Oggi ho deciso di affrontare quelle cime che ogni volta che percorro la strada della Valsugana mi stanno innanzi nel loro imponente splendore. Viste per l' ennesima volta, stavolta ho deciso di togliermi questa soddisfazione prima che venga l' inverno propriamente detto.
E' tutto l' autunno che vado avanti con il pensiero che è meglio che vada prima che venga il brutto tempo, ma stavolta mi sa che ci siamo.
Ho approfittato quindi della splendida e calda giornata di sole per conoscere nuovi orizzonti, arrivando con la macchina fino al rifugio Serot, affrontando con estrema comodità tutto quel dislivello
, iniziando la mia escursione dai circa 1500m di quota.
Ho visto la tanto decantata zona della Trenca, salendo poi per il sentiero 323 verso il lago delle Carezze, che, immaginando di trovare un lago, quando sono stata li ho dovuto lavorare con un po' di fantasia per vederlo
Ho poi scelto di salire "a stim" per guadagnare la cima Cola, intercettando ogni tanto una traccia su per il facile crinale, arrivando prima alla croce di legno del col del Chelder, per poi seguire con l' approssimarsi delle prime tracce di neve i passi che in molti avevano percorso fino alla cima.
Attorno a me tanto bel silenzioso panorama
.
Da li in breve tempo sono arrivata sulla cima Hoabonti, scendendo poi il ghiaione per arrivare al passo la Portela, punto d' inizio per la conseguente risalita verso la cima Gronlait.
Sono scesa per il crinale verso la forcella Fravort, salendo poi senza problemi l' innevato lato nord che mi ha portato a quella croce che io considero "sbilenca" che stà in cima al monte Fravort.
Per tutto il tempo ho potuto godere di un panorama a 360° non indifferente. Guardando ad oriente ho percorso in pochi secondi la translagorai di settembre, riconoscendo le cime che ho affrontato in questi ultimi anni e volgendomi ad occidente ho scrutato una sfilza di vette a me sconosciute.
Oggi era una giornata proprio da incorniciare.
Ho persino trovato degli esseri viventi scendendo dal Fravort verso La Bassa.
Prima un gruppo di capre in mezzo al sentiero che con fare sostenuto soi sono spostate ben poco al mio passaggio. Vero è che in quanto a puzza sotto al naso sono in pochi che riescono a battere questi animali
Poi tre escursionisti che arrancavano verso la cima.
Arrivata a La Bassa ho imboccato il sentiero 372, forse la parte meno interessante del percorso, che rimanendo più o meno sulla stessa quota in mezzo al bosco mi ha riportato con un lungo traversone al punto di partenza.
Con una breve digressione ho ammirato il lago delle Prese, che mi ha affascinato con la sua brillante tinta smeraldina.
A fine escursione, un pensiero fugace agli amici sci-alpinisti
SIAMO A DICEMBRE!