Cimon di Lasteolo sud con le rovine della Grande Guerra, sullo sfondo a dx la cima nord m 2560; a sx Cima Formion, al centro spunta Cimon di Cadinello
Dura ravanata esplorando fuori traccia alcune cime ancora ignote in Lagorai:
Cimon di Cadinello 2438,
Cima Formion 2529 e
Cimon di Lasteolo 2560. Il Cadinello l’avevo visto tante volte e mi aveva sempre incuriosito per la sua particolare forma: una specie di prua puntata verso sud, con una vasta conca ad anfiteatro a nord delimitata da due ripide dorsali.
Da sx Cimon di Lasteolo, Cima Formion, Cimon di Cadinello, Lago di Lagorai a dx
Non mi dilungherò troppo in dettagli perché alla fine, pur essendo un giro meraviglioso, non lo consiglio:
troppo ravanatorio e anche un po’ pericoloso per diversi tratti ripidi esposti, un piede in fallo e ciao. Se non siete votati al ravanaggio duro e al masochismo, meglio lasciar perdere.
Sulle creste fuori sentiero tra Cimon di Cadinello e Formion: vista sul Lago Lagorai
In ogni caso, anche questa escursione è stata pianifica a tavolino, con mappe, foto aeree e il solito sopralluogo virtuale con Bing e Google Earth. Purtroppo la rappresentazione 3D lascia alquanto a desiderare: il paesaggio montano viene appiattito troppo e non si ha mai una soddisfacente rappresentazione del territorio, che pareva molto più abbordabile di quanto non fosse nella realtà.
La strada selciata della Grande Guerra
Da lontano vedo con una certa preoccupazione il versante nord di Cima Formion...
Il meraviglioso Lago Lagorai
Sono quindi partito verso l’ignoto con un itinerario di massima, pronto a modificarlo alla bisogna. Dal
parcheggio alle Mandre circa 1400 ho raggiunto rapidamente il meraviglioso
Lago di Lagorai 1870, quindi col
319 verso la
Forcella di Cadinello. Poco sotto il passo, come previsto, ho abbandonato il sentiero inoltrandomi
con percorso libero verso la selvaggia conca a nord del Formion.
Semprevivo
Qui c’era il primo problema:
guadagnare la dorsale del Cadinello per il ripido versante ovest. Su Bing pareva facile, nella realtà ripidissime balze rocciose e costoni erbosi impervi. “Indovino” un passaggio nel bosco un po’ più rado, e arrampicandomi come una capra, aggrappandomi all’erba e ai rododendri, riesco a raggiungere la dorsale nei pressi dei due grandi tabelloni che servono da riperitori radio. Proseguo ora per un tratto di dorsale quasi pianeggiante ma in alcuni tratti piuttosto affilata ed esposta, quindi raggiungo con un ripido strappo finale il
Cimon di Cadinello 2438.
La dorsale verso Cimon di Cadinello, a dx Cima Formion
Eccomi in vetta a Cimon di Cadinello, sullo sfondo a dx Cimon di Lasteolo
Da sx: vista verso ovest su Cauriol, Cima Litegosa, Cima Cupolà
La vista è spaziale ma non mi sento tranquillo: come sarà la discesa? Salto la sosta prevista e riparto subito per andare a vedere. Come temevo, la dorsale che scende verso il Formion è ripida, a sbalzi, stretta e parecchio esposta su costoni erbosi e rocciosi ripidissimi. Voglio levarmi in fretta da questa preoccupazione. Con molta attenzione riesco a scendere, lentamente, fino alla forcella, dove tiro un grosso sospiro di sollievo. A questo appunto attacco
Cima Formion 2529: il crinale è impraticabile ma spostandosi leggermente sul fianco est riesco a salire l’erto costone senza grosse difficoltà. Quando sono a pochi passi dalla cima resto di stucco: c’è una persona! Mai avrei immaginato di trovare qualcuno su questa cima sperduta! Infatti è un indigeno, a cui chiedo lumi su dove sia meglio scendere. Come calcolato, mi conferma che è il versante est che digrada verso la Val Cavelonte.
Sono sul Cimon di Cadinello, ora il problema è capire come scendere per andare su Cima Formion sullo sfondo
Scendendo alla rognosa dorsale del Cadinello, con vista sul Formion
Clematide Montana scendendo dal Cadinello
L'ostica discesa della cresta sud del Cimon del Cadinello
Eccomi in vetta anche al Formion, sullo sfondo a dx il Cimon delle Sute
Sono grosso modo a metà strada dell’escursione ipotizzata: ora il problema è trovare la via discesa per scendere dal Formion sul ripiano alla base, e poi
risalire verso il Lasteolo. Calo seguendo il valloncello verso est, che purtroppo non arriva sul ripiano sottostante ma si affaccia su una
balconata di rocce verticali alta una trentina di metri. Cercando e ravanando avanti e indietro, aggrappandomi ai rododendri tra le lisce pareti verticali di porfido, riesco a trovare un non facile e tortuoso passaggio verso valle, dove passo per il rotto della cuffia calandomi, come una scimmia, per un paio di salti non proprio agevoli. Tiro un altro grosso sospiro di sollievo, anche questa è andata.
Sceso dal Formion, transito sotto il Cimon di Cadinello appena fatto, cercando il passaggio per la discesa
Ecco il salto di roccia, ho dovuto ravanare per trovare una via dove si passa per il rotto della cuffia, in foto pare facile ma non lo è
Ora devo attraversare queste pietraie per salire verso il Lasteolo
Ora punto con percorso libero verso il Lasteolo attraversando magnifiche conche prative disseminate di enormi macigni franati dall’alto. I rododendri in fiore ingentiliscono questo paesaggio meraviglioso e primordiale, dove non c’è nulla che ricordi neppure lontanamente la presenza dell’uomo. Un ruscello gorgoglia gagliardo in questa magnificenza, sovrastando il canto degli uccelli e i fischi delle marmotte allarmate dal mio passaggio. Sono a stretto contatto con la natura, da solo, e vago in totale e assoluta libertà per queste lande d’alta quota senza sentieri o tracce. E’ una sensazione magnifica!
Luoghi assolutamente selvaggi, senza sentieri né tracce: una mandibola di escursionista?
Salendo verso il Lasteolo, vista su Litegosa e Cima Cupolà
Eccomi a quota 2400, col crinale sud del Formion e, a dx, il Cimon di Cadinello
Risalgo lentamente di quota fino a rintracciare una mulattiera militare che mi porta poco sopra al lago dei Pieroni. Ci sono due cime poco più in alto, separate da una sella e che prendono il nome di Cimon di Lasteolo. Da lontano si scorgono le
trincee e le rovine della baracche della Grande Guerra.
Laghetto dei Pieroni a dx Cimon Laste delle Sute
Cima sud del Cimon di Lasteolo con le rovine degli accampamenti della grande guerra
Postazione a picco sull'Alpe Laghetti, con vista verso il Col di S. Giovanni
Resti di baracche con vista su Cima Formion
Salgo la prima cima verso sud con facile mulattiera. Mi aggiro per le trincee, entro in uno stòl (caverna), esploro i resti desolati delle baracche, è sempre impressionate aggirarsi tra queste rovine, pensando ai soldati che vivevano quassù. Le trincee si affacciano sui tremendi dirupi che precipitano sull’Alpe Laghetti, con visuale su Valcion e Cima d’Asta.
Cimon di Lasteolo visto dalla cima sud
Trincea e postazione con vista su Cima d'Asta; postazione con veduta su Cima Cupolà
Pezzo di stufa; oggetto indefinito...
Un pezzo di grata di una stufa?; le rovine sono imponenti con alti muri a secco...
Postazione in vetta a cima Lasteolo sud con vista sull'Alpe Laghetti
Ora voglio salire la
cima principale di Lasteolo 2560: scendo alla base e, per mulattiera e tratto di sentiero 321 verso est, arrivo ad un altro stòl dove si dirama una mulattiera militare, in parte malmessa ma che si riesce a seguire abbastanza bene, che prende quota verso la cima. Si vedono bene ancora le scalinate.
Ora mi sposto verso la cima nord di Lasteolo m 2560, il punto più alto dell'escursione
Cima Formion e Cimon di Cadinello salite in precedenza
La salita a cima nord presso uno stòl; scalinate di pietra
All'interno di uno stòl; ancoraggio lungo la scalinata
In vetta al Cimon di Lasteolo m 2560, con vista verso Litegosa e Cima Cupolà
Arrivo in vetta, anche qui altre
numerose rovine di guerra: la vista è grandiosa, mi attardo a fare un po’ di foto, per tirare il fiato e mangiare qualcosa. La strada per il fondovalle è ancora lunghissima quindi riparto dopo pochi minuti. Torno al
laghetto dei Pieroni e da lì prendo il bellissimo
sentiero 319A che, con una lunghissima discesa, mi riporta al Lago Lagorai, quindi con il
316 alla macchina.
Postazione verso cima sud
Cresta sud del Formion
Scendo di nuovo al laghetto Pieroni per rientrare a valle col bellissimo sentiero 319A
Mi volto indietro, scendendo col 319A
Giro impegnativo e difficile, anche se entusiasmante. Certo la prima volta, quando non si sa nulla del percorso e bisogna inventarselo perché non ci sono sentieri né tracce, tutto appare più difficile. Tuttavia questo è un giro che consiglierei a cuor leggero: ci sono diversi tratti difficili ed esposti che richiedono assenza di vertigini e pié fermo, con passaggi di 1° e 2° grado. Nulla di tremendo ma bisogna stare molto attenti.
Ridiscendo al Lago Lagorai ormai al tramonto
Ultimo sguardo prima di scendere a valle...
Per chi volesse evitare complicazioni, si può salire dal Lago Lagorai direttamente al laghetto dei Pieroni col bel sentiero 319A, e poi alle due cime di Lasteolo con poca difficoltà. Il giro sopra descritto: sviluppo 22 km, dislivello circa 1500 m.
Il percorso