Trincee sulla dorsale sud di Cima Canzenagol, sullo sfondo Cima d'Asta
Dopo la recente scavallata Cauriol-Cardinal-Busa Alta, mi restavano da esplorare
Cima Canzenagol 2457 e Cadinon 2322 per completare la catena di cime. Dopo accurato studio delle mappe, decido di affrontare la salita per l’
ignoto vallone che sale da Malga Canzenagol, che prevedo abbastanza rognoso. Decisione che si rivelerà assai saggia. Alcune mappe riportano una vaga traccia, altre niente di niente. Anche esplorando la zona dall’alto con le magnifiche foto aeree di Bing, si intuisce che il vallone è ben poco battuto.
La catena di cime del Lagorai centro orientale, teatro di aspri ed epici combattimenti durante la Grande Guerra
Da
Ziano imbocco
la strada forestale per il Rif. Cauriol parcheggiando al tornante a quota 1330 circa. Seguo brevemente la forestale quindi trovo la biforcazione di quella che dovrebbe essere la
traccia del sentiero militare riportata sulla Kompass. E’ più un sentiero che una strada militare, infatti è la traccia sbagliata
La stradella militare la ritrovo poco più a monte (però nessuna indicazione) dopo una ravanata in zona disboscata dove c’è la solita distesa allucinante di ramaglie (ma perché non puliscono mai il bosco dagli scarti?).
"Angoli di Canada" salendo verso Malga Canzenagol
Boschi meravigliosi
Squarci verso la Val di Fiemme
La stradella è bella, si alza nel bosco con qualche tornante, in alcuni tratti è franata in seguito ai solito esboschi che hanno innescato l’erosione del terreno
. Ad un tratto sento il tipico “fischio” del
camoscio; eccolo là che mi osserva placidamente dall’alto, per nulla intimorito.
Camoscio curioso sorveglia l'intruso...
Proseguo e mi alzo di quota con bei squarci di paesaggio sulla
Val di Fiemme, intercetto la strada forestale che attraversa un bellissimo bosco e mi conduce alla splendida radura di
Malga Canzenagol 1733 (nei pressi c’è un biotopo): i locali sono aperti, niente letti ma tavolacci in una stanza, una grande cucina piuttosto confortevole dotata di suppellettili, legnaia fornita.
Malga Canzenagol 1733
Nei pressi della malga trovo con stupore due
cartelli simil Sat, senza numerazione poiché non sono sentieri ufficiali: uno per “
Lago Trote - Moregna 2 ore circa”, l’altro per “
Forcella Canzenagol ore 1,30” che è la mia mèta. Inizio la salita nell’erba alta, bagnatissima. Dopo mezz’ora di marcia attraversando ampie distese di “slavazi” (piante con foglie molto grandi), dalla cinta in giù sono letteralmente fradicio come se avessi attraversato un fiume
.
La sorpresa di un cartello nei pressi della malga: il sentiero poi svanirà nel nulla
Malga Canzenagol, con l'ampio locale cucina. Nel locale adiacente, tavolacci per dormire e legnaia fornita
La forcella Canzenagol appare lontanissima
In compenso faccio soste per mangiare ottimi mirtilli
Il sentiero, sempre ben segnato dai soliti segni bianco rossi, diventa erto e costantemente invaso dalla vegetazione, tra piante e ortiche alte dove si procede con attenzione anche per il
fondo viscido tra sassi e buche. La valle diventa sempre più stretta e sale a sbalzi, alternando strappi e tratti meno erti.
Incomincia il ravanaggio... la vegetazione ha praticamente inghiottito il sentiero
L'erba alta 1 metro con slavazi, ortiche, felci...
Improvvisamente sparisce ogni tipo di indicazione, come se chi tracciava il sentiero avesse finito il colore. Ma che senso ha segnare un sentiero che finisce nel nulla? Mah! Per fortuna la direzione è chiara, ma la marcia è faticosa per il fondo instabile e scivoloso tra sassi, macigni, lastronate di roccia, macchie di ontani che ostacolano il passaggio. Per fortuna il vallone non è mai troppo ripido e si sale discretamente.
Da qui in avanti scompare ogni traccia del sentiero: al centro la dura salita alla forcella Canzenagol
Quasi in cima....
Strappo finale alla forcella
Eccomi alla forcella Canzenagol
Dopo lunga salita arrivo finalmente a
Forcella Canzenagol 2220 letteralmente fradicio, mi tolgo le scarpe e strizzo i calzettoni da cui esce mezzo litro d’acqua ciascuno
. Meno male che gli Asolo erano in Goretex (ma possibile si inzuppino in questo modo?). Ho paura che il Canzenagol me lo scordo, camminare coi piedi e scarponi fradici non è il massimo, per non parlare dei pendii erbosi ripidi. Mi asciugo un po’ al sole poi mi reinfilo calzettoni e scarponi gelidi
((. Decido di andare a vedere com’è la salita al Canzenagol.
L'impressionante e ardito profilo del Coltorondo, salito la settimana scorsa; a sx Cima Moregna
Verga d'oro
Aggirata a nord la quota 2322 seguendo il sentiero verso il Rif. Cauriol, arrivo sotto il suo
versante settentrionale. C’è una spalla piuttosto comoda poi però verso la cima, il versante diventa roccioso, erto e rognoso. Intravvedo le solite fortificazioni e mi dico che dove ci sono quelle ci sono anche i camminamenti militari.
Abbandono dunque il sentiero 349 e mi avventuro verso la cima per andare a vedere com’è la situazione, poi più in alto deciderò il da farsi.
Appare il profilo di Cima Busa Alta
Resti di baracche e camminamenti della Grande Guerra
Saponaria pumila
Arrivato sotto la rampa finale, circa 150 m sotto la cima, ho due possibilità: o prendere di petto la salita ravanando su per un canalino erboso ripido, che pare fattibile anche se impegnativo, oppure deviare per camminamento militare verso la dorsale di NE dove c’è una forcella con trincee e resti di baracche militari. Così faccio.
Seguo il camminamento esposto e in certi tratti franato e arrivo presso i trinceramenti dove ho una lieta (e sperata) sorpresa: la cresta nord alla cima è meno rognosa di quello che poteva sembrare dal basso. Ok, decido di proseguire. Risalgo quindi il crinale con attenzione per le vecchie trincee e in circa 20 minuti sono facilmente sono in vetta a
Cima Canzengol 2457.
Itinerario di salita a Cima Canzenagol: salita alla spalla per ravanaggio libero, la parte alta segue un esile camminamento militare
Eccomi in vetta! Al centro il paese di Predazzo, sullo sfondo Latemar, a dx Catinaccio
Il rifugio Cauriol visto dalla cima
Il panorama è davvero grandioso, rivedo tutte le cime fatte nei week precedenti, tutte abbastanza impressionanti viste da qui, specie
Busa Alta verso sud e
Coltorondo verso est. Verso nord una notevole visuale su
Predazzo, con alle spalle il
Latemar, più a est il
Catinaccio svetta all’orizzonte.
Vista sulla dorsale sud e Cima di Busa Alta
Veduta verso il Vanoi: Cima Paradisi con Malga Fossernica
Dopo una breve sosta per il rifocillo, preferisco ripartire subito per affrontare “leggero” la parte veramente rognosa: cioè trovare la via di discesa per la ripidissima dorsale sud. Visto che sono in quota, decido di esplorare tutta la dorsale, in pratica un lungo e impressionante trinceramento sul filo di cresta. Trovo le solite
schegge di granata,
proiettili vari,
cartuccere,
reticolati ovunque, perfino delle
vertebre, spero non umane
((.
Dorsale sud Cima Canzenagol
Tutta la cresta sud è percorsa da una lunga trincea
Resti nelle trincee della cresta sud: schegge, vertebre (umane???), pallottole...
Il termine del trincerone sulla dorsale sud, sullo sfondo Cima d'Asta
Vista verso le Pale
Percorro le trincee fino in fondo verso la Busa Alta, dove in cuor mio spero di trovare un passaggio di discesa, ma invano: il crinale termina precipitando in dirupi verticali. Torno indietro e vagolo un po’ avanti e indietro cercando un passaggio.
La parete è molto esposta: c’è una miriade di camminamenti strettissimi a strapiombo nel vuoto, ne esploro qualcuno. Alcuni sono franati, altri sono ciechi o vanno su singole postazioni.
I reticolati sono ovunque
Cima Canzenagol, dorsale sud
Da sommarie informazioni avute in precedenza, ci dovrebbe essere un camminamento che sale a zig zag dal basso ma, da sopra, è impossibile capire da dove sbuca. Soprattutto non si riesce a vedere cosa c'è in basso, se ci sono salti. Non mi fido a scendere dove non si vede, e come regola evito di farlo. Dopo altre attente osservazioni individuo un
canalino ripido che scende deciso verso valle, è esposto ma con parecchi appigli. Vedo tutto il percorso, anche il piccolo conoide di arrivo, una delle poche zone alla base della parete senza salti di roccia. Bastano tre o quattro metri di salto e senza corde come fai? Scendo lentamente e con attenzione, provando bene gli appigli, un inciampo qui sarebbe fatale.
Durante la perigliosa discesa dalla dorsale sud
La linea di discesa, più a sud c'erano i camminamenti militare ma è stato impossibile indentificarli dall'alto
Con calma tuttavia arrivo fino in fondo senza grossi problemi, sembrava più brutta
. Ora posso tirare un sospiro di sollievo: ora sono su un costone pratoso molto ripido, gli scarponi ancora fradici fanno poca presa e devo stare attento. Non ho nessuna voglia di scendere fino a prendere il sentiero 349 che passa parecchio più a valle, sono quasi tentato di scavallare la dorsale ovest ma resisto all’idea e faccio bene.
Quasi in fondo al pezzo rognoso, ora devo rientrare sul fianco ovest, in fondo Predazzo
Ecco il traverso, un vecchio sentiero militare che permette di traversare il fianco ovest del Cazenangol senza perdere troppa quota
Il traverso visto da nord, un filo esposto...
Poco più in basso alla base delle rocce individuo un sentiero militare che traversa in costa i fianco ovest con diversi tratti esposti ma abbastanza sicuri, e che mi riporta alla base del Cazenangol sullo stesso versante di salita.
Riguadagno dunque il sentiero 349 che mi riporta a forcella Canzenagol, dove proseguo per
la sella tra le due cime del Cadinon.
Salvo! Rieccomi sul sentiero 349...
In marcia ora verso il Cadinon (sullo sfondo) in primo piano un fiore Verga d'oro
Risalgo brevemente la cima più alta di m 2322, facile finalmente e senza strapiombi, con un panorama vastissimo. L’ora però è ormai tarda e non ho molto tempo per trastullarmi coi panorami, devo affrettare la discesa.
In vetta al Cadinon 2322, sullo sfondo Cima d'Asta a sx e il Canzenangol appena disceso
Raggiungo
Forcella Coldosè 2170, dò un’occhiata dall’alto al
nuovo bivacco, poi scendo al lago delle Trote per un’ultima breve sosta prima di affrontare la lunga discesa.
Lago delle Trote
All’inizio il sentiero è bello poi la valle si stringe e alterna tratti in bel bosco e altri in boscaglia infame, con sentiero viscido nascosto nell’erba. Meglio non perdere la via perché, sotto, la valle diventa un budello “verde” con salti di roccia. Dopo un cordino di assicurazione i segni fino ad allora frequenti spariscono di botto e il sentiero diventa il letto sconnesso di un torrente in mezzo alla vegetazione alta, molto faticoso e scomodo. Ma ormai sono quasi in fondovalle grazie a dio.
Ormai sono quasi in fondo, il sole cala all'orizzonte
Intercetto la forestale che seguo fino al
ponticello a quota 1523, punto chiave da non perdere di vista perché qui c’è l’ultimo “rientro” per la Val Sadole, altrimenti si finisce a Predazzo. Trovo la traccia che risale un leggero dislivello e finalmente sono sulla forestale che con un lungo traversone mi riporta verso la Val Sadole fino al tornante dove ho la macchina. Sono ormai le 20.30, ancora un’ora scarsa di luce ma tutto perfetto direi (avevo anche la pila frontale)
.
Loc. la Busa con una splendida baita
Un altro giro grandioso in zone selvagge e solitarie, piuttosto impegnativo e faticoso, con panorami favolosi. Le poche persone incontrate, nonostante il mese di agosto, le ho viste alla forcella Coldosè e a forcella Canzenagol, poi fuori sentiero e sulle cime ovviamente non un’anima viva. Parte dell’itinerario come detto è fuori traccia: bisogna stare molto accorti, il terreno è infido e pieno di “trappole” ed è un attimo ritrovarsi incrodati se non si scelgono bene i passaggi giusti. Ma, superate le difficoltà, sono i giri che preferisco, selvaggi e solitari, decisamente tra i più entusiasmanti tra tutti quelli possibili
. Sviluppo 21 km, dislivello circa 1200.
il percorso