In molti stiamo contribuendo economicamente al futuro di GIM,ma per tenere vivo questo prezioso crigno di dati e ricordi è necessario tornare a pubblicare qui! Lasciare un poco da parte la pigra superficialità dei socials,rinunciare all'idea di una maggiore visibilità e invece dedicare un pò di tempo alle relazioni e sopratutto a comunicare le emozioni.
Questo anche ripercorrendo itinerari straconosciuti che comunque riservano sempre qualche sorpresa,trasmettono ogni volta diverse sensazioni.
Ci provo proponendo questa semplice,ma lunghetta camminata.
Con mio figlio,la sua compagna ed il loro cane partiamo da Caldonazzo per il passo Manghen con un certo itinerario in testa.Lassù gelide raffiche a 70km/h ci respingono.Non sarebbe possibile stare in piedi sulle creste!
torniamo alla baita in Trenca,giro nei dintorni ed il mattino seguente ripartiamo alla volta del Baito Caserine.

Non propongo che poche foto perchè i luoghi sono ben noti.
Dal L. delle Carezze proseguiamo per busa Casapinello e poi ai Sette Laghi ,di cui ne sopravvivono 4 e mezzo....gli altri sono imborbati.

Uno sguardo al L . di Erdemolo,ormai rotto in due specchi separati che almeno conservano il colore smeraldo.

Il cammino prosegue per il Pizzo Alto,Cima Cavè,F.lla dele Conelle dove sostiamo per uno spuntino.C'è ancora vento,ma non fastidioso.
Affrontiamo il malcomodo masieron del Sasso rotto,passando accanto alla targa del sentiero Giuliani ,Cima Sette Selle e avanti fino ad affacciarci sulla bella conca del L.d'Ezze.


Mi soffermo ad osservare l'infinità varietà di vita che popola la torbiera vicina,un microcosmo incredibile già vedendolo a dimensioni macroscopiche,figurarsi a entrare nella dimensione micro!

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Qui abbandoniamo il sentiero e ravaniamo su per un canalone mooolto ripido.Raggiungiamo così una piccola selletta a destra del Cagnon con vista sul Col dei Boi.

Ripreso fiato iniziamo la discesa del ripido canale,terreno di roccia e sfasciumi,da percorrere con cautela.

Ancora un poco di ravanamento fra spiazzi erbosi,piante cadute e sommerse dall'erba,la stessa che copre l'infido masieron che infine ci porta nella raccolta e splendida conca del Caserine.


Siamo in giro da circa nove ore,soste comprese,ed è con vero piacere che accendiamo la fornasela,ci prepariamo per la cena e la notte in questo angolo di paradiso.
Il baito non offre brande,ma è accogliente e ottimamente conservato:speriamo resti così e non diventi un luogo frequentato....Abbiamo provveduto a raccogliere legna prima di arrivare,in vista di quanto avremmo consumato.Usanza data per scontata una volta,ma ormai con la massa cialtrona che arriva ovunque e procura ogni sorta di danno.....
Materassino e sacco a pelo,chi sul tavolato a terra, chi sulle panche, comunque sia una notte ristoratrice nel silenzio più profondo!
Al mattino la distesa di elioforidavanti al baito sembra una chiazza di neve.

Rassettato il tutto ,per esile traccia scendiamo attraverso i boschi di Bolenga.Una grandiosa fioritura di slavazzi ci accompagna in questo tratto.Le piante sono aggredite da miriadi di coleotteri blu metallico ed i fiori sono coperti da piccoli fiocchi candidi e terribilmente appiccicosi,più della resina.Saranno secrezioni dell'insetto o una reazione della pianta alla aggressione? Da capire,ma per fortuna la sostanza adesiva che ci copre abiti e mani tende a seccare e comunque svanisce con un poco di acqua.

su ponte in legno attraversiamo il torrente,quasi di fronte alla malga fino allo scorso anno famosa per uno dei migliori formaggi di capra che si possa trovare.Ora credo ci sia un altro gestore.
Ci incamminiamo sui pascoli e poi sul sentiero che ci porterà al passo dei Garofani ed al baito sottostante.



Da qui inizia il percorso di rientro,con discesa verso il Rifugio Sette Salle,un tratto della Val di Laner e la risalita fino ad Erdemolo.


Al lago sosta rifocillamento e pediluvio.Una folla di adolescenti schiamazzanti non invita a restare...una delle tante colonie accompagnate da preti che si comportano in modo sguaiato e stupido come ormai sembra inevitabile. Le urla ci accompagnano fin su al passo al Passo del Lago da dove riprendiamo il tratto dell'andata:Sette Laghi,Casapinello,baita Trenca dove arriviamo assieme alle prime gocce di pioggia.
Bel giretto,utile verifica per ottimizzare materiali,selezionare l'attrezzatura con spirito minimalista, e sopratutto godere dell'ambiente unico del Lagorai.
Se riesco a riesumare un vecchio 3D sulle calzature,proporrò qualche osservazione e magari qualche confronto.
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