L'apice dell'escursione: bagno rigenerante nello stupendo Lago Grande (2125m). Il comprensorio di Cima d'Asta mi affascina ad ogni escursione di più: circa due settimane or sono, ispirato da
una relazione di AGH, mi recai verso il Col del Vento, rimanendo incantato dagli impervi versanti ferrosi che corrono sulle schiene nordiche di questo selvaggio gruppo montuoso. Mercoledì 22 luglio 2015, decido di affrontare quest'ultimo di faccia, partendo dalle pendici meridionali, compiendo un memorabile anello con picco al
Cimon Rava (2436m), accompagnato dal buon Daniele, con il quale, nei primi giorni di Agosto, effettuerò un trek di 7/8 giorni.
Sveglia alle 4:00, partenza alle 5:00 e arrivo a Bieno (TN) alle 6:40. Dobbiamo acquistare un paio di bottiglie da 1,5L al supermercato che apre alle 7:00, per cui aspettiamo una ventina di minuti, durante i quali abbiamo modo di apprezzare il centro storico e l'antica chiesa del villaggio. Compriamo dunque i beveraggi (senza poter fare a meno di procurarci l'adorato salame all'aglio), rimontiamo in macchina e percorriamo l'ultima manciata di chilometri che ci separa dal nostro punto di partenza. Alle 7:20 raggiungiamo lo stesso, facciamo colazione col salame di cui sopra, infiliamo gli scarponi ai piedi e, alle 7:30, cominciamo l'escursione.
Il punto di attacco si trova su una strada forestale poco dopo una serie di masi convertiti a case di villeggiatura denominata
Calmuco sulla mappa (Kompass 621), che si raggiunge prendendo la deviazione verso
Drio Silana, che si distacca a sinistra della SP78 subito dopo Pradellano (andando verso Pieve Tesino). Tale forestale, dopo 3km circa, sbocca sul prato di
Malga Fierollo di Sotto (1482m), stupenda e ben tenuta. Risaliamo il pascolo scosceso e attraversiamo un accampamento parrocchiale riparato dagli alberi dietro alla malga, ancora in fase di risveglio.
Si parte! Sulla forestale che risale il Calmuco.Malga Fierollo di Sotto (1482m) e l'antistante prato, un luogo magico e silenzioso.Malga Fierollo di Sotto (1482m) alle prime luci del mattino. Appena dopo il campo, i primi segni indicanti il
sentiero 366 da noi calcato appaiono. Ci inerpichiamo attraverso la vegetazione, grati a quest'ultima che ci ripara provvidenzialmente dal sole mattutino che ormai fa capolino dai versanti del
Monte Fierollo (2141m). Passiamo di lato a
Malga Fierollo di Sopra (1747m), altrettanto suggestiva e circondata da alcuni cavalli che pascolano tranquilli.
Malga Fierollo di Sopra (1747m) e il panorama verso sud dalla stessa: in primo piano da sinistra il Monte Mezza (1679m) e il Monte Lefre (1305m), poi, oltre la Valsugana, svettano Punta Molina (1920m) e Cima della Caldiera (2124m). In soli 2km circa ci alziamo di 500m. Accompagnati dal diradarsi delle conifere in favore di più vaste distese erbose, arriviamo prima ai
Laghi della Bella Venezia (1963m), poi all'omonimo bivacco, una piccola baita monolocale che, ad una nostra ispezione, appare vuoto (ad eccezione di una panca, un tavolo e una bottiglia vuota) e pulito. Sul tavolo un paio di agende contengono le firme e le frasi di chi è passato per il bivacco, apponiamo anche noi le nostre "X" e ci ripromettiamo di passare la notte lì, in futuro.
Avvistiamo il bivacco Bella Venezia (1967m) in basso a sinistra, insediamento di granito sul pietroso versante, sovrastato dal Colle della Bella Venezia (2207m).Il bivacco Bella Venezia (1967m), come appare da vicino: una semplice, ma ben tenuta, casupola.I Laghi della Bella Venezia (1963m) visti dal bivacco. Lasciamo l'assolato ricovero e ci avviamo lungo l'antica strada (suppongo militare) che a tratti ricompare, avvistiamo
Forcella Fierollo (2246m), che però non abbiamo in programma di valicare. Infatti, al bivio noi prendiamo il
sentiero 366B, lungo il quale aggiriamo il monte e ci spostiamo sul versante nord-orientale dello stesso.
L'acuminata Forcella Fierollo (2246m) vista dal basso. Si noti anche l'antica strada che riaffiora dal suolo in basso a destra.Il Monte Fierollo (2141m) dal sentiero 366B. In mezz'ora circa, ci troviamo di fronte a quello spettacoloso complesso roccioso che è
Cima del Frate (2364m), un'altra ardita opera di Madre Natura che, sfidando le leggi di gravità, pose questi dolmen di granito nelle più acrobatiche posizioni. Appena prima del Frate, iniziamo a notare grotte, feritoie e trincee risalenti al primo conflitto mondiale. A est, gigantesca e impressionante, svetta
Cima d'Asta(2847m), resa ancor più misteriosa dalla foschia causata dall'umidità. Beati da una tale bellezza, ci concediamo sosta al formaggio e foto di rito.
Una grotta poco prima del Frate, che porta ad una feritoia sul versante opposto.L'incredibile Cima del Frate (2364m), dietro e a destra della quale si scorge la Cima Costa Brunella (2295m). Ripartiamo lungo la
Cresta del Frate, un sentiero particolare perché a tratti dentro trincee e vie della prima guerra mondiale, tra corridoi angusti scavati nella roccia e lungo l'iconica
Gradinata dei Tombolin di Rava scolpite nella montagna, assurte da tempo a simbolo dell'
Altavia del Granito. I tratti più ostici sono corredati di cavo di ferro in ottime condizioni.
Il saliscendi lungo la Cresta del Frate.Da più distante si può meglio apprezzare il titanico lavoro che dev'essere stato scolpire tutti quei gradini nel granito. Giunti al
Passo del Tombolin (2340m), lo spettacolo del Frate è rimpiazzato dal possente ammasso di roccia che è la chiave della nostra escursione: il
Cimon Rava (2436m). Essendo la prima volta per entrambi, ignoriamo da quale lato esso sia più facilmente abbordabile, per cui tentiamo lungo il versante sud-orientale. Senza successo, a causa dell'eccessiva difficoltà di scalata che ci troviamo innanzi. Un po' demoralizzati, scendiamo attraverso un ripido canalone e ci ricongiungiamo al
sentiero 328, che costeggia il massiccio ravico da un estremo all'altro, fino al
Forzelon de Rava (2397m).
La chiave dell'escursione, il possente Cimon Rava (2436m). Giunti al Forzelon, troviamo una traccia poco marcata che ci porta all'agognata vetta, raggiungibile infine con pochi metri di facile scalata.
Finalmente, la via verso la sommità del Rava! Discendiamo per la stessa via e ritorniamo al Forzelon, dal quale imbocchiamo il
sentiero 332B, che costeggia il grandioso anfiteatro che circonda il
Lago Grande (2125m), nostro prossimo obiettivo. Sfruttiamo il greto di un torrente in secca e arriviamo in una paradisiaca spiaggetta sul lato nord-occidentale del lago: la tentazione è troppo forte, i vestiti volano in terra e, in men che non si dica, eccoci sguazzare nello specchio d'acqua d'origine glaciale. Una gioia per la mente e per il corpo!
Discendendo lungo l'anfiteatro del Rava, in un maestoso paesaggio, quasi lunare. Si intravede, in fondo, l'inconfondibile profilo della Cima del Frate (2364m).Lago Grande (2125m), preparati ad accoglier le nostre bollenti membra!Il gioioso abbraccio metaforico prima del rigenerante bagno. Il piano originario era di fermarsi a pranzare qui e farsi un sonnellino, ma alcuni tuoni in lontananza ci spingono a proseguire di buona lena, per cui rimandiamo il manducare agognato a più tranquille condizioni e risaliamo il versante seguendo tracce ed escrementi di camosci, per poi deviare da questi e re immetterci sul 332B, che ci porta alla
Forcella Rivetta (2219m), sovrastato dal
Tombolin di Caldenave (2319m), con vista sulle pendici meridionali del
Lagorai.
La meravigliosa Val Rava meridionale.Guardando a nord dalla Forcella Rivetta (2219m), ecco apparire il Lagorai meridionale. Inizia la discesa! Dalla forcella ci avviamo per il
sentiero 322 e discendiamo lungo la
Val di Rava. Riaffiora l'antica strada militare che si avvicina gradualmente agli affluenti del
Rio Gallina. D'un tratto sentiamo belare, per cui ci aspettiamo di incontrare un gregge (ne avevamo già incrociato uno sotto il Cimon Rava), ma al suo posto ecco spuntare un giovanissimo e solitario agnellino che supponiamo essersi perduto. Cerchiamo di guidarlo, pur senza volerlo toccare troppo (il fatto che sia da solo potrebbe voler significare che sia stato lasciato intenzionalmente dalla madre perché troppo debole o malato), vicino a
Malga Ravetta di Sopra (1966m), dove intravediamo un gregge. Una volta giunti in prossimità di quest'ultima, incontriamo un pastore al quale annunciamo l'inaspettato ritrovo, a cui questi risponde dicendo di esserne già al corrente e che l'avrebbe recuperato più tardi. Ci fidiamo, pur senza essere completamente certi delle intenzioni del malgaro.
Il povero agnellino intirizzito e Malga Ravetta di Sopra (1966m), da cui occhieggia il pastore circondato dal gregge. Proseguiamo oltre, il bosco si riappropria gradualmente dei versanti, restituendo l'atmosfera magica che solo le foreste sanno dare. Imbocchiamo il
sentiero 365, che ci porta prima a
Malga Ravetta di Sotto (1830m), circondata da un campo con innumerevoli quanto misteriosi tumuli di pietra, per la cui funzione mi appello alla saggezza dei visitatori di questo meraviglioso forum, poi al
Ponte sul Rio Gallina e
Malga Rava di Sotto (1671m), sulla cartina segnata come rudere ma recentemente sistemata a regola d'arte e generosamente aperta ai viandanti, con una fontana funzionante che ci permette di fare rifornimento d'acqua già filtrata. Con qualche sporadica goccia di pioggia, pranziamo all'interno di questa magica malga, sotto il cui tetto è peraltro possibile pernottare.
L'incantata Val di Rava, lungo cui sono incastonati il Rio Gallina e Malga Ravetta di Sotto (1830m).I misteriosi tumuli disseminati attorno a Malga Ravetta di Sotto (1830m).Il ponte sul Rio Gallina.L'accogliente interno della Malga Rava di Sotto (1671m), recentemente rinnovato. Con lo stomaco e le bottiglie piene, affrontiamo l'ultimo tratto dell'ormai boscoso
sentiero 365, che in un paio di chilometri ci riconduce alla
Malga Fierollo di Sotto (1563m) e quindi alla forestale incontrate la mattina. In poco tempo percorriamo quest'ultima e, alle 16:30, arriviamo alla macchina e concludiamo così questo memorabile anello.
Alcuni cartelli rotti lungo il sentiero 365, altra testimonianza dell'inadatto materiale con cui la SAT ha scelto di indicare i sentieri di sua competenza, e l'ultimo tratto poco sotto Malga Fierollo di Sotto (1563m), prima di re immetterci sulla forestale. Anello gratificante per mente e corpo, in una delle zone più selvagge del trentino sud-orientale. Ad eccezione di pastore e pecore, non abbiamo incontrato anima viva! Il mio amore per questo gruppo cresce di giorno in giorno, perché capace di far assaporare la cruda ed inimitabile bellezza della montagna senza sconti turistici. Da raccomandare a chiunque ami Natura selvaggia e incontaminata, solitudine e abbia buone gambe.
Sviluppo:
19kmDislivello:
1500mIn allegato il percorso in formato KML.