Bivacco Aldo Moro m 2565
Dopo una notte agitata per il gran freddo al
Bivacco Aldo Moro 2565, nonostante il triplo strato di coperte, mi alzo intirizzito e salgo alla
cima senza nome a ovest del bivacco, quota 2600 circa, per riscaldarmi ai primi raggi di sole. Giornata splendida anche oggi. Sarei tentato di salire al vicino
Coston dei Slavaci ma è una cima che già conosco, quindi preferisco concentrarmi sull’idea originale, che era quella di
esplorare le cime senza nome a est di forcella Ceremana.
La cima sopra il bivacco, sullo sfondo la Catena di Bocche
Dalla cima sopra il bivacco, vista verso Cima Bragarolo
Vista da una trincea verso le Pale di S. Martino
Veduta verso il Gruppo del Catinaccio
Bivacco Aldo Moro e Cima Bragarolo
Anche se non hanno un nome la quota è di tutto rispetto, intorno ai 2500 metri, inoltre per la loro posizione strategica immagino possano avere
testimonianze della Grande Guerra interessanti. Mi rimetto dunque in marcia e percorro a ritroso il sentiero fatto la notte precedente, fino a
Forcella Ceremana 2428. Di qui studio un po’ la salita, fuori sentiero, della cima che la sovrasta.
Ancoraggio della Grande Guerra
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Le placconate di roccia da attraversare
Sembra di poter salire abbastanza agevolmente dal
versante nord. Infatti così è: prendo il costolone roccioso settentrionale, inizialmente molto facile tra resti di trinceramenti, quindi attacco il ripido versante ovest affacciato sui precipizi, dove devo fare attenzione perché si impenna parecchio per cui salgo lentamente con prudenza per una pietraia, mettendo spesso le mani a terra.
Vista verso Ceremana
Da una trincea a quota 2550 verso le Pale
Arrivo sulla cima a quota 2510 m circa, scavata da trincee e con una grossa croce fatta con delle pietre. La vetta è circondata da baratri abbastanza spaventosi, specie verso sud: invece di fermarmi in vetta preferisco cercare subito
una alternativa alla discesa diversa da quella via di salita. La trovo seguendo uno
stretto camminamento di guerra che si infila in un angusto canalino, con resti di scalini, che mi permette di scendere quei 50 metri di dislivello fino ai
trinceramenti sottostanti.
La prima cima senza nome a quota 2500 circa
Trinceramenti con vista verso Cima Ceremana
Caverne sotto quota 2500
Come immaginavo anche questo crinale, vicinissimo alle
due cime del Colbricon, era ampiamente presidiato durante la Grande Guerra: oltre ai trinceramenti c’è una
mulattiera che corre a ridosso della cresta, varie caverne, postazioni di vedetta, bunker, rottami vari di stufe, schegge di bombe, perfino una catasta di legna nei pressi di un accampamento.
Cammino a ridosso del crinale, ampiamente trincerato e a picco sul precipizio a sud
Postazioni in caverna
Una mulattiera sottocresta collega le varie postazioni in caverna
Ricovero in caverna
L'ingresso
Al'interno ancora le grosse travi dell'epoca
Dall'interno della caverna vista sul Gruppo dell'Agnello
All’ingresso di una caverna trovo
una scritta incisa sulla pietra, purtroppo illeggibile perché consumata dal tempo. Per tracce di camminamenti, aggirando raccioni e salti di roccia, raggiungo anche
la seconda cima senza nome a quota 2550 circa, proprio di fronte a
cima Colbricon Ovest. Il paesaggio è fantastico, sotto la cresta ci sono gradoni rocciosi, vallette, conche, e altre caverne di guerra scavate nella roccia. Gran vista sulle
Pale di S. Martino, sulla forcella Colbricon e la cima del
Piccolo Colbricon discesa il giorno precedente.
La prima cima senza nome appena discesa, a sx si scorge la crossa croce di pietre
Ancora trinceramenti lungo il crinale
Il tremendo versante sud, gli austriaci erano appostati lungo il crinale temendo avanzate degli italiani in arrampicata dal basso
Rottami di stufa
Una catasta di legna nei pressi di una caverna
Un'altra postazione in caverna
L'interno è ancora puntellato con le vecchie travi
La scritta all'ingresso, purtroppo illeggibile perché cancellata dal tempo
Interno della postazione in caverna
Vista verso l'esterno su Fiemme
La micidiale bastionata di Ceremana lungo la quale correva la linea di fronte: barriera pressoché invalicabile per gli italiani
Dopo una lunga sosta panini e panorami
, inizio la discesa, raggiungo la forcella Colbricon e quindi giù lungamente
verso i laghi del Colbricon. Al Passo Colbricon 1908 devio verso NO per raggiungere l’incantevole conca da cui poi si risale brevemente per raggiungere
Malga Colbricon. Di qui per strada forestale, lunga discesa fino a Paneveggio dove ho la macchina.
Dalla seconda cima senza nome, vista su Cima Colbricon ovest, sullo sfondo le Pale
Momento di relax prima di scendere a valle: al centro il Piccolo Colbricon, sullo sfondo la Catena di Bocche e il Catinaccio
Il bizzarro labirinto di rocce sotto la cresta, al centro Piccolo Colbricon
Piccolo Colbricon, a sx della cima il ripido canalino disceso in notturna il giorno precedente, sullo sfondo il Gruppo del Catinaccio
Verso la Forcella Colbricon
Ancora una postazione in caverna
Forcella Colbricon con Piccolo Colbricon
Da Forcella Colbricon vista sulle Pale con Cima Vezzana e Cimon della Pala
Vista sulle Pale meridionali
Lungo la forra del Travignolo scendendo verso Paneveggio
Cervi a Paneveggio
Ultimi raggi di sole sulle Pale di S. Martino
Bel giro esplorativo, non proprio semplice, adatto solo a chi piace ravanare fuori sentiero a cercare trincee della Grande Guerra. Sviluppo 15 km, dislivello 350 m.
Il percorso: salita in rosso il primo giorno, in verde il secondo giorno
1 giorno: cercando la vecchia mulattiera della Grande Guerra da Pian Ceremanahttps://girovagandoinmontagna.com/gim/lagorai-cima-d'asta-rava/(lagorai)-cercando-la-mulattiera-della-grande-guerra-da-pian-ceremana/