GIM - Girovagando in Montagna in Trentino
ESCURSIONI IN MONTAGNA => Trentino Orientale => Escursioni estive in Trentino => Lagorai - Cima D'Asta - Rava => Topic aperto da: AGH - 14/08/2011 21:49
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(http://girovagandoinmontagna.com/forums/images/monti/alpelaghetti2.jpg)
Giornata dedicata all’esplorazione e al ravanage hard. Decido di esplorare la zona dell’incantevole Alpe Laghetti, sotto i selvaggi bastioni rocciosi di Cimon di Lasteolo, a nord est di Passo Valcion in Lagorai. Avevo già esplorato l’anno scorso i bellissimi laghetti senza nome a est di Cima Laste de le Sute
http://girovagandoinmontagna.com/forums/index.php?topic=3253.0;highlight=alpe laghetti (http://girovagandoinmontagna.com/forums/index.php?topic=3253.0;highlight=alpe laghetti)
, stavolta tocca ai laghetti a sud est del Cimon di Lasteolo. Questo mi permetterà di vedere finalmente da vicino la Val Ziotto e la Val Cupolà, viste tante volte da lontano dalle cime circostanti. Ho in mente un giro di massima, da adattare secondo le difficoltà che si presentano.
(https://lh3.googleusercontent.com/-GKiYYxpwlOw/TkgNwaZB6tI/AAAAAAAAmZ0/oVMl_QSbVokJ1k5_l8CDVx-6rQgUdcZlwCCo/s800-Ic42/alpelaghetti-9713.jpg)
Malga Valcion
Parto da Ponte Conseria m 1468 (€ 3,5 euro di pedaggio) e raggiungo velocemente il Passo Cinque Croci m 2018, quindi con la forestale fino a Malga Valcion 1973. Di qui in avanti è per me territorio ignoto. Il sentiero 301 scende in una incantevole valletta pianeggiante, con torrente e mucche al pascolo. Un piccolo paradiso. Proseguo e arrivo a Malga al Ziotto 1841, purtroppo ridotta in ruderi, ma la bellezza del posto è quasi commovente. Al di sotto della malga in rovina (chissà com’era bella quand’era attiva!) una magnifica spianata di prati con decine di ruscelli. In lontananza ancora mucche al pascolo. Non c’è un’anima. Dopo aver perso 150 metri di dislivello il sentiero riprende quota fino a Passo Cupolà 1959, il punto chiave dell’escursione perché qui devo abbandonare il sentiero per cercare di raggiungere i laghetti.
(https://lh3.googleusercontent.com/-hVuzT4cXl6M/TkgNpoDUZ4I/AAAAAAAAExQ/SNQF1Vhe_tAomeadKxQ6IbZDkv6GeNvCgCCo/s800-Ic42/alpelaghetti-9732.jpg)
Posti meravigliosi dove non c'è nessuno
Mi sposto un po’ verso il Col del Latte per vedere meglio il versante e decidere la salita, che si presenta ardua. Sbinocolo per vedere meglio. Tracce non ce ne sono, ma quel che è peggio è la natura del terreno: estese cortine di mughi, rododendri e ginepri in mezzo a frane di macigni. Col binocolo individuo una vaga dorsale dove la vegetazione sembra meno ostile. Dopo un breve rifocillo, parto. L’inizio è traumatico: dal passo vado verso il versante ma devo attraversare una conca umida con rododendri e erba alta sopra a buchi e fossi profondi anche un metro e più. Scivolo e cado subito per tre volte di fila. Si comincia male!
(https://lh3.googleusercontent.com/-baGveWhPBZY/TkgMSn-AUBI/AAAAAAAAEvo/4XbalugX8SEtqUpGAkzQWrt-qx5LXVhmgCCo/s800-Ic42/alpelaghetti-9865.jpg)
Ecco i laghetti in un posto che più fuori mano non si può!
Provo a tagliare più decisamente verso il costone e dopo qualche minuto di bestemmie per uscire da quel casino ho un miraggio: vedo con stupore segni bianco/rossi sugli alberi. Mi dirigo rapidamente verso i segni (ma non sono segni Sat), e trovo una specie di traccia ormai quasi praticamente “mangiata” dalla vegetazione, ma con frequenti segni sugli alberi. Seguo i segni, che mi permettono di uscire senza troppe rogne da una a dir poco infame mugaia. Come erano apparsi, i segni improvvisamente scompaiono. Ma poco male, ormai sono in una specie di valletta che si insinua tra pietraie e baranci alti 3 metri. Prendo quota e raggiungo la dorsalotta avvistata dal passo. Vedo improvvisamente una grossa volpe, cerco di prendere la macchina fotografica ma si allontana trotterellando verso l’alto, fermandosi ogni tanto a guardarmi, poi scompare. Proseguo per il costone piuttosto ripido cercando di scegliere il percorso migliore tra pietraie e zoppe di erba scivolosa come il sapone.
(https://lh3.googleusercontent.com/-sAuqrDnzmGI/TkgLufFRcYI/AAAAAAAAEvA/15pctyfSElk3p3b7JbrntZg1ZUvioxMUACCo/s800-Ic42/alpelaghetti-9924.jpg)
La dura salita alla forcella
Finalmente il paesaggio si apre. Sotto, la magnifica Val di Cupolà, con la malga in una vasta distesa di prati, sullo sfondo si erge la mole severa di Cima D’Asta. Arrivo alla grande conca sotto il Lasteolo, una immensa distesa di pietraie. Controllo l’altimetro, ci siamo quasi. Pochi passi ed eccomi finalmente ai laghetti a m 2202 di quota: due splendidi specchi d’acqua circondati da pietre e macigni. Missione compiuta! (quasi).
Il tempo si sta annuvolando. Faccio una sosta per il rifocillo e per decidere il da farsi. Le forcelle circostanti sono tutte ripidissime e impervie, e ovviamente pietrosissime. L’unica “decente” è forcella Cupolà, altri 250 metri di dislivello, ripida e con le solite pietraie infami da attraversare. Sbincolo per scegliere la via di salita migliore e parto. Attraverso le pietraie di avvicinamento senza troppe difficoltà, sono sassi grandi, e poi attacco il muro finale tenendomi su una “striscia” di zoppe pungenti. Raggiungo forcella Cupolà m 2440 e trovo come previsto il sentiero 321.
(https://lh3.googleusercontent.com/-sb4EkQpahww/TkgLoTJcyCI/AAAAAAAAmZ4/DDgnjIs7azcfVtJGgrtz4WBVpjrgVTLzwCCo/s800-Ic42/alpelaghetti-9931.jpg)
Forcella Lasteolo ingombra ancora di reticolati della Grande Guerra
Qui avrei due possibilità: tornare indietro verso forcella Lagorai o proseguire verso il Litegosa. La gamba è ancora buona, proseguo. Qui il paesaggio si fa decisamente lunare, con distese di pietre e rocce a perdita d’occhio. Si costeggia una specie di cengia punteggiata dai resti della Grande Guerra: trincee, muri, reticolati, resti di baracche. Arrivo al cospetto della tetra cima Liegosa, invasa dalla nebbie. Vorrei salirla (saranno 50 metri) ma è già tardi e mi aspetta un lungo e complicato rientro. Sono comunque nel punto più alto dell'escursione, circa 2500 metri.
(https://lh3.googleusercontent.com/-SImavGxc5Hk/TkgLMFEMQuI/AAAAAAAAEuU/046TmGDetBAMFSUpkLytNqWuMx7wG1x4QCCo/s800-Ic42/alpelaghetti-9963.jpg)
Scendendo verso Passo Litegosa: Cima del Frate e Castel delle Aie
(https://lh3.googleusercontent.com/-CFXyRQMr7Nc/TkgLZlhucmI/AAAAAAAAEuk/AITRJM2LuxY8EAM1wLZz9bWfl64qi8ckACCo/s800-Ic42/alpelaghetti-9958.jpg)
Discesa infame verso il Lago Nero
In discesa verso Passo Litegosa raggiungo due tizi, lei e lui, carichi come muli. Scambiamo due chiacchiere: sono napoletani (!) e sono impegnati nella translagorai, ora sono diretti al Rif. Cauriol. Saluto e via. Al Passo Litegosa 2261 cerco per curiosità il bivacco, che non ho mai visto. La tabella non indica a quanti minuti, il sentiero 321 prosegue ripido e non ho tempo di andare a cercare. L’idea è di tagliare giù per passo Litegosa. Mi affaccio per vedere com’è la discesa. Potrei proseguire per il 321 e scendere da Passo Sadole ma sarebbero altri 4 km di sentiero.
(https://lh3.googleusercontent.com/-L6DxdAl0qE8/TkgLAwyOvyI/AAAAAAAAEuE/65L_y2Zo8IIk_P8xYDDQn9xMFl4LCs5LgCCo/s800-Ic42/alpelaghetti-9982.jpg)
Resti di proiettile
La discesa sembra fattibile, mi butto. L’inizio non sembra male, sassoso-pratoso, poi incontro addirittura un pezzo di strada militare che mi fa illudere per una discesa “sul velluto”, invece la traccia finisce presto. Quindi iniziano le pietraie infami, poi il vallone diventa ripido. Seguo con difficoltà un canalino franoso che scende a sbalzi, tra rocce e zoppe. Nulla di tragico ma devo fare bene attenzione a dove metto i piedi, è un niente prendersi una storta, tra decine di scivoloni. Molto faticosamente calo di quota questi benedetti 400 metri di quota e raggiungo finalmente il sentiero 301 a 1840 metri (col senno di poi, forse facevo prima a seguire il 321).
Qui inizia il lunghissimo rientro, il sentiero è accidentato e devo riguadagnare quota qua e là. Aggiro il costone di Cupolà dove finalmente il sentiero diventa un sentiero “serio”, cioè senza pietre a spezzare continuamente il passo. Dopo aver traversato un bel torrente arrivo alla Malga Cupolà m 1825, che avevo visto dall’alto in una magnifica spianata. Non c’è nessuno. Do’ una occhiata al bivacco, bello! Ora devo risalire ancora, attraversando zone acquitrinose, verso Passo Cupolà e chiudere finalmente l’anello.
(https://lh3.googleusercontent.com/-o5t2zh1fdIE/TkgKQxp6NTI/AAAAAAAAEtU/DbMAjBEUyK00RUwN19ie6gYDTmxvZB3iwCCo/s800-Ic42/alpelaghetti-0019.jpg)
Rientro verso Malga Cupolà
Raggiungo il passo e ripercorro quindi la stessa via dell’andata fino a malga Valcion: con queste maledette salitelle la stanchezza inizia a farsi sentire. Da Malga Valcion ancora salita fino al Passo Valcion 2076. Ora se dio vuole è tutta discesa! Il percorso lo conosco a memoria, scendo per i Campivoli di dentro, quindi seguendo una stradella nel bosco arrivo a Malga Valsorda Prima m 1863 che comincia a fare buio, ma ormai sono sulla strada forestale. Ancora diversi chilometri a scendere ma ormai vado per inerzia. Non tiro fuori nemmeno la frontale. Alle 21.30 sono finalmente alla macchina a Ponte Conseria, sano e salvo, dopo una lunghissima giornata di ravanate. Dislivello 1600 m, sviluppo 30 km.
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Se vedi il mio 3D siamo partiti dalla stessa zona.oggi era proprio la giornata dei giri track lost!
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Complimenti per il giro superlativo :P
Il reportage è eccezionale ;)
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Bel " giretto " le foto poi sono molto belle. Le più belle secondo me sono la n 7 23 81 82 ma si sa è questione di gusti ! :)
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Mi sono riguardato con calma, su mappa, tutto l'itinerario e ho ammirato le foto. Che bellezza! Un anello da... re!
Non ho capito se sei salito in cima alla Litegosa e se hai poi trovato il "bivacco" Teatin. Vedo che dalla forcella Litegosa ti sei abbassato fin quasi al lago Nero: dal punto più basso dove sei arrivato c'è un sentiero con segnavia che porta alla malga Cupolà di sopra o sei andato sempre ravanando?
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Mi sono riguardato con calma, su mappa, tutto l'itinerario e ho ammirato le foto. Che bellezza! Un anello da... re!
Non ho capito se sei salito in cima alla Litegosa e se hai poi trovato il "bivacco" Teatin. Vedo che dalla forcella Litegosa ti sei abbassato fin quasi al lago Nero: dal punto più basso dove sei arrivato c'è un sentiero con segnavia che porta alla malga Cupolà di sopra o sei andato sempre ravanando?
ggrrr... non hai letto il testo (così imparo a scriverli lunghi) :)
1) Il Litegosa avrei voluto salirlo ma era troppo tardi, poi l'avevo già fatto in altra occasione. Scelta che si è rivelata assai saggia perché tra salita e discesa avrei perso almeno 3/4 d'ora, il che avrebbe voluto dire fare tutta la discesa da passo valcion al buio.
2) Il bivacco teatin non l'ho trovato. L'ho cercato un po' poi siccome era tardi ho lasciato perdere. Se non ho capito male dovrebbe essere SOPRA la forcella litegosa, proseguendo e salendo col 321 (ma per quanto?).
3) Ovviamente, certo che c'era il sentiero, precisamente il 301, altrimenti non sarei sceso per il vallone. Sono rientrato quindi col 301: pretendere di rientrare a malga Cupolà su quel versante "ravanando" sarebbe stata pura follia ;D
Dopo quello di Ortigara (l'anno scorso, 35 km), è stato il giro più lungo che ho fatto in vita mia :) La cosa sorprendente è che alla fine non ero neppure così stravolto... Ma la fatica vera, più che la lunghezza, sono state le ravanate a salire ai laghetti e poi a scendere da forcella litegosa. Si sprecano un sacco di energie.
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IL bivacco Nadia Teatin dista 10 15 minuti dal passo Litegosa :)
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ggrrr... non hai letto il testo (così imparo a scriverli lunghi) :)
Ma no, il testo l'ho letto tutto con interesse, anzi, me lo sono bevuto e ho volato con il pensiero... solo che scrivi, riguardo al bivacco: "che non ho mai visto" e io non ho capito che ti riferivi anche a quest'ultima volta. Per la cima Litegosa il profilo altimetrico della tua traccia mostrava un picco, ricordi che te l'ho fatto notare? Credevo fosse proprio la vetta!
Il bivacco, che è una caverna con un buco per finestra, è posto sotto la parete del Formenton, un po' discosto dal sentiero.
Ultima domanda: il pendio che va giù a prendere il segnavia 301 è parecchio ravanoso?
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Ma no, il testo l'ho letto tutto con interesse, anzi, me lo sono bevuto e ho volato con il pensiero... solo che scrivi, riguardo al bivacco: "che non ho mai visto" e io non ho capito che ti riferivi anche a quest'ultima volta. Per la cima Litegosa il profilo altimetrico della tua traccia mostrava un picco, ricordi che te l'ho fatto notare? Credevo fosse proprio la vetta!
Il bivacco, che è una caverna con un buco per finestra, è posto sotto la parete del Formenton, un po' discosto dal sentiero.
Ultima domanda: il pendio che va giù a prendere il segnavia 301 è parecchio ravanoso?
la carta kompass è un vero casino nei pressi di cima litegosa. Comunque il sentiero ci passa a fianco (est), a occhio saranno 80 metri sotto, e non sulla cima come parrebbe dalla carta. Per salire alla cima, se non ci sei mai stato (ma penso di si), ci sono due vie: a nord facile, a sud rognosa per i vecchi camminamenti militari a tratti piuttosto esposti e malsicuri (franosi).
Il vallone che scende al 310 è abbastanza ravanoso si, ma scegliendo bene la via di discesa (sostanzialmente evitando le pietraie) si fa senza grosse tragedie ;D
Confermo che il bivacco non l'ho mai visto.
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IL bivacco Nadia Teatin dista 10 15 minuti dal passo Litegosa :)
ma salendo per il 321?
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ma salendo per il 321?
Si seguendo il 321 verso il Passo Sadole , in pratica è una postazione militare scavata nella roccia la cui apertura è stata chiusa con delle assi e munita di porta, molto spartano :)
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Si seguendo il 321 verso il Passo Sadole , in pratica è una postazione militare scavata nella roccia la cui apertura è stata chiusa con delle assi e munita di porta, molto spartano :)
ecco perché non si trovava, sulle mappe sembra che il bivacco sia a forcella litegosa...
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Si sprecano un sacco di energie.
::) verissimo. Capita anche a me di fare di tanto in tanto del ravanaggio e di arrivare all'auto più stanca del solito. Secondo me, oltre a sprecare energie il ravanaggio, a volte, è anche fonte di stress :o ??? :P
OT :secondo me la traversata dell'Ortigara (io ho fatto il giro in senso inverso ) è lunga ma meno impegnativa di altri giri ;). Salvo un po' di sano ravanaggio, che dà anche soddisfazione, il percorso è ben segnato o comunque ben evidente :)
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ecco perché non si trovava, sulle mappe sembra che il bivacco sia a forcella litegosa...
il bivacco Nada Teatin lo trovi poco sopra forcella Litegosa, in localita' il Frate, proprio sotto al monolite
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il bivacco Nada Teatin lo trovi poco sopra forcella Litegosa, in localita' il Frate, proprio sotto al monolite
grazie, la prossima volta lo trovo :)
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Cavoli, che girazzo!! :o :o
Belle foto, però saresti pure tu da bannare per eccesso di km ;)
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::) verissimo. Capita anche a me di fare di tanto in tanto del ravanaggio e di arrivare all'auto più stanca del solito. Secondo me, oltre a sprecare energie il ravanaggio, a volte, è anche fonte di stress :o ??? :P
OT :secondo me la traversata dell'Ortigara (io ho fatto il giro in senso inverso ) è lunga ma meno impegnativa di altri giri ;). Salvo un po' di sano ravanaggio, che dà anche soddisfazione, il percorso è ben segnato o comunque ben evidente :)
solo dall'anno scorso mi cimento in escursioni molto lunghe. Una volta fare 20 km mi pareva un'enormità e tornavo a casa distrutto :) All'Ortigara era la prima volta che affrontavo simili distanze in montagna (da giovane avevo fatto qualche marcia non competitiva di 30 e 50 km). Esserci riuscito mi ha dato ulteriore fiducia nei miei mezzi. Ora fare 20 km non dico sia la normalità ma li faccio senza grossi problemi. Con queste distanze si entra in una nuova dimensione dell'escursionismo: non più la «solita» cima e ritorno ma «micro-viaggi» attraversando vallate e valicando passi e forcelle. All'Alpe laghetti da ponte conseria e con rientro da forcella litegosa il tragitto è molto lungo, e le due ravanate hanno reso il percorso più duro ma anche molto più bello, con quel po' "d'avventura" che hanno reso il giro di grande soddisfazione. Del resto mi ero studiato bene il percorso su carte, foto etc, non ho mai avuto dubbi sulla direzione da prendere. L'unica incognita erano le ravanate, ma sono andate bene :). Insomma un giro perfetto, a parte il rientro un po' tardi, dove tutto é andato per il verso giusto: meteo, forze, orientamento, paesaggi favolosi :)
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Un mega giro! ;D ho letto volentieri la tua relazione ... complimenti per il giro e le foto ... certe son da "poster"! ciao :D :D
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Veramente una bellissima mega-scarpinata...purtroppo non alla portata di tutti :)
Foto come sempre super!.. che ci fanno vedere i luoghi più difficile da raggiungere e che mi spronano a scoprire un pò di più di questo Lagorai che conosco poco!
Bellissimi quei laghetti tra le rocce e i ruscelli i mezzo al verde! :D
Prox settimana comunque già programato di andare a vedere alcuni di quegli splendidi laghetti finora visti solo in foto! ;) Peccato solo non poter essere in giro proprio in questi giorni, visto il meteo favorevole...
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Veramente una bellissima mega-scarpinata...purtroppo non alla portata di tutti :)
Foto come sempre super!.. che ci fanno vedere i luoghi più difficile da raggiungere e che mi spronano a scoprire un pò di più di questo Lagorai che conosco poco!
Bellissimi quei laghetti tra le rocce e i ruscelli i mezzo al verde! :D
ti consiglio, se non vuoi farti troppi km, di salire ai primi laghetti piuttosto che ai secondi
http://girovagandoinmontagna.com/forums/index.php?topic=3253.0;highlight=alpe+laghetti (http://girovagandoinmontagna.com/forums/index.php?topic=3253.0;highlight=alpe+laghetti)
Molto belli e con mini ravanata :)
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Grazie, metto in programma... :)
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solo dall'anno scorso mi cimento in escursioni molto lunghe. Una volta fare 20 km mi pareva un'enormità e tornavo a casa distrutto :) All'Ortigara era la prima volta che affrontavo simili distanze in montagna (da giovane avevo fatto qualche marcia non competitiva di 30 e 50 km). Esserci riuscito mi ha dato ulteriore fiducia nei miei mezzi. Ora fare 20 km non dico sia la normalità ma li faccio senza grossi problemi. Con queste distanze si entra in una nuova dimensione dell'escursionismo: non più la «solita» cima e ritorno ma «micro-viaggi» attraversando vallate e valicando passi e forcelle. All'Alpe laghetti da ponte conseria e con rientro da forcella litegosa il tragitto è molto lungo, e le due ravanate hanno reso il percorso più duro ma anche molto più bello, con quel po' "d'avventura" che hanno reso il giro di grande soddisfazione. Del resto mi ero studiato bene il percorso su carte, foto etc, non ho mai avuto dubbi sulla direzione da prendere. L'unica incognita erano le ravanate, ma sono andate bene :). Insomma un giro perfetto, a parte il rientro un po' tardi, dove tutto é andato per il verso giusto: meteo, forze, orientamento, paesaggi favolosi :)
Condivido completamente :)
Anche il mio modo di andare per monti è cambiato negli anni ::). Una volta puntavo, scarsamente, alla quota. Nonostante soffrissi di mal di montagna a 4000 m, tornavo a valle contenta e pensavo già all'uscita successiva ;D. Poi dal verticale sono passata gradualmente all'orizzontale. I giri più o meno lunghi fatti con le mie forze, a volte da sola, mi hanno fatto apprezzare e conoscere ancora di più la montagna