Verso l'attacco della Ferrata Gabrielli, sullo sfondo la Cresta di Socede e Cima D'Asta Grandiosa ascensione oggi alla Cima D'Asta, con partenza da Malga Sorgazza e a Forcella Magna quindi salendo per la via ferrata Gabrielli...
Ecco il resoconto:
Lasciata la macchina a
Malga Sorgazza (1450 mt) abbiamo percorso la lunga strada sterrata forestale (segnavia 327) che porta alla
stazione a valle della teleferica m 1647 che serve il rifugio Brentari (circa 45 minuti... i tempi sono approssimati e per una andatura tranquilla ma continua). Abbandoniamo il sentiero 327 che conduce al Bualon di Cima d'Asta, che faremo al rientro. Dalla teleferica proseguiamo per comoda mulattiera militare (molti torrentelli) e poi sentiero (segnavia
380) ad ampi tornanti, con bei panorami su Val Malene. Risucchiamo una vociante comitiva di veneti con cani e arriviamo a
forcella Magna (m 2117, circa 2,30 ore), tristemente famosa postazione strategica dapprima dell'artiglieria austriaca e successivamente snodo fondamentale del fronte italiano nel Tesino durante la Grande Guerra. Fantastica vista verso la
bastionata sud del Lagorai nella zona di Cima Stellune.
Siamo stati anche tentati di allungare il percorso per salire ed ammirare il magnifico
laghetto sopra Forcella Magna ma, visti i 20 minuti per arrivarci secondo tabella al passo e l'ora un po' tarda, abbiamo deciso che non era il caso e ci siamo ripromessi di tornarci con calma. L'ampio panorama e la salita per arrivare a forcella Magna ha meritato comunque una breve pausa rifocillatoria prima di ripartire per la ferrata Gabrielli. Da forcella Magna, aggirando lo sperone di roccia che sovrasta verso Sud la forcella, abbiamo raggiunto per sentiero militare (ancora ben visibili le massicciate e resti di fortificazioni)
Cima Tellina e quindi alcuni meravigliosi balconi naturali con grandiose visioni su Cima D'Asta con le sue colossali placconate di granito. Poi, calando un poco di quota tra angusti canalini rocciosi e un sentierino in costa, arriviamo finalmente a quello che immaginiamo l'attacco della ferrata: uno
spaventevole e gigantesco diedro verticale, che ci sbarra severamente il passaggio.
Non abbiamo mai fatto questo percorso, che ci è del tutto ignoto: ridacchiamo nervosamente, facendo battutine, scendendo dal sentierino fino alla base del diedro e sperando che la ferrata non si arrampichi proprio di lì. Ci par di vedere anche dei luccichii sulle lisce pareti verticali (chiodi?) e cominciamo a preoccuparci... Per fortuna la ferrata ci passa a fianco e tiriamo un sospirone di sollievo
Mettiamo gli imbraghi ma l'inizio però non è dei più entusiasmanti: si comincia con un breve traverso, senza corda, con sotto un discreto salto di roccia, bisogna aggrapparsi ad un piccolo larice per passare. Poi per fortuna diventa decisamente facile: per canalini, costoni e sbalzi di roccia attrezzati con
cordini e qualche staffa si sale agevolmente. La ferrata è piacevole, varia, mai troppo difficile o insidiosa. Superata una stretta gola dove bisogna quasi strisciare in un passaggio, si riprende a piedi, ci chiediamo se la ferrata sia già finita. Dopo circa 15 minuti arriviamo sotto a un ripida paretina con
due scale "staffate" verticali, per un'altezza di circa 15-20 metri complessivi (con una cengiotta a metà). Nulla di grave, andiamo su con calma e usciamo su un rampone erboso-ghiaioso. Volendo,
si possono anche evitare le scale risalendo un disagevole ma non difficile canalino a fianco, dove evidentemente correva il vecchio sentiero (si intravedono ancora i vecchi segni). Arriva da sopra una coppia, un po' titubante, ci dicono che non ci sono più scale o corde, leviamo allora gli imbraghi.
Superata la ferrata quindi si prosegue assai ripidamente con sentiero lungo le
Creste di Socede, con spettacolari colpi d'occhio sul Lagorai sullo sfondo, con le inconfondibili piramidi di Cima Stellune e del Cauriol che svettano sull'orizzonte (ci viene in mente Enry che pochi giorni fa ha fatto la traversata). Sembra di non arrivare mai ma finalmente avvistiamo
Forcella di Socede m 2516 (3 ore da f. Magna!). Facciamo un'altra sosta per incamerare energia con tè, panini, barrette, tocco di grana. Da questo punto si scende con segnavia 375 e in poco tempo al lago e al rifugio. Poco sotto la forcella si incontra
un bivio con cartelli: uno è un po' preoccupante e dice "
Cima D'Asta canalone sud - cresta ovest, percorso alpinistico non segnato". Nel frattempo nebbioni si sono addensati sulla cima, a tratti la visibilità è davvero scarsa. Non avendo mai fatto questo tratto (abbiamo saputo di questa via da questo forum da Nantes:), siamo dubbiosi. Andiamo su? Lasciamo perdere? E' anche tardi, sono già le 15. Mancano solo 350 metri di dislivello alla vetta. Andiamo su. Almeno proviamo, alla peggio torneremo indietro.
Seguiamo l'esile traccia che va su in costa: per fortuna, dei
bollini rossi qua e là sui sassi ci rincuorano e ci indicano la via. Arriviamo in breve all'attacco del
ripido canalino di sfasciumi, non sembra così terribile: saliamo bene, i bollini rossi ci danno una certa sicurezza, la nebbia va e viene ma la visibilità resta molto buona. A un certo punto il canalino si biforca, noi si va a sx come indicano delle evidenti frecce di vernice su un sasso e in poco tempo siamo fuori, in una conchetta pietrosa: la
Bocchetta Canalon, alla base della
cresta ovest di Cima D'Asta. In uno squarcio di visibilità guardiamo su e vediamo una ripida "sassara" che somiglia molto alla nord di Cima Stellune. Ma non ci sono problemi, risaliamo faticosamente (il dislivello inizia farsi sentire) e
alle 15.50 siamo in vetta! Giusto in tempo per vedere una nuvolazza che arriva di gran carriere avvolgendo la cima.
Sul versante sud ora non si vede un bottone, su quello nord la visibilità però resta buona. Diamo un'occhiata al microscopico
Bivacco Cavinato (un letto a castello per 2 posti), bolliniamo la targa col logo di GIM e la cassetta del libro di vetta. La visibiltà sembra in peggioramento, sia pure con brevi sprazzi di sereno, peccato perché da qui il panorama è davvero grandioso. Ci incamminiamo quindi per la via di discesa per la "normale", ben segnata dal
sentiero 364, la visibilità è discreta. Si cala sul versante est verso la Val Regana nella conca sotto la
Forzeleta (2680 mt), che bisogna poi risalire per circa 80 metri. Questo tratto è attrezzato con cordino. Dalla Forzeleta scendiamo quindi al
Rifugio Ottone Brentari m 2480 (45 min).
Dopo una meritata pausa ristoratrice con tè caldo, scartiamo l'idea del rientro dal
sentiero della "Campagnassa" quando il gestore ci dice che ci vogliono altre 3 ore e mezza! Verso le 17.30 partiamo ed affrontiamo la lunga discesa di rientro, non senza sofferenza vista la sfacchinata della giornata. Abbiamo l'infelice idea di prendere la via più diretta (
segnavia 327), che percorre le
ripide placconate granitiche segnate coi segnavia bianco/rosso sulla roccia. Nei pressi della
Baita del Pastore 2132 mt incrociamo il sentiero che collega Forcella Magna. Per tutta la discesa bisogna stare bene attenti a non sbagliare un passo, il fondo è insidioso e sconnesso ed è facilissimo volare o prendersi una storta. Le ripide placconate di granito richiedono
garretti d'acciaio e molta attenzione. Poi il sentiero migliora ma è molto faticoso, con molti scalini tra le pietre. A 1800 metri finalmente, dopo ore e ore di selvagge crode, inzia la vegetazione ad alto fusto con un bellissimo bosco che attraversiamo con il sentiero che cala più gradualmente, a fianco di un bel torrente che gorgoglia rumorosomente. Arriviamo finalmente alla stazione a valle della teleferica, una liberazione. Dopo questa scalcagnata, anche la rilassante stradina di ritorno a malga Sorgazza (2 ore e mezza dal rifugio) ci sembra interminabile! Arriviamo alla macchina alle 20, sono ormai 10 ore che siamo in marcia!
Giro fantastico, se decidete di farlo, partite presto...
Ricapitolando i tempi, incluse le soste foto, ciàcere, mangiucchiate, bevute etc. la nostra tabella è stata questa:
part. 8.45 da malga sorgazza
9.30 stazione a valle teleferica
11.45 forcella magna (sosta)
ore 15 bivio per canalone sud e cresta ovest
15.50 vetta Cima D'Asta
16.15 partenza discesa
16.40 Forzeleta
17 rif. Ottone Brentari (sosta)
17.30 partenza e arrivo ore 20 parcheggio malga sorgazza
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