Laghetto dell'Aia Tonda m 1941Visto il caldo feroce previsto per domenica decido per un giro “di riposo” non troppo lungo per creste, dove dovrebbe essere più ventilato e fresco. Con l'auto da Malga Marande nel Tesino (verso Passo Brocon) salgo fino a
Malga Cavallara m 1677.
Malga CavallaraCol sentiero 382 salgo il
M. Timoncello 1871 quindi, costeggiando il versante ovest del Palon della Cavallara, con un bel panoramico traversone raggiungo senza problemi
Cima Orena 2248.
Salita dal TimoncelloSalendo verso Cima Orena (sullo sfondo)
Cima OrenaAlta Val ViosaC'è una bella arietta fresca e si sta benone. Paesaggi meravigliosi, cielo blu senza una nuvola. Da Cima Orena scendo quindi alla forcella omonima e passato sul versante oppost risalgo l'erto canalino di sfasciumi che porta a
Cima Tolvà 2343.
Cima Orena vista dal canalino che sale a Cima TolvàL'ultima volta (anzi l'unica) che c'ero stato, diversi anni fa, c'era un nebbione che non si vedeva una mazza. Stavolta il panorama è davvero grandioso: in lontananza la Cresta del frate e a nord ovest il massiccio di Cima d'Asta. Verso nord est il profilo delle guglie delle Pale di S. Martino si stagliano leggere nella foschia. Sotto, verso est, la selvaggia Val Viosa che mi ricorda la ravanata spaventosa dell'anno scorso
http://girovagandoinmontagna.com/forums/index.php?topic=4925.msg66629#msg66629 Val Viosa, sullo sfondo le Pale di S. MartinoCima Tolvà, sullo sfondo Cima d'AstaScendo ora da Cima Tolvà con prudenza, ci sono dei bei “sgrebeni” e traversi, basta un piede in fallo per volare di sotto svariate centinaia di metri. Dopo aver abbandonato la cresta calo nella conca e (ri)vedo Forcella Quadrata 2259.
Forcella Quadrata (sulla destra)Stavolta invece che scendere al laghetto degli Aseni raggiungo la forcella con l'idea di scollinare e scendere sul versante opposto. Abbandono perciò il sentiero e per pietraie raggiungo in breve la forcella. Quando mi affaccio la situazione in discesa non sembra troppo rognosa. Vedo addirittura su dei sassi dei segni bianco/rosso! Illusione. Non ci sono tracce. Quella tracciata sulla Kompass è fantasia pura. La discesa è molto ripida su erba stopposa e scivolosa, che copre pietraie e ghiaino.
Da Forcella Quadrata, discesa verso la Val ViosaLentamente calo di quota, cercando faticosamente i tratti meno rognosi. A metà discesa iniziano i rododendri, che coprono buchi insidiosi. Scarpe e piedi sono sottoposti a torsioni micidiali, ma le suole mie delle North Face hanno un grip eccezionale, pare abbiano la colla sotto, anche se a volte temo che mi si strappino le suole da sotto ai piedi. Faticosamente, sotto un sole rovente che mi martella il boccino, arrivo in fondo sudando come una fontana. Quando mi pare di aver fatto la parte più rognosa, scopro che mi attende il peggio e iniziano i guai. Il sentiero 387 non c'è, non si vede. Controllo l'altimetro, non dovrebbe essere troppo lontano.
L'incubo verde: boscaglie di ontaniC'è invece una ripidissima scarpata ricoperta da vegetazione fittissima, la peggiore: rododendri alti 1 metro (!), erba alta e ontani che celano buche insidisoissime tra i sassi nascosti. Vagolo un po' nell'erba alta fin quasi al petto cercando di vedere meglio e capire il da farsi: potrei provare a tagliare in costa verso i laghetti, visto che mi trovo 100 metri più in basso, ma andare in costa sui rododendri alti sarebbe un calvario senza senso. Poi ho l'intuizione giusta: vedo una dorsalotta con larici alti, mi dirigo lì e provo a scendere per la scarpata ripidissima. Superato il muro di ontani sul ciglio, le cose migliorano un poco: ci sono dei corridoi angusti nella vegetazione che in qualche modo riesco a passare. Scivolo con un piede in un buco e mi prendo un “grattone” micidiale sul malleolo. Male bestia, meno male che non si è rotto! Col piede dolorante riprendo la discesa. Scendo ancora con circospezione, tra ramaglie, alberi schiantati, erba alta, macchie di rododendro e i maledetti ontani. Quando sto maledicendo le mie belle trovate di tagliare o ravanare in posti che non conosco, ecco il miracolo: il sentiero!
) Per forza non lo vedevo, era sotto la scarpata, nascosto dalla boscaglia.
Finalmente il sentiero!Alta Val ViosaVoglio andare a vedere il
Laghetto dell'Aia Tonda m 1941, che nella ravanata di Val Viosa ero stato costretto a saltar via. Seguo il bel sentiero che sale un centinaio di metri di dislivello, quindi scende in una conca dove c'è questo splendido specchio d'acqua sotto il Conte Moro. Bellissimo! Finalmente mi fermo per l'agognata sosta con il fiero pasto (una schifosa barretta, quando pagherei per un panino col salame o con la mortazza!) quindi mi sparo una meravigliosa pennica all'ombra di un grande larice in riva al lago, accarezzato da fresche folate di vento.
Il Laghetto dell'Aia Tonda appare tra la vegetazione, sullo sfondo il Conte MoroLaghetto dell'Aia TondaConte MoroDopo un'orettina abbondante di ozio e sonnecchiamenti, inizio il rientro. Non prima però di tornare a vedere il bellissimo
Laghetto di Lastè 1993, che si trova un poco sopra il sentiero e che raggiungo dopo circa un quarto d'ora. Un posto davvero incantevole, mi spiace molto dover andare via. Dev'essere fantastico dormirci in in tenda.
Laghetto di LastéEriofori danzano al vento Mentre guardo un cespuglio di rododendri metto un piede in una buca profonda mezzo metro e cado. Non mi sono fatto niente, ma penso quanto è facile rompersi una gamba per una stupidaggine
(specialmente quando non c'è campo). Inizio il
rientro per 387, che con un lungo traversone per l'Alta e selvaggia Val Viosa attraversa boschi, radure, roccioni, stagni e laghetti, paludi e prati di torba. Una natura primordiale che lascia davvero incantati.
Sentiero 387 di rientroSotto il Palon della CavallaraSalendo verso Forcella ViosaSalendo a Forcella Viosa, sguardo all'indietro verso Orena e TolvàDa Forcella Viosa verso il Conte MoroAffronto l'ultima salita, 200 metri di dislivello, fino a
Forcella Viosa o Sternozzenza 2019.
Da Forcella Viosa verso Col del RigonForcella CavallaraRitorno a Malga Cavallara, sullo sfondo il Monte Agaro "valorizzato" dagli impianti di sci, chiaramente deserto in estate Di qui alla
Forcella della Cavallara 1985 e quindi discesa fino alla macchina, che scopro tutta slinguazzata (e con qualche bel graffio!) dalla vacche in transito
.
Alla fine della giornata sono molto soddisfatto: gran bel giro, ostica la discesa da forcella Quadrata, non so se la rifarei tanto volentieri, per il resto paesaggi a dir poco paradisiaci in una delle zone meno battute del Lagorai Orientale. Disl. 1100 – sviluppo 17 km scarsi.
Il percorso
il percorso su Every Trail
http://www.everytrail.com/fullscreen.php?trip_id=1652864&code=f171b941a8e08bf7ae700057e766021a