
In vetta a Cima Inferno
In questo periodo con la neve ancora in quota mi sono dedicato nelle uscite più recenti ad esplorare le lunghe e bellissime dorsali del
Lagorai centrale sul versante della Val di Fiemme. Stavolta mi metto in testa di salire
Cima Inferno da nord partendo da Arodolo, un incantevole, piccolo e appartato altopiano che non avevo mai visto. L’avvicinamento a Cima Inferno da qui è lungo eterno,
al di fuori di qualunque sentiero Sat: bisogna districarsi infatti in un
reticolo sterminato di strade forestali che attraversano estesissime abetaie.

Salendo verso Arodolo, vista sulla Val di Fiemme, sullo sfondo Corno a sx e Pala di Santa a dx

Un magnifico maso ad Arodolo

Partenza!

Vista verso il Corno Nero
Quasi indispensabile l’aiuto del GPS del cellulare e di una buona cartografia. Per molti km, di panorami se ne vedono pochi, ma
si attraversano boschi molto belli. Per fortuna le strade forestali sono molto varie e mai noiose, e permettono di prendere quota in modo graduale con poca fatica. Ci sono addirittura lunghi tratti pianeggianti che attraversano la dorsale.

Attraverso splendidi boschi

La bella forestale prende gradualmente quota

Baito nuovo della Storta (chiuso)
Quando si aprono squarci panoramici sulle montagne circostanti, sembrano davvero paesaggi canadesi. Dopo parecchi km di marcia decido di
abbandonare la forestale che scende verso Malga Inferno, che mi obbligherebbe a perdere dislivello e fare un giro più largo.

Le forestali sono molto varie e mai noiose, permettono di prendere quota in modo molto graduale

Angolo di bosco di abete rosso

Macino km su km di strade forestali

Un tratto pianeggiante bellissimo
Salgo quindi a intuito per per una dorsale boscosa ripida ma per fortuna ben camminabile, per riprendere la forestale più in alto che con un
traversone mi porta in corrispondenza della dorsale che conduce alla cima. Non ho idea quanto sia affrontabile, sentieri o tracce sulle carte non ce sono, dalle foto aeree consultate pin precedenza parrebbe di sì.

In marcia verso Cima Inferno

Vista verso la dorsale di Fregasoga
Ancora un magnfico tratto pianeggiante

Vista verso Cimon di Val Moena

Abbandono la forestale e taglio su per il bosco per non perdere quota
Se ci sono salti di roccia e vegetazione alta, come temo, son dolori.
Trovo con sorpresa e sollievo però un piccolo cartello in legno: “Cima Inferno”. In realtà la traccia
si perde quasi subito tra i rododendri, che qui vegetano rigogliosi, diventando molto vaga se non invisibile.

L'ultimo tratto di forestale mi porta lungo la dorsale nord di Cima Inferno

Con sorpresa trovo un cartello: in realtà la traccia si perde quasi subito...

La dorsale non è ripida

La vegetazione non è troppo fitta e si riesce a passare agevolmente
Riesco tuttavia a districarmi tra grandi e meravigliosi grossi cirmoli e
tracce di sentiero fino alla bellissima spalla pianeggiante con un grande radura di prato, che raggiungo senza difficoltà. Proseguo ancora per raggiungere un’altra spalla che dà l’accesso al crinale roccioso fino alla cima.

Eccomi nel tratto finale sulla dorsale di prato, in fondo la mia cima!

Ultimo tratto di bosco prima della cresta finale

M. Croce a sx e dorsale del Fregasoga
Anche qui ci sono tracce vaghissime che si perdono spesso: comunque stando a ridosso del filo di cresta riesco a salire abbastanza bene fino poco sotto la cima, dove delle
pietraie da attraversare con macigni mobili impongono una certa attenzione.

La rampa finale verso la vetta

Verso la cima iniziano le pietraie

Eccomi in vetta! Vista su Pala del Becco, Montalòn, Ziolera
Arrivo
in vetta indenne a Cima Inferno 2346 ravanando un po’ tra le pietraie. Il meteo nel frattempo è peggiorato assai. Cerco una piazzola d'erba per sosta panini. Pioviggina un poco. Intanto all’orizzonte si accumulano nuvolaglie poco promettenti, infatti nel pomeriggio è prevista possibilità di temporali.

Vista verso il Cimon di Val Moena e la Conca del Forame col Cimon di Busa Grana in fondo a dx

Da Cima Inferno la lunghissima cresta che volendo si può percorrere, per esile traccia, fino al Cimon di Busa Grana

Ultimo sguardo alla cima a quota 2346

Da Cima Inferno verso Cimon di Busa Grana

Discesa "a panza" verso Malga Coston, attraverso una delle poche radure percorribili

Eccomi a Malga Coston, si intravedono gli "sguazzi" verso Croce e Fregasoga
Riparto tornando giù a ritroso per la stessa via di salita fino spalla pratosa:
qui taglio giù per una radura per intercettare un sentiero che avevo mappato tempo fa, e che mi porta alla sottostante Malga Coston. Qui mi preparo mentalmente per affrontare l’eterno rientro concatenando parecchie strade forestali.

Malga Coston, il locale del malgaro è aperto

Il tempo si mette male, accelero la discesa

Il Montalon avvolto dalle nuvolaglie

Pala del Becco e Montalon

Boschi meravigliosi
La chiave di volta è l’attraversamento del versante ovest che mi permetterebbe di rientrare ad Arodolo senza perdere quota. Il problema è che tutte le mappe mostrano
una interruzione della strada forestale presso un canalone, tranne la nuovissima
Tabacco comprata da poco.

Baita nel bosco

Perdo inesorabilmente quota, mentre spunta il sole
Dopo lunghissima discesa ed aver incrociato parecchi bivi con altre forestali, a quota 1250 prendo la deviazione prevista. Man mano che procedo però mi accorgo che la forestale è sempre più malmessa. Quando arrivo al canalone l’amara sorpresa:
una colossale frana di roccia ha cancellato tutto. Il vallone è ridotto ad un budello ripidissimo di ghiaie instabili. Anche ammesso riuscissi a traversarlo, poi dovrei ravanare duramente per cercare la strada forestale sul versante opposto, su un terreno molto impervio e dirupato.
Decido di rinunciare. Torno quindi indietro e, seguendo le varie forestali, scendo inesorabilmente di quota.
Faccio un altro tentativo con un’altra forestale più in basso non segnata sulle carte, ma anche questa si arresta sul ciglio del canalone maledetto: impossibile passare.

La forestale è uno sfacelo, più avanti è impossibile procedere a causa di una grossa frana che ha cancellato tutto

Torno indietro sui miei passi e scendo verso valle

Al centro in rosso i due tentativi, falliti, di passare il vallone
Torno indietro ancora un volta e mi rassegno a raggiungere il fondovalle, calando di quota fin sulla strada provinciale, che in in paio di km che scende ancora
fino a quota m 950. Qui prendo un’altra forestale che mi riporta lentamente in quota,
con un largo traversone, fino ad Arodolo, dove raggiungo la macchina ormai ridotto al lumicino, alle 8.30 di sera.

La forestale che sale lentamente verso Arodolo

Eccomi ad Arodolo!

Bellissime baite punteggiano il piccolo altopiano
Il logger segna 32 km. Il dislivello complessivo è di 1450 coi vari saliscendi. Gran bella escursione di resistenza in vaste abetaie, in luoghi selvaggi e deserti, frequentati da nessuno tranne che dai boscaioli e qualche raro indigeno. Per la cronaca, in tutta la giornata non ho incontrato nessuno.

Il percorso della dorsale di Cima Inferno, e il rientro in basso