Sulla vetta del Cauriol, sullo sfondo le Pale di S. MartinoSabato alla spasmodica ricerca di versanti sud (quelli nord sono ancora impraticabili per neve) avevo deciso di provare
Cima Paradisi nel
Vanoi (fatta una volta forse tantissimi anni fa). Ma quando mi sono affacciato su Caoria ed ho visto l’inconfondibile piramide del
Cauriol m 2495 mi sono detto “Cacchio! Ecco la mia méta di oggi!”. Tra l’altro è una vita che non ci salivo...
Parcheggio al solito
rif. Refavaie m 1115 e parto. Inspiegabilmente il
sentiero 320 però non si trova. Eppure la mappa è chiarissima. In loc.
Capriolo dove c’è un bel gruppo di masi fermo un villico con l’Ape e chiedo lumi: mi indica poco distante l’inizio di una
strada militare sbarrata da un stanga in legno. “E' là, ma è franato tutto e hanno tolto le tabelle”. Però mi rassicura che il percorso è stato messo a posto. Un po’ titubante mi inerpico per la stradella militare che con qualche zig zag e poi un lungo traversone raggiunge
Malga Laghetti 1582. Lo spettacolo su
Cima d’Asta è già grandioso.
Effettivamente lungo il percorso incontro parecchie frane, ma il sentiero è stato in buona parte ripristinato. Alla malga, altre titubanze: nessuna indicazione del sentiero Sat, ci sono invece degli
strani bassi paletti dipinti col tricolore (segnaletica degli alpini ho pensato) e i cartelli con “Monte Cauriol - Chiesetta degli Alpini” che puntano a nord. Provo a salire un po’ ma non mi convince. Ritorno alla malga e seguo la strada forestale, che coincide col sentiero 320, che con un traversone verso ovest porta sotto
Forcella Sadole 2066. Trovo la diramazione col sentiero che sale al passo e lo raggiungo senza problemi tra scenari sempre più spettacolari. Rivedo
Cima Litegosa della mega-escursione dell’estate scorsa e del ravanamento nel canalone fin quasi sul Lago Nero, e ammiro la bellissima
Busa Sadole. C’è qualche chiazza di neve qua e là ma poca roba. Onnipresente all'orizzonte sud il
massiccio di Cima d'Asta che splende in tutta la a sua magnificenza illuminata da un sole fulgido.
Al passo tira un vento gelido a raffiche, faccio una breve sosta al riparo di un masso per una barretta e riparto per la “
via italiana” al Cauriol. C’è uno scivolo di neve molto ripido e sono costretto a superarlo risalendo degli sfasciumi. Aggiro il
piccolo Cauriol da sud e sono rapidamente nella
bella conca sotto la forcella che conduce alla cima. C’è un ultimo rampone molto erto da superare, l’uscita è un po' difficoltosa con un ripido nevaio che quasi quasi mi fa venir l’idea di tirar fuori i ramponcelli che avevo portato nello zaino. Mi affaccio sul canalone con la “
via austriaca”, come pensavo ancora piena di neve. Seguo il sentiero che sale un po’ vago per gli sfasciumi, tra resti di trincee e camminamenti militari, qualche piccolo tratto di 1° grado e sono in vetta al
Monte Cauriol m 2495, tristemente noto per le tremende carneficine di soldati durante la Prima Guerra. In vetta alcune targhe commemorative. Il panorama è davvero grandioso. Ci sono le solite raffiche di vento freddo da nord, ma al riparo si sta d’incanto. La vista su Cima d’Asta lascia ancora senza fiato, i selvaggi versanti nord sono ancora pieni di neve.
Dopo una pausa barretta/foto inizio la discesa. Sono deciso a tentare un giro ad anello scendendo la "direttissima" da sud. L’unica persona che ho incontrato in tutto il giorno, nei pressi di passo Sàdole, mi ha detto che il sentiero in discesa che cala a Malga Laghetti è “spaccagambe”, molto meglio in salita che in discesa. 50 metri sotto la vetta c'è il bivio segnato dai paletti tricolore: guardo giù e non sembra così terribile, è un versante di ripide balze erbose con sfasciumi e pietraie qua e là. Inizio la discesa con attenzione, i paletti degli alpini indicano la via. A un certo punto li perdo e finisco nei pressi di una
grossa frana recente. E’ partito tutto il costone sotto la cima per oltre mezzo km, seminando distruzione nel bosco sottostante, devastato da fiumi di pietre e terra. Torno indietro e supero la frana a monte, ritrovando i paletti. La frana se li deve essere portati via. Scendendo di quota intercetto come previsto una strada forestale. Non sono stanco, decido quindi di allargare il percorso verso est per andare a vedere zone che non conosco. Seguo la forestale, poi un’altra che mi porta verso
Malga Coldosè. Quindi rientro al Refavaie per comode strade forestali. Partito tardi, ore 10.30, alle 18.30 sono comunque alla macchina, in ampio anticipo sulle tenebre. Dislivello m 1400, sviluppo km 21.5
Monte Cauriol 2495 - Lagorai at EveryTrail