
Piana di Caldenave
Non ho preparato bene questa escursione-ravanata e sono stato punito

In realtà sono partito senza una meta precisa, solo una vaga intenzione di salire a
Cima Orsera, che avevo già fatto ma sempre dal ripido
versante est per la mulattiera della Grande Guerra. Mi era rimasta la curiosità degli altri versanti... Così quando sono arrivato a
Caldenave ho provato a guardare in alto. Cima Orsera sembra lontanissima, però la spalla appare larga e fattibile fino a dei roccioni in alto che sembrano piuttosto problematici. Oltre non si vede nulla. Indeciso se salire ai Laghi Inferno decido intanto di andare a vedere il
Baito all'Aia della Pesa, che ho visto tante volte con curiosità sulle foto satellitari ma mai visto "dal vero".

Da Caldenave guardando Cima Orsera

Arrivo a Caldenave
Prendo il sentiero che sale ai
Laghi Inferno, poi a
quota 1900 prendo un invisibile bivio (segnato però sulle carte OSM) e seguendo una labile traccia mi inoltro in una
magnifica valletta in leggera salita. L'autunno sta colorando i larici di colori meravigliosi, è un paradiso. Arrivo al
baito, minuscolo e assai rudimentale sotto a un magnifico larice: appena un tetto sulla testa ma il posto è fantastico. E' stato rimesso a posto con nuove tavole di legno. Faccio una pausa per decidere il da farsi. L'intuito mi dice che probabilmente c'è una
traccia che va in Val Orsera. Mi guardo intorno e la intuisco subito

Salendo verso l'Aia della Pesa

Sguardo verso la Val Montalon con la Pala del Becco (a dx)

I meravigliosi colori dell'autunno

Il baito all'Aia della Pesa
Provo a seguirla: si vede appena ma scende gradualmente verso val Orsera, come supponevo. Quando arrivo in un aperto
canalone del versante sud decido di provare a salire. Il versante è molto ripido, in alto verso la cresta si vedono rocce che a occhio saranno difficili da superare, ma provo a proseguire. La salita non è difficilissima ma ostica, con erba alta, buchi tra le pietre, costoni erbosi molto ripidi. Con calma mi alzo faticosamente di quota.
Circa a metà salita ci sarebbe una facile uscita verso la dorsale ovest, ma decido di provare a salire più direttamente per provare ad evitare i
roccioni del crinale che sembrano molto ostici.

Inizio la salita dal versante sud

Sguardo verso Ravetta

I Campanili di Orsera mi fanno "compagnia" nelle dura salita

Salendo per il vallonazzo impervio

Individuo una via di salita sfruttando costoni erbosi tra salti di roccia
Individuo dopo attenta osservazione la via di salita, per costoni erbosi ripidi. Scivolare non sarebbe bello, avevo avuto l'idea di portare i ramponcini ma chiaramente li ho dimenticati a casa. Salgo con calma, lentamente, con
laboriosi zigzag per sfruttare i tratti di pendenza meno ostica, salgo anche a ridosso dei pochi alberi, dove ci sono, per frenare eventuali cadute... A 3/4 della salita mi rendo conto che non riuscirò a passare i roccioni e raggiungere la cresta. Quando mi affaccio su un crinalino roccioso resto di sale: un micidiale vallone precipita a valle tra i dirupi, impossibile passare.

Sguardo in basso dopo la durissima salita, qui sono a circa metà

Un tratto molto erto

Sguardo in basso verso la piana di Caldenave

Mi affaccio sul vallone: ciao! Impossibile proseguire da qui
Mi dirigo allora verso la dorsale principale, sperando di poter aggirare l'ostacolo passando a nord. Col solito laborioso percorso a zig zag per evitare le pendenza troppo ripide e i salti di roccia raggiungo la dorsale, che è molto ampia e questo mi rallegra.

La via di salita dal versante sud fino alla spalla ovest

Eccomi sulla dorsale! Sullo sfondo la Catena del Lagorai: al centro Pala del Becco, forcella Montalon e Cima delle Buse
Salgo ancora fino a quota 2325 e
provo ad affacciarmi sul versante nord. Qua mi piglia lo sconforto: vedo la cima non troppo lontana, ma ci sono dei dirupi tremendi in mezzo. Ci sarebbe un
canalino di sfasciumi da provare a salire fino in cresta con tratti esposti, ma poi non so com'è in alto e se si può proseguire.

Ecco l'orrore: dirupi inaccessibili per arrivare alla cima Orsera (in alto) dal versante nord

Questa sembra l'unica via d'accesso fattibile ma non banale: ma poi arrivati al crinale? Lascio perdere!

Inizio la discesa per la dorsalona ovest, sullo sfondi il Cengello
Decido di lasciare perdere: sono già le due e sono da solo, non mi pare saggio andare a infognarsi in posti simili. Sono appena 100 metri sotto la cima, pazienza, la considero quasi raggiunta.
Ora però si tratta di capire come tornare a valle. Decido di provare a scendere dalla
dorsale ovest, ritornare nel canalone fatto in salita e poi
riprendere la traccia che si inoltra in val Orsera. Con calma scendo su terreno molto insidioso, ripido, con erba alta scivolosa che copre le buche e pietraie varie, le storte sono in agguato. Grazie al gps del telefono
ritrovo facilmente la traccia di salita fino al
traverso appena visibile che mi porta al sentiero ufficiale
Sat 373A che sale dalla val Orsera.

Sguardo verso la il fondovalle di Campelle

Dopo aver disceso la dorsale mi ributto nel canalone fatto in salita. sullo sfondo Cima Brunella, Cima Trento, Campanili di Orsera

Tronco di cirmolo consumato dal tempo

Ci sono quasi, in fondo al canalone riprendo la traccia che mi porta in Val Orsera

Eccomi sulla traccia appena visibile nell'erba, un facile traverso verso Val Orsera tra splendidi larici illuminati dal sole

Eccomi alla Piana di Caldenave, salvo!

Un dei posti più belli di sempre

Il torrente forma delle piccole pozze d'acqua
Scendo quindi nella magnifica
Piana di Caldenave, e dopo aver fatto un po' di foto raggiungo il rifugio (chiuso). Do anche una occhiata la bivacco, che non avevo mai visto. Gradevole ma spartano. Quindi per la stessa via di salita scendo fino a Tedon dove ho l'auto.

Piana di Caldenave con Cima Caldenave

Rifugio Caldenave

La magnifica piana inferiore

Il Rio Caldenave forma delle piscine naturali di acqua cristallina
Circa 1000 metri di dislivello in ravanage quasi estremo, molto faticoso ma alla fine di soddisfazione. Non ho raggiunto la vetta ma l'orientamento era perfetto, l'ho mancata di poco. Magari un giorno riproverò la salita da questo versante, che è bellissimo e selvaggio. Sviluppo 12,3 km, dislivello circa 1000 metri.

Il tratto di salita dal versante sud