Martedì 16.09 partenza sul presto da Padova per affrontare il Cavriol (così era denominato un secolo fa dall’omonima località in val Cia sul versante sud e poi deformato dagli austriaci).
Arrivo a Ziano sul tardino causa traffico indicibile e salita al rifugio Cauriol con un bel sole. La strada è quasi tutta asfaltata tranne l’ultimo pezzo e ci si arriva in un quarto d’ora circa. Zaini già pronti, calzate scarpette e via. L’avvicinamento sul sentiero 320 alla base del Piccolo Cauriol che ci copre parzialmente la vista al Cauriol, dura circa un’oretta e riguarda il quattro Km della meravigliosa val Sadole. Tripudio di verde e acqua per l’appunto del torrente Sadole. Sulla sinistra orografica, ci fa ombra il massiccio della pala del Cardinal.
Deja vu del mio passaggio di circa due mesi fa, durante la mia Translagorai solitaria. Ero di corsa quella mattina mentre scendevo dal Formenton e fissavo il Cauriol sulla mia destra pensando…”tra qualche giorno torno e ti arrampico”!
Tornando a noi….bella passeggiata fino alla fine della valle, dove inizia una serie di 5 tornanti lunghi che ci portano nei pressi della forcella Sadole. Incrociamo l’imbocco a sinistra della c.d. via austriaca, variante di salita alla via italiana. Entrambi i sentieri salgono alla forcelletta Carteri sull’anticima. La via austriaca, più diretta, aggira il Piccolo Cauriol in senso orario e sale sulle pietraie alla selletta. La via Italiana lo aggira in senso antiorario sul versante sud e sale più dolcemente.
Dopo aver ravanato non poco sulle rovine delle postazioni e di quel che resta dei baraccamenti sul passo Sadole, ci avviamo verso il Cauriol per la via Italiana. Giornata stupenda e salita sul versante al sole. Nessuno in vista.
La salita fino alla forcella Carteri non è difficoltosa se non sullo strappetto finale. Sulla forcella incontriamo diversa gente che scende. E sul sentiero verso la cima due tre coppie che salgono.
Due tre foto e via verso la cima. Dalla val Cia iniziano a salire alcuni nuvoloni e il cielo si addensa sempre più. In mezz’oretta siamo sulla cima e mangiamo un boccone.
Ancora ravanamento e si riparte perché inizia anche a piovere. Scendiamo sulla via austriaca e in alcuni passaggi, colpa della pioggerellina fastidiosa, dobbiamo fare attenzione a non scivolare e a non perdere i riferimenti del sentiero già scarsi. Siamo obbligati ad indossare il poncho perché la pioggia aumenta di intensità ma ciò non ci preoccupa. Alle tre siamo nuovamente in valle e alle quattro rientriamo alla malga Cauriol dove per forza di cose ci vediamo costretti a sedere a tavola e consumare frittate, formaggi e birra.
Breve visita al rifugio/museo baita Cauriol per un caffè e rientro a casa.
Nonostante la pioggia, gita più che soddisfacente. Inserita nella top ten da rifare con neve alta e assestata.