Lago di Reganel
Proseguo “l’esplorazione” del
Gruppo di Cima d’Asta. Dopo la meravigliosa salita al
Monte Corma 2507 nella parte nord occidentale, decido di salire il
Conte Moro, la cima più elevata nella parte orientale coi suoi 2407 metri.
Raggiunta
Caoria nel Vanoi, parcheggio l’auto nei pressi del
Ponte Belfe m 860. Quindi inizio a salire col
sentiero 383, che già conosco per averlo fatto qualche anno fa salendo ai meravigliosi
Laghi di Reganel. Il sentiero è bello e sale non troppo ripido a zig zag. A un bivio non segnato sbaglio direzione e salgo fino ai
Masi di Reganel 1237, dove mi rendo conto di essere fuori strada ma soprattutto troppo alto. Il nuovo proprietario, un padovano con famiglia al seguito, sta mettendo a posto il tetto, molto gentilmente mi offre una birra, dice che è rarissimo che passi gente
. Debbo declinare l'allettante offerta, altrimenti non mi muoverei più.
Masi di Reganel
Il bellissimo maso ristrutturato
Arrivo ad una strada forestale non segnata sulla Kompass, quindi ravano verso dei masi e per sentierello calo finalmente
sul fondovalle ritrovando il sentiero. Riprendo la marcia ma poi arriva un tratto davvero infame che ricordavo solo vagamente: il sentiero sbuca nel fondovalle vicino al rio e attraversa un
micidiale macereto invaso dalla vegetazione alta fino al petto, perdipiù pieno di ortiche “cattivissime” che pungono addirittura attraverso i pantaloni lunghi” I pochissimi e sbiaditi segni a terra sono inghiottiti dall’erba e non si vede nulla. Perciò avanzo intuendo la direzione solo perché l’erba è leggermente piegata da qualche raro bipede che, evidentemente, è passato in precedenza. Il fondo del sentiero è infido, scivoloso e pieni di buchi, il caldo è africano e avanzo con cautela per non pigliare storte tra la vegetazione quasi equatoriale. Segno che di qui ci passa ben poca gente. Un machete farebbe indubbiamente comodo.
Il terrifcante tratto nel fondovalle, con sentiero pressoché invisibile nell'erba alta fino al petto (anche ortiche pungigliose)
Dopo questa penosa traversata riguadagno finalmente il bosco, dove riappaiono i segni del sentiero. Dopo una breve salita, ohibò, sbuco su una nuova strada forestale che non ricordavo assolutamente: un cartello indica “
Svaizera”. Ottimo mi dico, averlo saputo prima mi risparmiavo la giungla di ortiche. La tengo buona come opzione per il ritorno.
Superato la zona infame del fondovalle, ci si alza di quota e col panorama di comincia a ragionare... Nella foto le Pale emergono dall'orizzonte
Distese di fiori
Riprendo la marcia, il sentiero sale a zig zag con tratti acquitrinosi fino al bivio col
ponticello per il bivacco Reganel. L’idea era di salire alla
Cima di Mezzogiorno e poi percorrere l’ignota
dorsale fino al Conte Moro, ma Angela mi aveva avvisato che il percorso è rognoso per via di orribili selve di ontani. La ravanata infame appena fatta in basso tra le ortiche mi ha calmato i bollori e quindi, vista l’ora un po’ tarda, decido di salire più comodamente dai laghi per tornare a fare qualche bella foto in quei posti meravigliosi.
La lunga dorsale che collega Cima di Mezzogiorno (a sx, non inquadrata) con il Conte Moro a dx
Salgo ancora di quota e dopo un altro tratto con erba altissima e acquitrini arrivo finalmente al
Lago Reganel basso 1854, una meraviglia assoluta. La volta precedente ci ero passato che era in ombra, ora col sole è una magnificenza. Mi fermo a fare un po’ di foto poi risalgo per un valloncello sotto a un poderoso roccione invaso ancora da erba alta (e daje) per sbucare in una bella radura pianeggiante, percorsa da sinuosi torrentelli.
Lago Reganel basso
Ancora erba alta!
Lago Reganel basso ripreso dalla riva sud
Ancora il Lago Reganel dall'alto, salendo al lago Reganel superiore: sullo sfondo da sx il Lagorai orientale e il Cimon della Pala (Pale di S. Martino)
Quindi ancora salita per costone ripido, con segni del sentiero rari e sbiaditi, che bisogna cercare con qualche attenzione in più per non perdere la traccia. Risalgo infine una facile valletta ed eccomi finalmente al
Lago di Reganel superiore m 2097. E’ uno dei posti più meravigliosi di queste zone che abbia mai visto.
Lago Reganel alto
La fatica è stata parecchia, anche per il caldo afoso e il dislivello non proprio banale di 1250 metri (1350 con l’errore della salita ai Masi Reganel). Mi fermo a fare foto e sosta panini in questo paradiso in terra. Dopo la pausa riprendo il cammino seguendo i rari segni del
sentiero 383 che si inerpica per balze rocciose e pratose per congiungersi con una strada militare che sale con alcuni tornanti.
Lago Reganel dall'alto, salendo verso la dorsale est del Conte Moro
Raggiunta la dorsale, eccomi affacciato verso la Val Viosa
A quota 2230, dove inizia il traversone sul versante nord del Conte Moro verso la forcella omonima,
abbandono il sentiero e risalgo liberamente per costone ripido fino a raggiungere il crinale ad est della cima. Tenendomi sulla dorsale verso Val Viosa, risalgo senza grosse difficoltà fino alla cima del
Conte Moro m 2407.
Dalla dorsale est del Conte Moro verso Lago Reganel, sullo sfondo la cresta del Col del Vento che conduce a Cima d'Asta (a sx) al centro la serie di cime con lo Spiadon a dx
Cima Conte Moro: le nebbie avanzano rapidamente provenienti da Cima d'Asta, meglio filare
Panorama immenso e meraviglioso ma l’ora tarda e nuvolaglie minacciose all’orizzonte mi impongono una rapida decisione sul che fare. Nebbioni arrivano rapidamente da
Cima d’Asta e si riversano rapidiamente a mo’ di valanga in
Val Viosa. Scarto subito l’idea di salire il
Col dela Cros per poi calare in
Val Regana, una discesa per costone ripido con baratri ai lati, che con scarsa visibilità è meglio evitare. Potrei tentare di rientrare dalla Val Viosa,
fatta in salita anni anni e che avevo soprannominato “inferno verde” per l'impraticabilità dei sentieri inghiottiti da vegetazione e frane, ma l’idea di infognarmi con poche ore luce disponibili non mi attrae particolarmente. Se il sentiero ufficiale è in queste condizioni precarie, figuriamoci le tracce dei vecchi sentieri militari!
Alla forcella Conte Moro, prendo il sentiero che traversa il versante nord della cima omonima, per tornare già al lago Reganel
Ancora Lago Reganel dall'alto
Sempre lui: Lago Reganel, màssa bel
Decido quindi per la via più semplice e meno rischiosa, ovvero
rientrare da dove sono salito.
Calo rapidamente dal Conte Moro dal versante ovest per tracce di sentiero, quindi torno giù ai laghi facendo la via di salita a ritroso. Quando arrivo sulla forestale, per evitare il tratto infame “urticante” mi sciroppo il
rientro fino a Svaizera e quindi giù fino
Ponte Belfe dove ho la macchina. Arrivo che sono quasi e 21, anche stavolta è andata liscia
Il percorso
Conclusioni: escursione decisamente impegnativa per lunghezza e dislivello, complici anche il caldo africano e il faticoso sentiero invaso per lunghi tratti dalla vegetazione alta. La sfacchinata però vale sicuramente la pena: si arriva in una delle zone più belle e selvagge del Vanoi, con due meravigliosi laghetti e i maestosi paesaggi del Gruppo di Cima d’Asta. PS: i sentieri segnati sulle Kompass sono notevolmente sbagliati, bisogna seguire i (pochi) segni a terra. Dislivello 1550, sviluppo 22 km.
PPS: la giungla di ortiche è evitabile salendo col sentiero ai masi di Reganel e quindi guadagnando in breve la strada forestale a monte che bypassa il sentiero di fondovalle