Lunedi 7 agosto, prima escursione vacanziera, in compagnia di un gruppo eterogeneo di cui facevano parte teenagers e alcuni dei soliti compagni di escursione da oltre 40 anni.
La meta, il gruppo Rujoch - Schliverai Spitz, è probabilmente uno dei più citati nel forum, ma in questo periodo non si butta via niente per cercare di ridargli un po' di slancio, almeno nel periodo estivo.
Schliverai Spitz (seconda cima da sx) e Rujoch (al centro)
Il giro ad anello che abbiamo percorso non era mai stato comunque relazionato, anche perchè non fra i più brevi per chi vuole compiere l'ascensione a questo gruppo posto nelle estreme propaggini occidentali della catena del Lagorai. Il percorso infatti prevede un lungo tratto di forestale (circa 5 km prevalentemente pianeggianti) prima di iniziare ad affrontare il primo tratto di sentiero vero e proprio.
Lasciate le auto verso le 9.30 presso il parcheggio del passo Redebus, ci incamminiamo lungo un sentiero in direzione sud-est che si dirama dalla provinciale nello stesso punto in cui ha origine il sentiero 443B verso malga Stramaiolo. Il sentiero che in epoca pre Vaia era indicato da delle tabelle, ora dopo essere rimasto chiuso per anni, ne è privo ma risulta essere sufficientemente recuperato ed agevolmente percorribile. Questo tratto, lungo circa 800 mt aiuta a prendere rapidamente quota e ad evitare un ulteriore lungo tratto di forestale che viene incrociata a circa 1600 mt di quota. Bisogna prestare molta attenzione al ritorno perchè l'innesto del sentiero è quasi invisibile.
Nei 5 km di forestale che portano al sentiero in direzione di Passo Cagnon si alternano tratti in cui il bosco è scampato agli scempi di Vaia ed è magnificamente conservato ad altri in cui gli schianti hanno lasciato, unica magra consolazione, la possibilità di godere di una spettacolare vista, complice anche la giornata limpida e ventosa, sulla Valle dei Mocheni e sull'alta Valsugana fino agli altipiani di Lavarone e Folgaria.
La conca di Pergine con la Vigolana e la Marzola
Fravort e Gronlait
Alta Val dei Mocheni
Durante il tragitto dobbamo cedere il passo ad un ordinato gregge di pecore che in prima fila schiera, con funzioni di apripista, alcuni esemplari ben dotati di strumenti di dissuasione.
Il corteo è chiuso dal pastore con un paio di cani molto efficaci nel loro lavoro quanto benevoli nei confronti degli estranei: spettacolo sempre molto suggestivo, rattristato solo dal piccolo agnello che il pastore teneva in braccio a causa di un'infezione che lo aveva reso cieco. ( Non sarà la stessa forma che negli anni addietro ha provocato la quasi scomparsa dei camosci nella zona?)
Terminato questo lungo tratto, la strada giunge ad incrociare, poco sotto quota 1800mt, il sentiero 314 che da Palù del Fersina sale verso Passo Cagnon percorrendo la Val Battisti. Arrivati fin lì in totale relax, affrontiamo le prime pendenze impegnative della giornata. Il sentiero ci porta rapidamente ad uscire dal limite del bosco, il paesaggio muta rapidamente ed è caratterizzato dai prati che scendono dalle pendici del Rujoch alla nostra sinistra ed alla nostra destra da un paesaggio che ricorda quasi quello dei calanchi appenninici , con i fianchi del Monte Conca, costituiti da detriti più fini, solcati dalle incisioni delle acque meteoriche.
Da segnalare la presenza di una spettacolare cascata lungo il corso del Rio Battisti posta poco prima di incontrare sul sentiero la Croce Lenzi che ricorda la scomparsa Di Giorgio Lenzi avvenuta esattamente 140 anni prima: 7 agosto 1883.
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In ordine sparso raggiungiamo il passo
Una volta raggiunto Passo Cagnon (2120mt), la vista si apre sulla testata della Val Calamento e sulle principali cime del Lagorai fino al gruppo Rava-Cima d'Asta.
[url=https://imgur.com/gx8jCgw]Da nord il vento fresco ci sconsiglia un prolungata permanenza e quindi proseguiamo lungoil sentiero 340 in direzione del soprastante Passo di Val Mattio con l'intenzione di sfruttare il riparo offerto dai ruderi delle postazioni austriache della Grande Guerra per per la sosta pranzo. In effetti il luogo è sufficentemente al riparo e si riesce a godere del tepore del sole durante la pausa.
Resti di una stufa
Il terrazzamento con i resti degli insediamenti austriaci
Ripartiti, arriviamo in breve al Passo di Val Mattio (2310mt) lungo un bel sentiero che richiede in alcuni tratti un po' di attenzione. Da qui la vista si spinge fino ai gruppi dolomitici: Catinaccio, Sella, Marmolada e Pale di San Martino sono facilmente riconoscibili. Verso Nord, ancora più lontane,le cime dell'Alto Adige con i ghiacciai residui.
Vista da Passo di Val Mattio: in primo piano da sx Fregasoga, M.te Camin e M.te Croce
Da quì abbandoniamo il sentiero 340 per seguire i segni biancorossi che indicano il sentiero che conduce fino alla cresta Schliverai Spitz-Rujoch, inizialmente su terreno piuttosto smosso e disagevole. Giunti sulla cresta lo sguardo spazia finalmente a 360 gradi riunendo un sol colpo d'occhio le viste parziali della giornata. Percorriamo la cresta, non particolarmente difficile, che conduce prima allo Schliverai Spitz, punto più elevato dell'escursione con i suoi 2432mt e poco dopo al Rujoch (2415mt).
Non mi è mai stato chiaro perchè delle due cime sia quella meno rilevante altimetricamente ad avere maggiore notorietà, l'unica spiegazione che mi sono dato è che essendo il Rujoch punto geodetico, abbia trovato nella topografia un maggior risalto rispetto al suo vicino. Anche utilizzando la fattezza e le dimensioni delle croci come indice di importanza di una cima non c'è proprio gara...
La croce sulla cima dello Schliverai Spitz
Superata il Rujoch, si percorre in discesa la lunga dorsale che prima con pendenze blande porta a superare tutte le cime minori che la punteggiano fino a giungere con un ultimo ripido tratto a Passo Polpen (1939mt).
Imbocchiamo il sentiero 462 che da Malga Stramaiolo conduce a Palù del Fersina fino a ricongiurngerci alla forestale che riporta verso Passo Redebus che raggiungiamo, dal sentiero percorso all'andata, verso le 18.30. Ce la siamo presa comoda ma la giornata (vento in quota a parte) non invogliava ad un rientro rapido.
Percorso: 16 km con circa 1100mt di dislivello.
Ringraziamento ai presenti: a Isabella , Stefano e Paolo, presenze abituali in queste giornate in montagna, e ai miei figli Leonardo e Francesca con l'amica Matilde, perchè vedere i giovani in montagna fa sempre bene.