Autore Topic: [LAGORAI] Sentieri della Grande Guerra in Lagorai: Cauriol 2494 - Cardinal 2481 - Busa Alta 2510  (Letto 38011 volte)

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Offline AGH

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Cima Busa Alta 2513, sull sfondo Cima d'Asta, a dx Cardinal e dietro Cauriol

Ho preso colpevolmente questo giro sottogamba :( . Non ho studiato bene il percorso, non ho letto relazioni di altri (che peraltro erano scarse e con percorsi diversi da quello che avevo in mente), infine mi sono fidato di generiche indicazioni di “fattibilità”. Il tutto si è tradotto in una durissima ravanata su montagne selvagge, impervie e anche abbastanza pericolose. Fortunatamente è andato tutto bene ma è stato uno dei giri più impegnativi della mia “carriera” escursionistica. Alla fine però, un giro decisamente entusiasmante proprio perché estremamente  esplorativo, zeppo di incognite e dove nulla era scontato. Scusate la prolissità, ma mi sono fatto prendere la mano, troppo bello)


Alta Val di Sadole

Dunque l’idea di base era di partire dalla Val Sadole e concatenare Cauriol, Cardinal, Busa Alta, Canzenagol e, se possibile, Cadinon (povero illuso) e poi tornare giù al rif. Cauriol. Conoscevo abbastanza bene solo il Cauriol, fatto svariate volte dai diversi versanti. Tutto il resto mi era assolutamente ignoto, Ma avevo la stramba convinzione, maturata chissà come, che le creste fossero percorribili, sia pure con una certa attenzione.


Monte Cardinal visto dal Cauriol, dietro si intravede Busa Alta


Astro alpino

Verso le 8 parto, da solo, dal Rif. Cauriol in direzione di passo Sadole. Prima di arrivare al passo svolto a sx per la “Via Austriaca”. Fin qui normale amministrazione, la salita è ripida per il vecchio camminamento militare, bellissimo e ancora intatto per larga parte, qua e là interrotto da frane. Senza problemi arrivo fino alla Forcella Carteri e quindi alla vetta quasi senza accorgermene, grazie alla “gamba” abbastanza buona in questo periodo.


In vetta al Cauriol


Veduta su Cima d'Asta


Cerastium carinthiacum

Dopo breve sosta mi rimetto in marcia, convinto di trovare una traccia che scenda dal crinale est. Invece non c’è niente, solo dirupi tremendi. Eppure ero convinto si potesse scendere da lì. Scendo prudentemente per 50 metri su pendii erbosi molto ripidi verso sud, cercando un passaggio tra paurosi salti di roccia, ma mi rendo subito conto che provare a scendere per il crinale sarebbe follia suicida. Abbandono quindi il crinale e mi sposto verso il “Sentiero degli Alpini” sul versante sud, che scende ripido per vecchi trinceramenti. Vorrei tentare verso est l’attraversamento ma intuisco altri pericolosi dirupi quindi mi rassegno a perdere ancora quota fino in fondo a un canalone con una specie di poggio dove posso valutare meglio la situazione. Non vedo la forcella ma ormai sono alla base del Cauriol e inizio quindi a traversare a intuito, seguendo le tracce delle trincee, verso la forcella tra Cauriol e Cardinal che raggiungo abbastanza facilmente. E adesso? Non ho la più pallida idea di dove si prosegua, quindi seguo una mulattiera tra evidentissime trincee e poderose massicciate di pietre a secco.


Monte Cauriol, a dx la salita per la via Austriaca, a sx il traversone alla forcella dopo aver disceso il versante sud


Eccomi alla forcella tra Cauriol e Cardinal, ovunque resti di trincee


Cauriol versante est, impossibile scendere di qui senza ammazzarsi che dite? :)


Cerastium alpinum


Vista sul Vanoi: Malga Fossernica e Cima Paradisi


Margherita alpina e silene


Eccomi mentre attacco il Cardinal versante sud


Sorpresa! La prima caverna degli alpini, qui c'era il Comando del Battaglione "M. Arvenis"

Quando la mulattiera pare perdersi tra gli sfasciumi, trovo un piccolo passaggio che mi porta sul versante sud dove incontro con stupore la prima caverna militare italiana della Grande Guerra, con tanto di iscrizione del Battaglione “M. Arvenis”: bellissima! Proseguo per una specie di “cittadella” scavata dentro a un canalone tra camminamenti, trincee, resti di baracche ovunque. Risalgo il crinale indovinando il percorso qua e là, seguendo più o meno le trincee e i camminamenti dei soldati.


Il fianco sud del Cardinal con le caverne degli Alpini, sullo sfondo il Cauriol


Caverna degli alpini, Cardinal fianco sud


Iscrizione nella roccia


Caverna del comando degli alpini sul versante sud del Cardinal tra sfasciumi di rocce

Arrivato in cima, il costone “spiana” in un dedalo di trincee tra enormi diedri di roccia in precario equilibrio. Sotto i roccioni, altre caverne, con varie iscrizioni degli alpini che suscitano una certa emozione. Arrivo a una forcelletta strettissima, con vista su Cauriol, dove mi affaccio sul selvaggio e dirupato versante sudest del Cardinal.


Dal Cardinal verso il Cauriol e la via Austriaca


Galleria degli alpini, 1917


L'iscrizione del Battaglione Arvenis


Passaggio a filo delle rocce sul fianco SE del Cardinal


Veduta sul Vanoi da una galleria degli alpini


Bisogna passarci sotto: starà in pedi? :)

E ora da dove cristo si sale? Aguzzando la vista intravedo qua e là un ardito camminamento militare, in parte franato, che sale a zig zag l’ertissimo versante. Sotto, i soliti dirupi con salti di roccia poco simpatici. Un solo inciampo e ciao, si vola di sotto. Con molta calma affronto la salita stando bene attento a dove metto i piedi.


Cardinal fianco sudest, la via di salita lungo i camminamenti militari


Un elmo trovato in una trincea


L'ardita via di salita seguendo labili tracce di sentieri di guerra

Oltrepasso svariate postazioni militari, con resti di baracche, schegge di ogni tipo, palificazioni e reticolati. In alcuni punti il sentiero è franato e bisogna prestare molta attenzione traversando canalini di sfasciumi instabili. Sbuco finalmente in cima, la cresta è affilata con grandi strapiombi verso il Cauriol. Avvisto la croce del Cardinal, che sembra lontanissima.


Cresta del Cardinal col Cauriol sullo sfondo

Qualche ometto provvidenziale mi aiuta nell’imbroccare i passaggi meno esposti. Dopo aver abbandonato la cresta svariate volte per evitare le esposizioni sui precipizi, arrivo finalmente in vetta al Cardinal 2481, con croce, campanella e libro di vetta.


Ecco la cima del Cardinal verso nord


Postazione militare in vetta al Cardinal con vista sul Cauriol

Breve pausa e sono pronto per ripartire. Ma per dove? Proseguendo sulla cima verso nord vedo che il sentiero, segnato bianco/rosso e attrezzato con cordini, scende per il ripido fianco NO verso il rif. Cauriol. Ma io devo scendere alla forcella, allora torno indietro e scendo dall’erto versante est, abbastanza agevole in cima ma in fondo termina su dei canalini rocciosi, per fortuna dei cordini aiutano a scendere fino alla fine della parete, quindi senza problemi fino alla forcella del Cardinal.


Discesa dal Cardinal fianco est, l'ultimo tratto nel canalino roccioso è attrezzato con cordini

E adesso? Potrei averne abbastanza e fare un tranquillo rientro al rifugio sul sentiero segnato :) . Ma siccome son en zucòn (testardo ndr), decido di provare a salire anche Busa Alta :) . Il roccioso e verticale fianco sud appare assolutamente inaccessibile. Noto un sentierino in costa che parte della forcella lungo una specie di cengia larga sì e no un metro, che lo attraversa in basso, con sotto il solito “volo” di oltre 100 metri.


Il traverso dalla forcella sul fianco sud della Busa Alta Italiana


A sx la cengia a strapiombo di Busa Alta sud che traversa il fianco sud, da fare con molta attenzione. A dx Cima d'Asta

Dopo un largo e aereo traversone che mi porta sul fianco est, sparisce praticamente ogni traccia decente. Proseguo  attraversando a intuito il ripido fianco della montagna, e una serie di canalini franosi a imbuto con salto finale. Ogni tanto appare un ometto a indicare la probabile direzione. La traccia appare e scompare, arrivo comunque ad un selletta con trincee e caverne, dove però sparisce in modo definitivo ogni traccia di salita.


Altro ravanamento per salire Busa Alta Italiana

Provo a cercare  e seguire qualche camminamento, vagolando avanti e indietro per il costone tra resti di baracche e trincee ma è un casino. Mi trovo a ravanare su per erti canali franosi e malagevoli: incontro ancora caverne, postazioni, schegge di tutti i tipi ovunque, munizioni ancora integre, perfino un elmo arrugginito. Mi imbatto in due sorprendenti iscrizioni nella roccia: una molto grande, sarà alta almeno un metro, è dedicata ai caduti di Busa Alta 1916, l’altra la incontro presso una forcelletta ed è dedicata a Giacomo Morpurgo, sottotenente del VIII Alpini, con la scritta: “Qui cadde combattendo per l’Italia” e la data “6 ottobre 1916” .
Fa impressione pensare che qui in questi luoghi quasi inaccessibili i soldati combattevano e morivano, a centinaia, anzi migliaia, per difendere quattro sassi.


Una grande iscrizione dedicata ai caduti di Busa Alta


Presso una forcelletta su uno strapiombo l'iscrizione dedicata all'alpino Giacomo Morpurgo

Sbuco in un canale più largo e più comodo, e dopo una faticosa salita per sfasciumi esco finalmente sulla cima Busa Alta Italiana 2456. Mi rallegro, ma i patimenti però non sono finiti. La cresta alla Busa Alta, la cima principale di 2513, appare rognosa assai, accidentata e piena di salti di roccia esposti. Riprendo subito la marcia, non vedo l’ora di levarmi da quel casino di precipizi, dirupi, roccioni e canaloni. Cerco di studiare i passaggi meno pericolosi ma la cresta è un bel rebus.


La rognosa cresta di Busa Alta


Ogni tanto dei fiori, in questo caso di Saxifraga, ingentiliscono il paesaggio allucinante di rocce e burroni


Guardando indietro verso Busa Alta Italiana, a dx la discesa dal Cardinal

Per la fretta, qui sbaglio probabilmente il passaggio più facile che era sul fianco est. Mi trovo invece per cengette e canalini sul versante ovest, ormai non posso e non ho voglia di tornare indietro, insisto e mi infogno su cenge e camminamenti minuscoli ed esposti che traversano il versante decisamente esposto. Arrampico, scendo, salgo di nuovo, torno indietro, sudo come un bue, i bastoncini sempre tra le balle, poi decido di calare di quota per canalini dove si passa a stento. Arrivo fino in fondo sui ghiaioni, per fortuna, quindi risalgo di nuovo verso la cresta sbarrata però da enormi diedri rocciosi. Non so come, ma riesco a trovare per un pelo in un crinalino un passaggio strettissimo verso la cima. Sono salvo! :)


Il tratto di cresta finale a Busa Alta: in verde il percorso che avrei dovuto fare, in rosso quello che ho fatto per errore incasinandomi :)


Marmotta poco sotto cima Busa Alta


Degli strani tubi su Cima Busa Alta italiana: scoprirò poi trattarsi di "lanciatorpedini Bettica", una bombarda che lanciava bombe per aprire varchi nei reticolati

Arrampico ancora con attenzione e quando vedo la croce tiro un mega sospirone di sollievo. Se non fossi riuscito a passare ero quasi rassegnato all’idea di  bivaccare e riprendere con calma al mattino dopo :) . Sono finalmente su Cima Busa Alta 2513. Panorama enorme e bellissimo, guardo indietro le cime fatte, mi pare quasi impossibile :)


Cima Busa Alta 2513

E’ però tardino, questo procedere “a tentoni” ha moltiplicato i tempi di percorrenza. Come forze sto ancora benino ma ho finito l’acqua e il crinale verso cima Canzenagol è il solito delirio di rocce e dirupi. Ok ora basta, per oggi ne ho abbastanza. Si torna a valle! Prendo l’interminabile sentiero, stavolta segnato coi soliti segni bianco-rossi, che scende verso il rifugio, con bellissimi camminamenti militari e scalinate ancora perfette dopo quasi 100 anni.


Le incredibili scalinate di guerra, ancora perfettamente agibili dopo 100 anni


Sguardo verso Cima Canzenagol, sarà per un'altra volta


Rotolo di reticolato sotto cima Busa Alta

L’ultima parte del sentiero è un faticoso incedere tra la vegetazione fitta ed erba alta oltre 1 metro, il fondo nascosto dall’erba con sassi viscidi. Prendo anche una storta, la prima della giornata, per fortuna nulla di grave.


Rododendro e genziana maggiore


L'eterna discesa nella boscaglia da Busa Alta


Arrivo al rifugio Cauriol


Dal fondovalle, ultimo sguardo verso le selvagge vette percorse :)

Alle 19 arrivo al rifugio, sano e salvo anche stavolta. Giro grandioso e bellissimo e, col senno di poi e col fatto che tutto è filato liscio, anche entusiasmante. Sinceramente, se avessi saputo delle difficoltà non so se l’avrei fatto, anche se ora sarebbe tutto enormemente più semplice conoscendo il percorso. Lo consiglierei solo a masochisti e/o ravanatori esperti. Da evitare assolutamente con nebbia, pioggia o pendii bagnati dalla brina. Raccomando eventualmente di fare il percorso sud-nord, assai sconsigliabile nel senso inverso da Busa Alta al Cauriol per via dei pendii troppo ripidi e insidiosi.
Disl. 1400, sviluppo 19 km.


Il percorso
« Ultima modifica: 03/08/2013 19:39 da AGH »
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Offline Selvagem

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Ma 'ndo vat lazaron di un incosciente!!?? Hai baciato il suolo (lontan dale boaze) al ritorno al Sadole??
Non commento la parte fotografica, quella è esauriente, come sempre, mentre per il resto metto solo un bel pollice verso.
Più ne hai meno ne perdi

Offline AGH

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Ma 'ndo vat lazaron di un incosciente!!?? Hai baciato il suolo (lontan dale boaze) al ritorno al Sadole??
Non commento la parte fotografica, quella è esauriente, come sempre, mentre per il resto metto solo un bel pollice verso.

ma perché?
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Offline pianmasan

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ma perché?
Come "ma perchè?"? E lo domandi pure?
Complimenti per la epica cavalcata, ho percorso due volte la cresta del Cardinal e conosco bene la sua difficoltà. Mi pare di capire che la salita alla Busa alta sia anche più impegnativa. Se come dici più volte tu stesso hai preso il giro sottogamba (è veramente così?), ti va fatta anche una solenne tirata d'orecchi, soprattutto per essere partito da solo. La tua relazione è come un thriller dove il "lieto fine" è enfatizzato dal megasospirone finale che ho spiritualmente condiviso.
Dirti "brao!" sarebbe un invito all'imprudenza. Non te lo dico.





braoooo!

Offline Selvagem

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ma perché?

Ma come perchè? Ti sembrano posti dove ravanare?? Te la sia cavata perchè in fondo non sei proprio malaccio   ::).... :).....ma rischiare la pellaccia perchè non si conosce bene il percorso...
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Offline iw6bff

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Conoscendo i posti ( un pò ) non posso che rimanere a bocca aperta per il giro che hai fatto :o, per le foto...............sorvolo! :)

Offline AGH

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«rischiare la pellaccia» mi pare eccessivo dai. Giro difficile ma tuttosommato sempre sottocontrollo. Certo l'ho affrontato un po' troppo alla leggera quindi la tirata d'orecchi ci può stare :). Comunque sí ho trovato piú difficile il tratto di cresta di Busa Alta piuttosto che il Cardinal. Certo se tutto il percorso fosse messo in sicurezza sarebbe un'attrazione turistica eccezionale per il grande valore storico e anche paesaggistico, molto piú bello di Pasubio o Ortigara per dire. La serie di caverne degli alpini sul Cardinal credo sia un unicum nell'arco alpino.
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Offline PassoVeloce

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«rischiare la pellaccia» mi pare eccessivo dai. Giro difficile ma tuttosommato sempre sottocontrollo.

beh insomma guardando certi passaggi su cengia o costone non sembra proprio na monada...c'è gente che si è ammazzata con molto meno... bastava uno scivolone e una botta in testa e potevi rimanere lì senza che nessuno (?) sapesse dove eri andato a incasinarti...
l'avesse fatto qualcun'altro non gli avresti risaprmiato uno dei tuoi famosi caziatoni!  ::)
bell'esempio!  :o :o  ;D

cmq al di là di questo sono cime affascinanti e selvagge....interessanti i resti di guerra e le iscrizioni...la Busa Alta l'ho fatta ed è veramente bella...

Offline Alan

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beh insomma guardando certi passaggi su cengia o costone non sembra proprio na monada...c'è gente che si è ammazzata con molto meno... bastava uno scivolone e una botta in testa e potevi rimanere lì senza che nessuno (?) sapesse dove eri andato a incasinarti...
l'avesse fatto qualcun'altro non gli avresti risaprmiato uno dei tuoi famosi caziatoni!  ::)
bell'esempio!  :o :o  ;D

cmq al di là di questo sono cime affascinanti e selvagge....interessanti i resti di guerra e le iscrizioni...la Busa Alta l'ho fatta ed è veramente bella...
;D ;D ;D gran cazziatone PAM!!!!

Offline SPIDI

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Bel giretto  :)  Originale e oserei dire irripetibile, almeno per la maggioranza dei frequentatori del forum  ;)
Qualche notizia l' avresti potuta trovare qui       http://girovagandoinmontagna.com/forums/index.php/topic,6068.0.html
Oppure chiedere ! La zona la conosco abbastanza bene  ::)
Bisogna andare dove pochi sono andati per vedere   
ciò che pochi hanno visto

Offline trabuccone

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Che dire?  ;D Traversata ardita e sicuramente irripetibile, almeno per me.... Le cengette erbose, tratti esposti non assicurati..... anche NO!! Complimentissimi Agh per la scelta dell'itinerario anche se effettivamente ti sei preso dei bei rischi lassù
per sempre oppressi da desiderio e ambizione c'e' una fame non ancora soddisfatta,
i nostri occhi stanchi ancora vagano all'orizzonte sebbene abbiamo percorso questa strada così tante volte

Offline enry69

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Un po ardito (te va in serca eh...?!) ma meraviglioso giro.
Il povero Morpurgo riposa in pace giù in Caoria....
http://www.itccarli.it/morpurgo/index.php :'(
"Tra le montagne mi sforzo di perfezionarmi fisicamente e spiritualmente. In loro presenza cerco di capire la mia vita, di neutralizzare la vanità, l'avidità, la paura. Esamino il mio passato, sogno il futuro e avverto in maniera particolarmente acuta il presente. Ad ogni impresa rinasco".  AB

Offline AGH

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Che dire?  ;D Traversata ardita e sicuramente irripetibile, almeno per me.... Le cengette erbose, tratti esposti non assicurati..... anche NO!! Complimentissimi Agh per la scelta dell'itinerario anche se effettivamente ti sei preso dei bei rischi lassù

ribadisco la difficoltà maggiore è fare il percorso la prima volta, non sapendo dove andare e quindi rischiano di infognarsi in situazioni poco simpatiche o pericolose visto che la zona è zeppa di baratri-precipizi. Una ripetizione ora sarebbe molto più semplice, pur restano ovviamente un giro abbastanza impegnativo :)
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Offline Alan

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Ciao Agh, ho letto attentamente la relazione, non capisco un paio di cose, innanzitutto complimenti, a vedere quelle foto e quei passaggi non sò neanche io se riuscirei ad inerpicarmi così :)!!

Cmq, tu sei partito dal Rif Cauriol e hai fatto subito la via Austriaca, per scendere non potevi fare la via Italiana e poi alla Forcella salire per il Cardinal?
Ribadisco che io non ho mai percorso quelle zone quindi non sò minimamente come siano i percorsi e il paesaggio, ma il mio giro vorrebbe essere, Cauriol, Cardinal , poi Busa Alta se avanza tempo!!
Per Busa Alta, non c'è un sentiero che sale? o è sempre e solo ravanaggio?

Offline enry69

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Negli ultimi due anni mi sono buttato a pesce nell’arrampicata libera perché mi permette di fare due cose che mi piacciono da morire: vivere l’ambiente da vicino e emozionarmi al massimo ripetendo vie talmente ardite che fino a qualche anno fa, sognavo solo sfogliando le riviste di settore.
Però non sono un estremista e appena trovo uno spazietto che si addice, torno là, dove mi sento a mio agio, come a casa e ritaglio una gita in Lagorai, così, per rimettere a posto la testa e il cuore.
Se poi, come spesso succede, in forum qualcuno mi suggerisce qualche spunto interessante, solo guardando le foto, desidero……e voglio andarci anch’io, come un bambino che guarda un giocattolo nella vetrina del negozio.
Ed eccoci. Quante volte ho salito in estate e inverno il Cauriol negli ultimi 10 anni? Almeno 8 volte. Le ultime due con neve ottima. E ogni volta che dalla selletta Carteri o dalla malga Laghetti (perché io “veneto” salgo quasi sempre dal versante del Vanoi), guardo il Cardinal, mi chiedo: ma perché non sono mai salito su quella cima? Perché nelle mappe non ci sono sentieri che aggirano tutto il gruppo? Perché durante le mie translagorai ho dovuto sempre fare il su e giù al rifugio? E quante volte al rifugio Cauriol leggendo quelle targhe affisse all’ingresso ho pensato….ma questa benedetta prima linea sarà ancora tracciata?
Insomma L’attrazione è sempre stata forte. Mi mancava solo una spintina ecco. Grazie AGH.
Mercoledi sono partito alle 5 col socio e alle 7 circa eravamo già in bosco sopra il Refavaie lanciati a vista verso cima Cauriol in direzione malga Laghetti. Tutto il bosco in zona Laghetti risulta “privato” e sopra i 1600 ci sono parecchi finferli nonostante il secco. Molti cartelli avvertono “vietato raccogliere”. Cartelli del fantomatico sentiero n.320 invece neanche l’ombra. Tiriamo su dritti. Caldo becco. Alla forcella sotto i crozzi del Cauriol, primo spuntino e studio mappa. Effettivamente non c’è molto da studiare. Dalla forcella in poi verso la dorsale sud del Cardinal iniziano subito resti di baraccamenti e la mulattiera è intuibile. Appena si attraversa sul lato sud, tra le rovine, l’accesso di alcune gallerie di ricovero degli alpini del Batt. Arvenis. Che lavorasso!!! Non so quanto reggeranno sotto il peso degli enormi sfasciumi. Curiosiamo un po. Saliamo sempre in mezza cresta tra le pietre e i ruderi e in diverse occasioni, indecisi sulla direzione, torniamo indietro. Alcuni passaggetti veramente esposti poi un costoncino erboso molto ripido ci porta sulla cresta (le tue foto AGH sono state molto di aiuto).
La cresta del Cardinal è piuttosto lunga e si arriva alla croce non prima di aver oltrepassato e curiosato in  diverse postazioni in caverna. Occorre piede fermo e sicuro. Dalla cima, un sentierino poco frequentato, attraverso il costone orientale, ci porta alla forcella Cardinal.  Altra merendina.
Dalla forcella, una cengetta erbosa (che i belumat chiamerebbero “viaz”), aggira in senso antiorario il massiccio della Busa Alta. Dopo il primo costone, il cd sentiero (che bisogna sempre indovinare) tira sempre più verso la cima e ci arriviamo verso le 4. Lo sviluppo della cresta della Busa Alta è un casino di salti e dirupi! In un paio di occasione abbiamo addirittura pensato di organizzare delle doppie per calarci ma era solo stanchezza... Studiando con calma i passaggi e avendo poi deciso di fare sosta per la notte al Coldosè, ce la siamo presa comoda. Arrivare alla croce della Busa Alta e procedere fino alla dorsale del Cadinon che segue naturalmente, non è stata proprio una passeggiata. L’ultimo tratto in discesa nel sentierino che porta alla forcella coldosè (il mitico 349 TLG), lo abbiamo percorso in silenzio ovvero in uno stato di trance psicologica dovuta a stanchezza cronica e sete infernale perché acqua finita due ore prima.
Arrivo al bivacco verso le 19.00 circa. Acceso subito il fuoco e riempito la pentola per una pasta (mezzo chilo). Ore 21.00 in branda non poco indolenziti.
Ore 6 sveglia e rientro al refavaie.





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