(È incredibile come dopo quattro anni passati oltralpe a dirmi “quando torno in Italia mi sfondo di montagna” io mi ritrovi seduto su un treno che, come ogni settimana, mi sballotta da un posto all’altro, non certo verso gite o escursioni in mezzo alla natura. Sono tornato in pianta stabile dallo scorso luglio e la mia “nuova” vita italiana si è avventata su di me e sul mio tempo libero senza pietà, in un combattimento corpo a corpo in cui spero di prenderla per sfinimento in modo da poter finalmente rimettermi gli scarponi e tornare per monti… Ma la pugna sarà lunga, per cui da questa posizione flaccida e infagottata tenterò quantomeno di rinfrancarmi nel ricordo delle escursioni compiute l’estate e l’autunno scorsi.)
Il lago di Cima d’Asta (2451m) visto arrivando dal sentiero 375. Questo è il primo giro “serio” dell’estate, per me e Daniele. Vogliamo raggiungere
Cima d’Asta (2847m) attraverso un percorso di più ampio respiro, che dall’imprescindibile
malga Sorgazza (1450m) si sviluppa sui versanti dei monti a ovest del vallone che ospita la malga e il
torrente Grigno, per poi raggiungere il
rifugio Brentari (2473m) attraverso la
ferrata Gabrielli, salire la cima e infine scendere per il vallone di Cima d’Asta.
Partenza prima dell’alba di domenica 15 luglio 2018 da casa mia, arrivo qualche ora dopo alla Sorgazza, dove parcheggiamo e da subito ci mettiamo a pomiciare con le nostre proprie ginocchia su per il
sentiero 328, che in un’ora abbondante ci porta al bel
lago (artificiale)
di Costa Brunella (2012m).
Il lago di Costa Brunella (2012m). Ci innalziamo e attraversiamo la parte sud-occidentale dell’anfiteatro che circonda il lago. In mezz’ora raggiungiamo
forcella Quarazza, sottostante l’omonima cima. Da qui scorgiamo chiaramente la
Cima del Frate (2351m) e il
Cimon Rava (2436m), che salutiamo con quel bonario sorriso che solo i “vecchi” amici sanno suscitare (
li conosciamo dall’ormai lontano 2015).
Rododendri in fiore disseminati per l’intero anfiteatro del lago.Il lago visto dall’alto del vallone, con Cima d’Asta che incombe, sulla sinistra. Guardando a sud si vedono chiaramente Cima Frate e Cimon Rava. Da
forcella Quarazza viriamo a nord e lungo il
sentiero 373, fino a raggiungere il ciglio dell’anfiteatro di Costa Brunella, da dove si gode di una vista panoramica mozzafiato: a est la
val Vendrame, a ovest la
val Orsera, davanti a noi svetta
Cima Orsera (2471m) mentre dietro di noi
Cima Quarazza (2530m) ci protegge dal vento che fino a qualche attimo prima ci ululava nelle orecchie. In fondo, onnipresente e lapidaria, ci osserva la
Cima d’Asta. Da qui discendiamo per la ripida traccia, talvolta aiutati da brevi tratti attrezzati e in tre quarti d’ora raggiungiamo
forcella Orsera (2306m).
La vista dal ciglio settentrionale dell’anfiteatro. Sullo sfondo buona parte del Lagorai. Dalla forcella la pendenza si addolcisce, percorriamo la circonferenza del vallone calpestando le pietraie ferruginose e in un’ora circa raggiungiamo la
forcella delle Buse Todesche (2309m). Da lì, in un’ulteriore ora e un quarto, arriviamo alla
forcella Magna (2117m) e all’omonimo laghetto. Durante il percorso ragioniamo sulla fattibilità o meno del nostro piano originario: la nuvolaglia incombe sulle nostre teste dalla mattina, poco prima del laghetto si commuove e ci piange un po’ addosso, facendoci dubitare delle nostre intenzioni. Ad attenderci c’è la
ferrata Gabrielli, che a posteriori posso dire facile e breve, ma che allora non avevo mai fatto. L’idea di trovarmi sotto un temporale estivo attaccato alla fune metallica non mi aggrada per nulla… Daniele suggerisce di attendere e fare uno spuntino, in modo da capire meglio come il tempo si evolverà. Stiamo fermi qualche minuto e il sole squarcia il manto di nubi, asciugando in pochi istanti la roccia umida. Decidiamo di provare, per cui indossiamo gli imbraghi e spingiamo sull’acceleratore, su per l’erto pendio che mena all’attacco della ferrata.
A sinistra il tratto attrezzato; in mezzo il baito Lasteati, incontrato poco prima di forcella Magna. A destra il lago di forcella Magna. Questa divertente ferrata risale i diedri rocciosi con fune e qualche balzo verticale con dei gradini in ferro, è da considerarsi facile ma è bene non soffrire di vertigini. I tratti attrezzati propriamente detti si percorrono in quaranta minuti circa, per poi divallare verso il
lago di Cima d’Asta (2451m).
Sulla sinistra le scalinate della Gabrielli.La ferrata vista dall'alto.Finalmente in vista del lago di Cima d’Asta. In effetti Cima d’Asta e il suo scuro lago si sono mantenuti fino a poco tempo fa in una dimensione lontana e inamovibile: nonostante i nostri sforzi ci sembravano sempre ugualmente distanti. E invece, al di là della china erbosa che succede la ferrata, eccoli sbucare vicinissimi. Arriviamo per ora di pranzo al lago e al
rifugio Brentari (2473m). Mentre il cielo torna a rannuvolarsi noi ci rifocilliamo con il pranzo al sacco e la solita fetta di crostata, che più d’ogni timbro suggella i nostri passaggi per i rifugi.
Il lago di Cima d’Asta (2451m) visto arrivando dal sentiero 375. Dopo pranzo ci confrontiamo nuovamente sulla situazione meteorologica e questa volta riteniamo più prudente non salire fino alla cima: le nuvole si sono addensate e la coprono quasi completamente, sentiamo brontolare in lontananza… Meglio rispettare la pudica vetta e tornare a farle la corte in futuro. Ridiscendiamo quindi per i
sentieri 327B e
327, che in un paio d’ore abbondanti ci riportano alla macchina.
PERCORSO: 20km 2000D+ 8h In allegato il file kml