Cima Cenon, a sx il Croz di Primalunetta
Meteotrentino stava quasi per fregarmi, poi ho visto che il tempo non pareva così male come sembrava. Ho approfittato quindi per fare una mini “esplorazione” nel
Gruppo di Rava per sentieri che non avevo mai fatto. Partito dal solito
Ponte Rudole m 1336 ho percorso la forestale fino a
Malga Val de Prà 1755. Qui ho abbandonato la forestale per seguire una traccia a mezza costa che va
verso Cappella S. Bortolo. I lamenti insistenti di un cane che provenivano dal bosco sopra la malga, mi hanno fatto però tornare indietro e cambiare itinerario. Sono così salito per tentare di cercarlo per la traccia che risale il fianco del canalone sopra la malga. Mi è apparso dopo circa 20 minuti sul sentiero, magro, media taglia, con un collare. Pareva fradicio, è rimasto fermo a guardarmi solo per pochi secondi prima di darsi alla fuga precipitosa. Non l’ho più visto, anche se continuavo a sentieri i lamenti
Nessun richiamo è servito a nulla, ho pensato che avrei riprovato al ritorno.
Il magnifico sentiero, non ufficiale, sul versante sud del Croz di Primalunetta a quota 1900 metri circa
Sono salito quindi fino
a 1920 metri, dove ho trovato il bivio “misterioso” incontrato altre volte: il sentiero che parte da lì è un bellissimo traversone, non segnato, che prosegue in costa, pressoché pianeggiate, fino ad una bella aia soleggiata.
Qui trovo delle tabelle, non Sat, che indicano la via. Una diramazione prosegue in costa, io invece prendo quella che sale verso le
Buse del Pilo, che si alza di poco e poi diventa anch’essa un comodo traversone. Trovo le traccia di una strada militare inghiottita dalla vegetazione che sale, provo a seguirla per un po’ ma poi lascio perdere: troppo vaga, torno giù e proseguo seguendo il sentiero facile, c’è anche una sorgente con fontanella in legno.
Il magnifico sentiero non ufficiale
A quota 2000 sbuco alle splendide Buse del Pilo, nei cui pressi sorgono i resti di
una baracca militare che non avevo mai visto. Poco vicino hanno costruito una specie di baita-riparo. Risalgo le Buse del Pilo, dei piccoli pianori ormai intorbati. Qui trovo della tabelle che mi informano che
l’antico sentiero è stato ripristinato da dei pensionati di Spera: ottima iniziativa!
La baracca della Grande Guerra nei pressi delle Buse del Pilo
Segnaletica...
Buse del Pilo
Salgo ora sul costone più ripido dove si direziona il sentiero, con molto ometti e paline come segnavia, fino a congiungermi con il sentiero militare soprastante che corre sul
fianco sud del Croz di Primaluetta, collegando l’
Aia Patissi sul versante ovest. Ancora un ultimo strappetto e arrivo al bel
Laghetto di Primalunetta 2106, dove una coppia di Castelfranco Veneto si è installata sulla spiaggetta a fare il picnic
. Mi fermo anche io poco distante per sosta panini.
Verso la forcella e il Lago di Primalunetta
Buse del Pilo
Laghetto di Primalunetta
Il meteo è finora ottimo, nel primo pomeriggio mentre ozio sdraiato sullo zaino a mo’ di cuscino però rimbomba un tuono dalla fondovalle in Valsugana, sicché mi rimetto velocemente in marcia. Risalgo fino alla forcella e quindi
l’erto canalino sul fianco est dove un
sentiero militare sale a stretti zig zag fino alla vetta del
Croz di Primalunetta 2304.
Laghetto di Primalunetta
Cima Caldenave
In cima al ripido canalino che conduce alla vetta del Croz di Primalunetta
Tra i trinceroni in vetta al Croz di Primalunetta
All'uscita del canalino, con cima Primaluna e Cima Ravetta
Panorama grandioso che lascia senza fiato ogni volta, anche se lo conoscevo già. La cima del Croz è una mesta desolazione di trincee e trinceroni, scavi, resti di baracche, camminamenti, strade selciate, caverne, postazioni, un vero e proprio villaggio in quota.
Cima Croz di Primalunetta
Resti di baracche sul versante nord, con vista verso la zona di Passo Cinque Croci
Il nuovo bivacco intitolato all'alpino Antonio Tadina (del battaglione Monrosa); rovine della Grande Guerra
Gallerie; scalinate
La lunga file dei resti delle baracche
I lavori di ripristino del villaggio militare che sta sulla cima, occupata da imponenti trincee e dai resti di una serie di baracche, sono andati avanti. Provo però una certa delusione nel constatare che gli antichi muretti a secco, che i soldati hanno eretto con tanta fatica 100 anni fa, sono stati
consolidati sbrigativamente col cemento ((. Il pavimento delle baracche poi sono state riempite di sassi. Ma perché?
Gli antichi muretti a secco sono stati sbrigativamente consolidati con cemento; i resti delle baracche riempiti di pietre...
Sui resti di una delle baracche è stato edificato un bivacco, ora agibile con brande, tavolo e stufa. Bruttarelli anche i
totem dell’onnipresente ferraglia di “corten”, con una tabella con scritto “Progetto Grande Guerra”, senza alcun’altra spiegazione. Devo dire la verità, mi piaceva di più prima dei lavori, era molto più impressionante da vedere e il “ripristino”, bivacco a parte, non ha aggiunto granché di significativo a mio avviso.
Il nuovo bivacco; l'interno con brande, tavolo e stufa
Verso Cima Cenon
Il selvaggio vallone delle Tavarde, sullo sfondo Cima Orsera e Cima Caldenave
Proseguo ora per facile cresta fino alla
Cima Cenon 2278, quindi per l’ampia spalla scendo fino all’
Aia Patissi 2160 e ancora già per il
costone di Val de Prà fino a quota 2000, dove ci sono delle rudimentali panche. Qui il sentiero svolta decisamente verso SE.
Trinceramenti; filo spinato
Gregge all'Aia Patissi
Resti di baracche all'Aia Patissi
Aia Patissi con vista verso Forcella Valsorda
Qui anziché tornare giù per il solito sentiero che gira a SE, decido di
esplorare la traccia vista diverse volte, che si inoltra pianeggiante verso NE. Il sentiero, anche se non segnato da nulla, è abbastanza evidente. Mi avvio.
Dall'Aia Patissi scendendo verso il Coston di Val de Prà
Coston di Val de Prà, qui il sentiero si dirama con possibilità di scendere a Pozza Bonomo
La deviazione che sulla carta scende a Malga Cenon di Sopra non esiste, in compenso la traccia si mantiene buona e, calando poi progressivamente di quota, raggiunge per bei boschi la
Pozza Bonomo 1853, completamente prosciugata vista la siccità. Scendo ora in
Val Rudole per buona traccia per boschi solitari, calando di quota fino alla forestale (non segnata sulle carte).
Il bel sentiero che scende verso Pozza Bonomo
Ponticello sopra Pozza Bonomo; Pozza Bonomo prosciugata
Rinuncio a tagliare per la traccia, pressoché introvabile: seguo invece
la strada forestale che mi conduce poco sotto Malga Cenon, di qui calo per la forestale principale per la stessa via dell’andata. Arrivato alla macchina, torno su in auto (sperano di non prendere multe visto il divieto ai non autorizzati) fino a Malga Val di Prà per cercare di nuovo il cane. Di cui però non c’è alcuna traccia, né lamento. Speriamo l’abbia trovato qualcuno o abbia fatto ritorno a casa...
Il bel sentiero che scende per la selvaggia e solitaria Val Rudole
Giro molto bello e abbastanza facile, panoramico con paesaggi grandiosi, interessante anche dal punto di vista storico con le numerose rovine della Grande Guerra. Belli i sentieri “non ufficiali” che sono ben tracciati e offrono delle prospettive inconsuete. Sviluppo 18 km, dislivello m 1000 circa.
Il percorso