grande mole del Gronlait, prossima cima, con la sua lunga dorsale. Ora si inizia a ballare, iniziano le “montagne russe”. Da qui in avanti sarà un continuo, infinito saliscendi.


Cima Fravort: iniziano le montagne russe, vista sulla discesa e salita verso il Gronlait


Vista sul Carè Alto

Scendo alla forcella, quindi in leggera salita raggiungo la Cima del Gronlait 2383. Il sole si sta alzando, il panorama è già strepitoso, in giro non un’anima viva. Qualche foto e via. Giù al Passo Portella, salgo un po’ verso l’Hoabonti per prendere il sentiero attrezzato (con brevi tratti con cordino) fino alla Forcella del Lago, sopra il Lago di Erdemolo, che ancora non si vede.


In vetta al Gronlait


Dal Gronlait vista sul versante occidentale della Val dei Mocheni, con la catena di cime che mi aspettano orribilmente lontane...


Verso forcella del Lago, vista su Settelaghi


Sguardo indietro dopo il traverso da passo Portella: sullo sfondo il Gronlait, si distinguono bene i vecchi sentieri della Grande Guerra


Zoomata su Sette Laghi


Un gregge di pecore mi segue per un tratto, deve avermi scambiato per qualcun altro :)


Verso forcella del Lago

g
Lago Erdemolo, sullo sfondo la lunga dorsale del Rujoch

Ancora salitelle verso il Monte del Lago, quindi discesa fino alla forcella sottostante poi di nuovo su a Forcella Cavè. Ancora leggera discesa fino a Forcella Conella, segue il traversone in leggera salita che aggira Cima Sette Selle. Qui ero tentato di evitare la discesa al rif. Sette Selle sfruttando delle tracce che si vedevano da lontano ma lascio perdere, meglio non andare a incasinarsi.


In marcia verso Forcella Cavè


Da Forcella Cavè verso Forcella Conella, con le cime di Sette Selle e Sasso Rotto


Hoamonder


Forcella D'Ezze e Cima d'Ezze, ora inizia la discesa al rif. Sette Selle

Scendo fino al rif. Sette Selle 2014 dove arrivo poco dopo le 12. Dovrei essere circa a metà percorso, sono 6 ore circa che marcio e coi tempi mi pare di essere abbastanza in campana, non sono stanco e sto bene. Al rifugio faccio il rabbocco d'acqua e, dopo qualche titubanza (temo assai l’ingolfamento), mi concedo un piatto i canederli in brodo, te’ e un caffè.


Il Brenta visto dal Passo dei Garofani


Sosta al rifugio Sette Selle


Zoomata sul Brenta centrale, si distingue il Campanil Basso


Passo dei Garofani, sullo sfondo Monte Conca e a sx Schiliverai Spitz e Rujoch


Sguardo indietro: a sx Cima Sette Selle, a dx il Fravort

Quindi, senza perdere altro tempo prezioso, riparto con la salita al Passo dei Garofani 2150. Altra discesa fino a Passo Palù 2071, poi altra salita fin poco sotto la Cima di Palù e il Monte Conca 2301, cui segue altra discesa fino a Passo Cagnon 2124.


Da Passo Palù verso Val Calamento


Ultimo strappo da Passo Cagnon a Passo Val Mattio e cima dello Schilverai Spitz

Quindi un ultimo strappone in salita fino al Passo di Val Mattio 2310 e poi l’ultima rampa allo Schileverai Spitz 2432, la massima elevazione di tutto il percorso. Quando sbuco in cresta tiro un po’ il fiato, il più grosso a questo punto è fatto... Comincio però ad essere anche un po’ stanchino. 


Schliverai Spitz 2432, la più alta elevazione di tutta l'escursione


Resti di stufa in accampamento militare della grande Guerra

pg
Malga Stramaiolo col Lago di Serraia sullo sfondo


Busa di Val Mattio e Monte Croce


Dalla dorsale dello Schliverai Spitz sguardo su Passo di Val Mattio e il traversone sotto Monte Conca

Raggiungo la vicina cima del Rujoch 2415 dove faccio una breve sosta per rifiatare e mangiare una barretta (la seconda della giornata). Da qui rivedo quasi tutto il percorso fatto finora, è abbastanza impressionante. Inizio a far calcoli sul tempo rimasto. Dovrei essere in cima a Costalta verso le 19, con un’ora scarsa di luce per calare di quota per la dorsale sud e trovare la via per scendere a Faida. Ce la posso fare. Ora mi attende l’eterna discesa fino a passo Polpen poi giù di brutto fino a passo Redebus 1464.


Schliverai Spitz visto dal Rujoch: sullo sfondo a dx il Monte Croce


Dorsale Schliverai Spitz - Rujoch

Mentre scendo dal Rujoch un diavoletto perfido mi bisbiglia “Ma che fai, fatti venire a prendere a Redebus, chi te lo fa fare…”. Ma siccome son testardo, assesto idealmente al diavoletto un robusto calcioinculo. Arrivo a Passo Redebus 1450 abbastanza stancarello, consapevole del fatto che mi attende ora la parte più dura: la risalita di Costalta 1955, ribattezzata subito la “salita della morte”: altri 500 metri di salita che, in altra circostanza, potrei fare su una gamba sola. Ma che col dislivello e coi km nelle gambe di adesso mi appare come scalare lo Stelvio a piedi :).


Discesa verso Passo Polpen: dietro, il Lemperpech

Per “riposarmi” preferisco evitare il sentiero che sale a Malga Pez e salire per la strada forestale, più lunga ma con salita più graduale. Grazie al passo regolare riesco a tirare un po’ il fiato e far riposare anche i piedi. La strada Malga Cambroncoi-Redebus mi è sempre sembrata eterna e noiosa in discesa, figuriamoci in salita e dopo un giro del genere.


Ho ancora la forza di fare una foto a questo bellissimo fiore di Tanacetum vulgare L. - Tanaceto, Erba amara

Arrivo a Malga Cambroncoi 1700 e devo fare un’altra breve sosta prima di affrontare l’erta finale. 300 dei 500 sono fatti, restano ancora 200 alla cima, ce la faccio! Mi sparo uno schifoso gel, sperando che mi tiri un po’ su. Ormai però è chiaro che dovrò fare il rientro a valle al buio. Riparto con passo lento ma regolare su per il noto stradello, conto mentalmente i tornanti, ed ecco che verso le 19 passate sono in vetta a Costata 1955 accolto da un vento gelido ma con un tramonto bellissimo sul Brenta.


In vetta a Costalta, ora se dio vuole è tutta discesa!!!


Tramonto sul Brenta

La gioia e la soddisfazione dell’aver raggiunto l’obiettivo fanno quasi scomparire la stanchezza. Avviso l’amica con la quale ho concordato il rendez-vous a valle che sono in cima a Costalta, ne avrò ancora per un paio d’ore circa per scendere a Faida. Mi volto per un’ultima vota verso est e e riguardo l’incredibile cavalcata in quota che mi sta di fronte, dalla Panarotta fino al Rujoch: sembra impossibile averla percorsa tutta a piedi!


Ultimo sguardo alla traversata nella parte orientale, pare incredibile aver fatto tutta questa strada a piedi!

Ma c’è poco tempo per gli entusiasmi, il tempo stringe e il buio incombe. Il giro non è ancora finito, devo scendere fino a Maso Stefani e trovare la discesa (incerta) per Faida prima che arrivi la notte. A quota 1770, quando è ormai quasi buio, incrocio un cartello col sentiero “S.Orsola 405”. Non l’ho mai percorso ma, a questo punto, mi pare molto saggio scendere per un sentiero sicuro piuttosto che ravanare di notte per sentieri o tracce incerte. Neanche a farlo apposta però, hanno appena disboscato e il 405 è ingombro di grossi tronchi e distese di ramaglie. Perdo il sentiero due o tre volte, che il cielo strafulmini gli esboschi e i boscaioli.  Col buio tutto si complica, ravano un po’ e lo ritrovo, e non lo mollo più. Alla luce della frontale (sia benedetta) scendo per l’eterno 405, a tratti ripido, scivoloso e molto faticoso, che incrocia molte strade e stradelle, giù giù fino a S. Orsola, dove arrivo che sono ormai le 20.45. Telefono all’amica per comunicarle il cambio di programma, verrà a raccogliermi pietosamente e mi accompagnerà a riprendere l’auto in Panarotta.


In vetta a Costalta: il sole tramonta dietro le Dolomiti di Brenta

La soddisfazione è veramente tanta, non sono neppure devastato dalla fatica come potevo immaginare: nell’attesa mi gusto una birra al bar della piazza e riguardo nel buio la sagoma scura del Fravort dove, 15 ore prima, è iniziata quest’avventura solitaria che conserverò nella memoria a lungo.  Che dire, un giro davvero grandioso, forse il fatto di conoscere bene i posti ha tolto un pizzico di fascino alla mega escursione ma del resto è stato una garanzia di non perdere tempo per orientarsi. E’ andato tutto come meglio non poteva, compresa la piccola complicazione del finale al buio, che avevo peraltro messo in conto. E’ stata per me l’escursione più lunga e impegnativa di sempre, anche questa una ulteriore soddisfazione di riuscire a fare, nonostante l’età non più verdissima, escursioni che 30 anni fa potevo solo immaginare nei sogni più sfrenati :) 
Sviluppo km 40,3 dislivello m 2300 (circa)


Il percorso
« Ultima modifica: 17/08/2015 13:00 da AGH »
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Offline Skyzzato

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Grandissimo AGH! che giro spaziale, i miei complimenti. ;)
Non si possono nutrire pensieri cattivi al di sopra di una certa altitudine
(François Mauriac)

Offline Theno

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Giro spaventoso!!!!!!! Complimenti.... Credo sia record come lunghezza...!!!!!!
Mi vien da ridere, perchè sabato a quell'ora ero anche io al Rifugio Sette Selle seduto a mangiare canederli con goulash  : :) .....Ero con alcuni amici e siamo partiti per fare la facile escursione che parte da Frotten -lago di Erdemolo e giro "intermedio" non per la creste (purtroppo) ma per il sentiero + basso che porta al Sette selle e poi scende per il bosco....Pensa che combinazione......

Offline AGH

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Giro spaventoso!!!!!!! Complimenti.... Credo sia record come lunghezza...!!!!!!
Mi vien da ridere, perchè sabato a quell'ora ero anche io al Rifugio Sette Selle seduto a mangiare canederli con goulash  : :) .....

dai, a che ora? :) Ci siamo sfiorati :)
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Offline Theno

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dai, a che ora? :) Ci siamo sfiorati :)

A mezzogiorno!!!!!!!!!! Incredibile!

Offline Selvagem

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Agh subito all'antidoping!!!!!!!  ;D
Hai fatto un giro mostruoso e sarebbe interessante vedere anche il rilievo altimetrico ;)

Più ne hai meno ne perdi

Offline AGH

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Agh subito all'antidoping!!!!!!!  ;D
Hai fatto un giro mostruoso e sarebbe interessante vedere anche il rilievo altimetrico ;)

eccolo qua :) Sembra molto più soft di quello che è in realtà  ;D

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Offline southernman

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Beh, senza parole (inutili, dopo tutto)

Una curiosità: hai qualche foto del tratto attrezzato che inizia dopo la Portella?


Offline trabuccone

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Fortissimo Agh!! Davvero tantissimi complimenti!!  ;) Che dire? Ormai daresti il filo da torcere ai runner  ;D
per sempre oppressi da desiderio e ambizione c'e' una fame non ancora soddisfatta,
i nostri occhi stanchi ancora vagano all'orizzonte sebbene abbiamo percorso questa strada così tante volte

Offline AGH

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Fortissimo Agh!! Davvero tantissimi complimenti!!  ;) Che dire? Ormai daresti il filo da torcere ai runner  ;D

seh figurete, sono e resto un escursionista :)
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Beh, senza parole (inutili, dopo tutto)

Una curiosità: hai qualche foto del tratto attrezzato che inizia dopo la Portella?

basta chiedere  ;D



Comunque è veramente una schiocchezza, basta stare un po' attenti, una volta era bruttino come tratto per via dei canalini ripidi da attraversare (con salto nel vuoto sotto), ora è stato attrezzato con cordini e passerelle... Hanno addirittura tolto il cartello che c'era uan volta "Sentiero alpinistico"...
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Offline Gian88

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Complimenti davvero, giro a dir poco spettacolare...una roba del genere potrei farla forse in 3 giorni con ricovero in ospedale al ritorno incorporato ;D
Vedo comunque che siamo in parecchi che hanno sfruttato la bella giornata di sabato...io ne ho approfittato per salire per la prima volta a Cima d'Asta ::)

Offline gabi

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seh figurete, sono e resto un escursionista :)

“Escursionista” mi sembra restrittivo  :P
Hai fatto un giro fantastico ma alla portata di pochi. Sempre grande  :). Complimenti

Offline JFT

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eccolo qua :) Sembra molto più soft di quello che è in realtà  ;D



Soft un corno!  :o
A parte la bellezza STRATOSFERICA dei posti (ben resa dalle tue foto), rimango davvero ammirato per l'ampiezza del giro. Ci vuol coraggio anche solo a pensare di fare una roba del genere.
Bravo, bravissimo.  :)
"La vita è fatta di rarissimi momenti di grande intensità e di innumerevoli intervalli. La maggior parte degli uomini però, non conoscendo i momenti magici, finisce col vivere solo gli intervalli."
Friedrich Nietzsche

Offline SPIDI

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Bellissimo giro ! Complimenti  :) 
Molte volte ho pesato di farlo ma per un motivo o per l' altro purtroppo l' ho sempre rinviato  :(
Bisogna andare dove pochi sono andati per vedere   
ciò che pochi hanno visto