Si parte, io e Kobang, alle 6 dal parcheggio poco oltre il campeggio Val Malene. Il primo tratto è la lunga strada forestale della val Tolvà, a tratti orrendamente – anche se funzionalmente, devo dire – cementata. La valle si fa più ampia alla radura dove sorgono la malga Tolvà ed il rifugio forestale. Tra una chiacchiera e l’altra abbiamo il tempo di esaminare itinerari scialpinistici che partono da là.
Alla piana del Campo de sora giriamo verso est, direzione lago dei Aseni. Il bel sentiero – segnavia SAT 382 – sale nel bosco abbastanza ripidamente. Usciamo dal bosco: la visione si allarga a ovest verso la cresta Campagnassa-Passetto e &,

dall’altra ci accoglie il limpido specchio del lago.

Ora ci attende una seconda dura rampa sassosa,

a guardia della quale, ritta su un sasso, se ne sta una marmotta.

E’ sempre un gran piacere per me ascoltarne l’acutissimo fischio.
Dall’alto il lago appare nella sua solitaria bellezza,

mentre davanti a noi si staglia nel cielo la forcella quadrata.

Sul fianco meridionale del vallone si apre la forcelletta di q. 2300 dove passeremo per raggiungere le cima di Tolvà.

Eccoci alla forcella quadrata che il sole già riscalda.
Dalla forcella il ripido pendio che scende alla testata della val Viosa

Breve sosta, poi torniamo sui nostri passi dirigendoci in leggera discesa, su pendio sassoso,

all’imbocco del valloncello che conduce alla seconda forcella.

La forcella quadrata si allontana alle nostre spalle.

Dalla seconda forcella un magnifico sentiero su terreno erboso,

ci porta alla cresta tra le due cime di Tolvà, da percorrere con attenzione per i ripidi scivoli che precipitano verso ovest, ci conduce alla stretta cresta delle cime di Tolvà.
La cresta con la prima e la seconda cima

Sempre seguendo il sentiero la percorriamo,


scendendo anche brevemente sul fianco della cresta per evitare un salto roccioso, e siamo sulla prima cima di Tolvà.

Il sentiero scende ora decisamente ad est su più docile pendio erboso. Ad un tornantino abbandoniamo il sentiero per raggiungere la seconda cima di Tolvà con percorso leggermente più ostico.

Dalla seconda cima guardando verso la prima.

Discesi dalla cima, riprendiamo il sentiero che infila un canalino sassoso

all’uscita del quale ci troviamo alla quota della forc. di Porta Bozze (o di val della Pria, qui la toponomastica è incerta), situata tra le cime di Tolvà e la c. Orena.

Dalla forcella decidiamo di salire alla c. Orena,

con la sua semplice e bella croce in legno.

Ora comincia la parte ravanistica. Dalla cima percorriamo la dorsale ovest, larga e comoda, ma pieghiamo ben presto verso il bual dell’Orena, a sud, alla ricerca di una traccia di discesa più diretta.

Ci spostiamo verso destra e caliamo nel bellissimo vallone che verso ovest scende direttamente dalla cima, ipotizzando una super discesa con gli sci.

Ma i resti del passaggio di una valanga “tardiva” che ha frullato il terreno (rododendri “spazzolati, cotica d'erba divelta, alberi schiantati a un metro dal suolo…) ci tolgono gli entusiasmi. Sempre restando nello spazio aperto “storicamente” da valanghe che scendono in quel fantastico vallone, entriamo nel bosco, raggiungiamo la forestale della malga Orena e quella della val Tolvà. Poco dopo mezzogiorno siamo al parcheggio.
Ho fatto diverse escursioni in questi luoghi solitari e selvaggi, sempre con molta soddisfazione. Non è mancata nemmeno oggi. La piacevole compagnia di Kobang è stato un più e di questo lo ringrazio.
Alla prossima.