GIM - Girovagando in Montagna in Trentino
ESCURSIONI IN MONTAGNA => Trentino Orientale => Escursioni estive in Trentino => Lagorai - Cima D'Asta - Rava => Topic aperto da: AGH - 05/10/2021 14:30
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Lagorai nordorientale
Ravanaggio senza una meta precisa per valli selvagge, cercando sentieri e vecchie mulattiere della Grande Guerra lontano dai sentieri battuti. L'idea vaga è di verificare se è percorribile la lunga dorsale a NO di Cima Slavaci. Grazie alle vecchie mappe IGM ho trovato molte tracce della vecchia viabilità dell'epoca, oggi in gran parte impraticabile. Anche sulle carte tecniche provinciale sono riportati i sentieri dell'epoca di 50 anni fa, oggi praticamente scomparsi. Specie nei passaggi più ripidi non c'è quasi più niente, è tutto eroso o franato, ergo pericoloso.
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La zona di Cima Slavaci (a dx)
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Carta tecnica provinciale del 1983, coi sentieri in quota ben visibili
Durante la Grande Guerra ovviamente i camminamenti erano ben tracciati, i punti esposti erano protetti da parapetti o corde di sicurezza. Le antiche mulattiere resistono meglio sui pendii meno ripidi, dove le massicciate di muri a secco e la selciatura, per evitare diventassero un pantano col passaggio di uomini e muli, reggono ancora bene dopo oltre un secolo. E' sempre una emozione trovare queste mulattiere sperdute che ormai non percorre più nessuno.
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Cima Slavaci a sx, in basso la mulattiera, al centro Cima Valon
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Vista verso il Colbricon, quello piccolo a sx e a dx le Cime Est e Ovest
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Da lontano si scorge la mulattiera della Grande Guerra
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Schianti su Ceremana, il costone è stato raso al suolo, e con esso la mulattiera di guerra che saliva verso il Colbricon Piccolo
Parto dalla loc Pulesi al Lago di Paneveggio e costeggio il bacino artificiale per la strada forestale verso il Biotopo dei Mughèri. Anche qui la Tempesta Vaia ha devastato il paesaggio rendendolo irriconoscibile. Ricordando com'erano i luoghi, sono delle continue fitte al cuore. Interi versanti boscosi sono stati rasi al suolo, le vecchie strade forestali trasformate in orride "camionabili".
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I disastri di Vaia hanno reso il paesaggio irriconoscibile
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Bivacco ai Slavaci
Entro nella valle del Rio Valòn, il bivacco si è salvato per miracolo dagli schianti, mentre nella parte alta della valle i boschi hanno subìto danni ma sono stati sostanzialmente risparmiati grazie alla loro posizione più riparata. Per strada militare e poi per sentiero raggiungo il bel baito Slavaci, ristrutturato di recente, molto bello e accogliente. Qui cerco una iscrizione della Grande Guerra che mi era stata segnalata ma non la trovo. Esploro brevemente i vecchi sentieri che si diramano verso Bragarolo, si scorgono ancora le tracce ma non insisto più di tanto. Proseguo alzandomi ancora di quota, fino alla bella sella erbosa che si affaccia verso Cima Valon. Qui cerco la vecchia mulattiera che sale alla dorsale fino a quota 2445. Riesco a trovarla, si vede appena, ma la salita a zig zag si indovina senza troppi problemi.
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Postazione di Guerra al Bivacco ai Slavaci
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La baracca più in quota, quasi sulla dorsale
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Nell'angolo, c'è ancora la stufa
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Veduta verso le Pale, le tre cime di Colbricon in primo piano
La baracca di guerra a quota 2445
La mulattiera porta a un massiccio edificio della Grande Guerra in rovina, sono rimasti in piedi i muri perimetrali, all'interno c'è ancora la stufa. Di qui guadagno il crinale fino ad un'altra baracca di guerra. Vedo finalmente il crinale e mi rendo subito conto che non è praticabile se non affrontando grossi rischi: è un affilato crinale di sfasciumi a picco sui precipizi. In teoria anche affrontabile, ma senza corde e da soli sarebbe un grosso azzardo per cui lascio tranquillamente perdere.
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La cresta micidiale di sfasciumi affilati, ai lati i precipizi, meglio lasciar perdere
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Vista verso le Pale e Ceremana
Ritorno alla sella, dove scorgo la mulattiera di guerra che sale verso Cima Slavaci. La prima parte è evidente, poi si perde sulle "laste" ma ormai sono vicino al sentiero 349 Achille Gadler che raggiungo senza difficoltà. A questo punto decido che invece di scendere dalla stessa parte della salita, posso scendere dal sentiero 376 verso Bragarolo direttamente in val Ceremana.
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Tornato alla sella, rintraccio la mulattiera di guerra
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Bivacco Aldo Moro in lontananza
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Ho raggiunto il sentiero 349, col quale scollino
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A forcella Bragarolo butto uno sguardo verso il Vanoi
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Fortificazioni a Forcella Bragarolo
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Ho scollinato, ora mi attende la lunga discesa verso Bragarolo e giù in Val Ceremana
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Verso la cimotta di Bragarola: sullo sfondo la Catena di Bocche e la Marmolada sullo sfondo
Devo quindi seguire il 349 fin sotto il Bivacco Aldo Moro, che vedo da lontano, e poi giù per il paesaggio lunare per le vaste lastronate di roccia fino alla cimotta del Bragarolo. Da qui per l'infido e scivoloso sentiero che cala ripido in Ceremana. Per fortuna gli schianti sono stati rimossi e il sentiero è praticabile.
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Verso Cima Slavaci
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Discesa per i paesaggi lunari verso Ceremana
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Ecco la cimotta del Bragarolo, prima della picchiata giù in Val Ceremana
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Il percorso fatto
Giro fantastico, incontrato nessuno in tutto il giorno, di sabato e in una splendida e mite giornata settembrina. Sviluppo circa 20 km, dislivello 1350 m coi vari saliscendi.
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Posti che conosco abbastanza bene. Se solo avessi più tempo (cronologico) e meno tempo (anagrafico) :(... Ad ogni modo, brao!!! :) :) :)
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giusto per curiosità, dove si possono trovare le vecchie carte provinciali e mappe igm?
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giusto per curiosità, dove si possono trovare le vecchie carte provinciali e mappe igm?
la carte provinciali sul sito webgis della Provincia di Trento
le IGM sul sito del Ministero dell'Ambiente
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grazie
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Se servono le ho entrambe (IGM e tavolette CTP) digitalizzate e georeferenziate
Si tratta di files molto pesanti per cui andrebbero copiati su chiavetta.....