La tormentata cresta del MontalonDecido di esplorare una zona (ancora) ignota del Lagorai: stavolta è
la cresta che da Cima Buse va a Cima Montalon, che non ho mai fatto nonostante sia passato un’infinità di volte a sud e a nord. Non ci sono sentieri, ma confido nei vecchi
camminamenti della Grande Guerra. Parto dal solito
Ponte Conseria m 1468, dove prendo il
sentiero 317 che porta a
Malga Valsorda seconda 1901.
A monte di Malga ValsordaRododendri in fioreLarici e rododendriQui abbandono il sentiero e proseguo “alla selvaggia”, ovvero per i meravigliosi pascoli a monte della malga. Superata una dorsale boscosa di splendidi larici, sbuco in una specie di altopiano con delle bellissime spianate e vasti pascoli punteggiati di rododendri ancora in fiore. Raggiungo la lunga dorsale SE di Cima Buse che in basso diventa pianeggiante: un fantastico balcone naturale -
la Costa 2041- che si affaccia sulla bellissima
Val Montalon.
Val MontalonLa Costa e la dorsale verso Cima BuseLe vaste praterie alpine sotto Cima BuseCima d'Asta all'orizzonteSalita verso Cima BuseCima Buse vista da sud da una postazione militare a quota 2485Tracce di reticolati ovunque... Viste le nuvole che stanno arrivando in forze da sud, faccio una breve sosta per mangiare prima che vada via il sole. Riparto e salgo, con percorso libero, per la ripida dorsale puntando a dei contrafforti rocciosi, che si aggirano con prudenza fino a raggiungere
quota 2465, con parecchi resti di trincee, reticolati, muri a secco di baracche della Grande Guerra. Ora giro a nord e punto con un traversone (traccia) verso la testata del vallone che sale da Malga Costa fino alla ripida forcella sotto cima Buse a quota 2430.
Bellissime fioriture tardive: Eritrichium nanumAncora un ultimo sforzo e sono in vetta a
Cima Buse m 2574, come al solito invasa dalle nebbie. Provo a guardare verso il Montalon: il terreno mi pare assai infido e dirupato, ho le nebbie alle costole, non mi fermo e proseguo onde evitare casini con l’orientamento.
Cresta a SO di Cima Buse con scalinate di GuerraDai pressi di Cima Buse, vista sulla Val delle Stue: a sx Cimon di Busa Grana, sullo sfondo a dx Cimon della RoaCominciano "le montagne russe", ovvero saliscendi continui per aggirare i precipiziGuardando verso Passo Montalon e Pala del BeccoVal della Maddalene diramazione di Val delle StueL’illusione di trovare camminamenti di guera scompare ben presto: mi trovo subito a ravanare tra ripidi sfasciumi piuttosto insidiosi. Per fortuna le nebbie non riescono a scavalcare la cresta e se stanno a sud, così riesco a vedere abbastanza bene il percorso: una sequenza abbastanza allucinante di costoni ripidi di sfasciumi grandi e piccoli, interrotti da canalini ripidi che digradano verso ovest. A est invece dei baratri da paura.
Inizia il ravanamento: niente tracce di guerra, a dx il baratro, a sx ripidi pendii rocciosi di sfasciumiL'asprezza del paesaggio roccioso e dei precipizi è ingentilito dalle fioritureProcedo con molta calma cercando di stare il più possibile a ridosso della dorsale, dove però devo frequentemente abbandonare per per aggirare salti di roccia impraticabili a picco su orridi precipizi. Tra vari saliscendi, oltrepasso non senza difficoltà canalini ripidi che interrompono la cresta assai tormentata tra roccioni, dirupi, valloncelli, costoni. Sempre col terrore di trovarmi davanti un salto di roccia non aggirabile che mi costringerebbe a tornare indietrol. Raggiuno una
cima quotata 2522 senza nome, ma devo fare l’ennesimo dietrofront perché i roccioni sono verticali e impediscono di proseguire.
Eccomi alla cima senza nome quotata 2522Avanzo lentamente, con attenzione, per fortuna riesco quasi sempre a trovare i passaggi giusti evitando i tratti più esposti. Si arrampichicchia qua e là con passaggi di 1° grado e qualche breve tratto di 2°. Arrivo alla
cima quotata 2513: non si capisce una mazza riguardo la posizione, troppe cime e cimotte a confondere le idee lungo la tormentatissima cresta. Proseguo ancora lentamente arrivando sulla dorsale del
Monte Montalon 2501, dove ci sono altre trincee, piattaforme di baracche, molti tronchi serviti per le costruzioni, scalinate e camminamenti scavati nella roccia.
Verso Cima Montalon, con piazzole e scalinate coi resti della baracche di guerraSi attraversano spesso forcellette paurose: qui un cirmolo alpinista arrampicato fin poco sotto quota 2500Resti di baracche affacciate sulla Val StueGradinate verso una postazione militare in crestaRanuncolo dei ghiacciaiVedo ora finalmente il
Lago Stellune, proprio sotto di me, ma scendere di quota non si può, una bastionata rocciosa verticale intima l’alt. Proseguo ancora verso est fino all’ultima
cima senza nome a 2498. Una volta arrivato in cima però, come avevo intuito osservando la zona da lontano durante la salita mattutina, devo tornare indietro: il versante nord precipita verticale con un salto nel vuoto di almeno 200 metri.
Ecco il Lago delle Stellune dai pressi di Cima Montalon, a dx Cima StelluneSguardo indietro per il "ravanaio" appena scesoVerso l'ultima cima senza nome a quota 2411, in primo piano trincee e scalinate di guerra, in fondo a sx Cima StelluneScendo di nuovo e trovo una
piccola forcelletta che mi permette di aggirare i roccioni senza perdere troppa quota, quindi salgo alla
forcella a 2411. Qui prendo un sentiero militare molto malmesso e a tratti esposto che attraversa un costone ripidissimo che dà verso la grande conca pietrosa sotto cima Montalon.
A ridosso della cresta a precipizio Ancora fiori tra la desolazione di rocce e sfasciumi!Sguardo indietro alle creste appena fatte"Mazzetto" di fiori spontanei Altro sguardo indietro verso le tormentate cresteUltimo sforzo per l'ultima cima senza nome, sullo sfondo Cima StelluneLa forcelletta che permette di aggirare l'ultima cima che termina con rocce verticali: dietro la Cima Stellune avvolta dalle nebbie Sguardo verso Cima Orsera e Pale di SeguraTerminato il traversone esco finalmente verso i dolci pendii che digradano verso i due
Laghi di Buse Basse 2193 e 2135 (o Laghi di Rocco). Ora posso finalmente tirare il fiato, i passaggi rognosi e sconosciuti sono terminati, sono adesso in zone che conosco a menadito.
Finalmente i paesaggi pietrosi cedono il posto ai pascoli: Gentiana punctata Scendo ai laghi, con meravigliose macchie rosse di rododendro lungo le rive: il sole al tramonto dà al paesaggio un aspetto a dir poco fiabesco. Sullo sfondo in lontananza svettano le cime selvagge del
Cengello, le possenti
Pale di Segura e gli arditi
Campanili di Orsera, un paesaggio che mi lascia sempre a bocca aperta per tanta bellezza, anche se l’ho visto tante volte. Questo è sicuramente uno dei posti più belli di tutto il Lagorai.
Ecco uno dei laghi delle Buse Basse in tutta la sua magnificenzaIl paradiso può attendere: tanto c'è già in Lagorai Rododendri sulle riveUltimo sole su Cima d'Asta al tramontoCavalli a Malga Valsorda sulla via del ritornoMi fermo a mangiare qualcosa sulle rive del lago inferiore, quindi
rientro a Malga Valsorda e col 317 dell’andata raggiungo la macchina, sola soletta nel parcheggio, che sono ormai le 21
. Bellissimo giro, molto laboriosa e abbastanza impegnativa la traversata della cresta, paesaggi fiabeschi e giornata perfetta da incorniciare anche stavolta. E contento di essere andato da solo stavolta, se avessi avuto qualcuno con me non sarei stato tranquillo. Sviluppo 20 km, dislivello circa 1200 coi vari saliscendi.
Il tracciato