Ciao.
Posto, per chi fosse interessato, il resoconto di una bella escursione da me personalmente affrontata la scorsa estate, ma, nevicate a parte, godibilissima anche in autunno.
Si tratta di una camminata medio-lunga ad anello nel settore centrale del Lagorai, per un buon tratto su tracce (eufemismo

).
Si parte dal parcheggio a quota 1400 m raggiungibile con sterrata da Masi di Cavalese. Da lì si sale, a volte con considerevole pendenza, fino ad una piana in prossimità di malga Fraton, a 1730m. Dalla piana bella visuale sulla cascata che scende dal lago.
Si prosegue per strada militare (segnavia 316), lastricata a pietroni dunque, fino al lago Lagorai (1870 m). Per la stradina pianeggiante si arriva alla malga Lagorai. Si torna indietro per la sponda opposta seguendo il segnavia 319 che punta alla forcella Cadinello; a quota 2080 m circa si prende a destra (bivio segnalato

) una traccia che ben presto si perde. Ci si alza progressivamente sotto dei roccioni con cascatelle, per poi proseguire liberamente (non ci sono tracce, se non pochi ometti distantissimi l'uno dall'altro) fra l’erba ed i massi affioranti.
La carta Kompass indica il bivacco Pieroni a circa 2200 m

, ma in realtà si tratta di muri perimetrali di un vecchio baito con tetto sfondato ed invaso dall’erba, dunque di nessuna utilità.
Mantenendo la destra orografica si risale il vallone, che dalla metà in su si incassa sempre più profondamente, con salti rocciosi a volte anche di decine di metri. Camminando in libertà sui gradoni e i cespi radi si arriva all'appartato laghetto dei Pieroni (2450 m).
Consigliabilissimo avventurarsi su per le fortificazioni del Cimon di Lasteolo (2560 m), una vera e propria cittadella in quota, costituita da camminamenti, baracche (quel che ne resta), gallerie e suggestive scalinate costruite dagli austro-ungarici nella prima guerra mondiale.
Da qui, allungando il percorso di circa un’ora (andata e ritorno), si può arrivare, con minimo saliscendi, fino alla sella sotto cima Litegosa, a 2500 m circa. Dal valico (attenzione, non il passo vero e proprio, che rimane circa 250 m più in basso verso nord) grandioso panorama sul Cauriol, Pale di S. Martino e Cima d’Asta.
Il rientro avviene per il segnavia 321, ad ampio semicerchio sopra la zona dei Pieroni (impressionante il mare di rocce levigate, invisibili dal basso), toccando le forcelle dei Pieroni e delle Sute.
La cresta che da est a ovest scende dalla cima delle Sute è valicata con un ardito camminamento di guerra, un salto di una quindicina di metri a gradini di pietra pressoché verticale ed esposto sulla pietraia sottostante.
In discesa si arriva nei pressi della forcella Lagorai, e, per il segnavia 316, ai laghetti di Lagorai 2280m. Da qui si ritorna con comodo sentiero fra prati e rocce fino al lago Lagorai.
Ho completato il percorso in poco più di sette ore di cammino.
Il senso orario dell’anello è più comodo per risalire il vallone dei Pieroni, che, come ho detto, presenta dei precipizi. Fatto in discesa qualche problema di orientamento lo potrebbe dare, mentre la linea di salita, per quanto non segnata, è sempre comprensibile e facilmente individuabile.
L’escursione non presenta difficoltà, tranne il cambio di versante sotto la cima delle Sute. Lì sono davvero necessarie fermezza di piede ed assenza di vertigini. Se si ha un poco di dimestichezza con l’arrampicata tutto aiuta a scendere con più tranquillità. Meglio sarebbe salirla, la scala, ma fra questa difficoltà e scendere il vallone senza riferimenti meglio i gradini.
Per il resto l’itinerario si svolge in ambienti grandiosi, grandemente suggestivi e praticamente deserti (ho incontrato solo una coppia di mezza età che saliva ai laghetti sotto l’acquazzone

). Il percorso in quota è quello della translagorai, dunque da provare

.
A presto.