Castel Aie tra le nebbie
Ritorno dopo parecchi anni su
Castel Aie, con l’idea di fare una
miniesplorazione del versante nord. Dal
Rifugio Cauriol m 1600 raggiungo rapidamente col
sentiero 320 Passo Sadole 2066, dove si stacca un
sentiero senza numerazione che sale per il ripido versante est, con bella vista sulla serie di cime passate alla storia durante la Grande Guerra:
Busa Alta, Cardinal, Cauriol.
Rifugio Cauriol
Cardinal dal Pian delle Maddalene, a dx il Cauriol sullo sfondo
La strada militare selciata per Passo Sadole
Busa Alta, Cardinal e Cauriol
Foto all'interno del piccolo museo del rifugio
Cauriol e Cauriol Piccolo: in basso la mulattiera che conduce alla salita "Via Austriaca"
Lungo il sentiero che sale a passo Sadole mi soffermo su una croce che commemora la morte per assideramento nel 1927 -a soli 21 anni!- di
Anastasia Sperandio,
sorpresa da una tormenta di neve mentre tentava di rientrare a Caoria dopo aver concluso il lavoro stagionale in Alto Adige. Davvero una stretta al cuore...
La croce dedicata ad Anastasia Sperandio morta assiderata mentre tentava di raggiungere Passo Sadole
Il baito-ricovero sotto passo Sadole, sullo sfondo Cauriol e Cauriol Piccolo
Raggiunta senza problemi una
selletta m 2274 a est di Castel Aie, la situazione cambia repentinamente:
il sentiero si inerpica per le rocce del crinale, a tratti discretamente esposto, dove la neve residua dei giorni precedenti su costoni ripidi complica le cose. Con molta attenzione risalgo il versante mettendo giù spesso le manine. Non metto i ramponcelli solo perché ci sono tratti di misto su pietraie dove sarebbero abbastanza scomodi.
La sella a NE del Castel delle Aie
Il crinale dove si arrampica il sentiero
Il dirupato versante appena attraversato
Vista sul Cauriol dal crinale NE del Castel delle Aie
La dorsale dal Becco dei Slavaci al Castel delle Aie; sullo sfondo Busa Alta, Cardinal
Arrivo sotto il poderoso torrione del Castel delle Aie, dove
il sentiero tra gli sfasciumi si congiunge con un altro che sale dalla valletta sottostante con strette serpentine. Il sentiero ora ripercorre la
ripidissima traccia del sentiero militare che risale a zig zag per un canalino che sale verso la cima, con molte scalinate ancora ben visibili.
Il torrione del Castel delle Aie visto dal crinale di NE
Scalinate della Grande Guerra verso la cima
Vista sui Laghetti delle Aie
Scalinate militari...
La neve rende scivoloso il cammino e bisogna prestare attenzione perché ci sono diversi tratti esposti e lastroni di porfido molto viscidi. Usando spesso le mani e con calma arrivo in vetta al
Castel delle Aie m 2486 senza grossi problemi. C’è poco spazio per muoversi, la cima è un ammasso di macigni, la visibilità purtroppo è scarsa per via di nebbioni che arrivando da sud.
In vetta, la visibilità non è delle migliori...
Scatto qualche foto e poi scendo, sempre con molta attenzione perché i 5 cm di neve fradicia rende tutto scivoloso come il sapone. Scendo di quota col vecchio sentierino militare che si dirige verso lo
sperone roccioso a quota 2393. Arrivato al crinale abbandono il sentiero per scollinare verso ovest in direzione dei laghetti. Ci sarebbe un camminamento militare molto esposto che traversa il crinale senza dover scendere ma è troppo pericoloso con la neve, in alcuni punti è anche franato e non mi pare il caso di tentare eroismi.
L'ardito camminamento militare sotto Castel delle Aie... un'altra volta magari
Scendo per tracce vaghe dal ripido versante
verso la conca coi Laghetti ma arrivato al fondo le vaste pietraie mi sconsigliano di insistere. Mi dirigo quindi verso nord per risalire un ripido canalino erboso che mi permette di aggirare quota 2393 evitando la fascia rocciosa impraticabile.
Altro camminamento "hard": francamente non me la sono sentita e sono sceso sulle pur scomode pietraie a sx
Discesa verso quota 2393
Vista sui laghetti delle Aie, troppe pietraie per raggiungerli...
Aggiramento della cresta rocciosa e risalita della quota 2393
Sbuco sull’ampio costone a nord e calo gradualmente di quota verso il
Becco delle Aie 2212, dove mi fermo per sosta panini sulla ampia sella erbosa sottostante. Arriva mezz’ora di sole che riscalda un po’ il clima freschino.
Dopo aver aggirato la cresta rocciosa, eccomi sbucato sul facile costone a nord
Becco delle Aie dove finalmente faccio sosta panini
Dopo la sosta
riprendo la marcia attraversando con percorso libero verso est (non ci sono sentieri né tracce) le grandi placconate alla ricerca di un passaggio per imboccare la splendida valletta sotto il Camin e il Mandriccione. Molte tracce riportate sulle carte, semplicemente non esistono.
Rientro verso est con percorso libero senza tracce
Eccomi a nord di Castel Aie
La valletta che scende verso Coston Slavaci ovest
Trovo invece, a sorpresa, dei nuovi segni bianco/rosso che scendono nella selvaggia valletta che termina con un pianoro dove il torrente disegna delle placide anse. Una spettacolare cascatella alta quasi 30 metri scroscia dalle rocce scure. Ci sono i
resti di una baracca, non riesco a capire se è una ex malga oppure resti della Grande Guerra.
La spettacolare e selvaggia valletta a nord di Castel delle Aie
Perdo il sentiero tra l’erba alta ma poi lo ripiglio più in basso quando risale il versante verso il Becco degli Slavaci. Il Castel delle Aie sullo sfondo appare e scompare tra le nebbie in un’atmosfera un po’ misteriosa e suggestiva. In giro non c’è anima viva. Dopo un traversone nel bosco trovo una
baita malandata, dove riperdo il sentiero che scompare tra l'erba alta piegata dalla pioggia.
Colori autunnali
Per fortuna lo ritrovo dopo una breve ravanata, attraverso una bella radura e dopo uno strappo in salita di un
centinaio di metri sotto al Becco dei Slavaci, inizio la discesa verso il
magnifico Baito Slavaci a quota 1960. Proseguo verso nord per sentiero calando di quota in un meraviglioso bosco.
Il percorso sul versante nord
Il meraviglioso Baito Slavazi
Come la capanna di un vero trapper
)
Grazie alle carte sballate
non trovo il rientro per val Sadole che nella realtà, scoprirò poi dopo un’ora e mezza di ravanate dentro e fuori il bosco seguendo improbabili tracce, si trova quasi un km più a valle! Ma come diavolo segnano i sentieri sulle mappe? Ne avevo 3 ed erano tutte e tre sbagliate! Dopo la ravanata fuori ordinanza rientro senza ulteriori danni al Rif. Cauriol giusto in tempo prima che faccia buio.
Discesa per il meraviglioso bosco di Bambesta
Rieccomi a malga Cauriol...
Itinerario senza grosse difficoltà anche se non proprio banale, in zone assai poco battute e accidentate, in buona parte fuori sentiero dove bisogna districarsi su un terreno non facile e orientarsi con molto intuito per non infognarsi. Dislivello circa 1100, sviluppo km 18,5
Il percorso