Non si può andare in montagna in questo modo, dopo una settimana, serena e calda, fin troppo, ecco che il week end si prospetta uguale a tutti i precedenti di Giugno.
Partiamo all’alba da casa e raggiungiamo Pergine Valsugana e quindi gli impianti di risalita della Panarotta. Tutto chiuso, bar compreso, e nessuno in giro. Le ore di NON pioggia disponibili non sono molte e non avendo voglia di fare tutto di corsa scegliamo un anello con varie possibilità.
Con una botta di fortuna riusciamo a districarci egregiamente tra strade, stradine, piste, sentieri e tracce arrivando senza errori all’inizio del sentiero per la Panarotta.
Prendiamo la cresta, e da subito compaiono trincee e manufatti della guerra.
Velocemente siamo in cima, la croce si confonde in mezzo ad antenne e ripetitori
. Ci fosse però una giornata migliore, il panorama sulla Valsugana sarebbe eccezionale.
Proseguiamo scendendo alla Bassa, passando prima dalla quasi invisibile cima Fontanella. Davanti a noi il Fravort, forse…se non se lo sono mangiato, nella nebbia più totale
. Ci raggiungono e superano due locals. Proseguiamo con calma in un clima da bagno turco. Ogni tanto le nebbie si spostano e qualcosa si riesce a intravvedere. Saliamo prima al Fravort Sud e quindi alla cima vera e propria, dove poco sotto, tra i resti dei baraccamenti, è stato ricavato un riparo di fortuna. Venti metri circa sotto la cima, si nota ancora una trincea in ottimo stato di conservazione. Un saluto ai due locals e qualche info, dopo di che loro scendono. Proseguiamo anche noi scendendo alla Sella di Fravort, dove, anche se non ci sono indicazioni, potremmo chiudere l’anello, percorrendo l’evidente traccia a sx. Il tempo però sembra reggere, per cui decidiamo, come avevamo pensato, di proseguire per il Gronlait. Dalla sella continuiamo per cresta abbandonando il sentiero bollato che rimane a mezza costa andando direttamente al P.so La Portella. L’evidente traccia è comunque bollata e ci sono anche dei paletti segnavia. In cima ci ritroviamo con i due locals. Facciamo una sosta più lunga dopo di che loro tornano indietro e noi scendiamo al P.so La Portella per chiudere l’anello. Scendendo dal Gronlait notiamo l’evidente traccia che sale all’Hoabonti e raggiunto il P.so pensiamo di fare un’ultima salita. Un local giunto in questo momento ci consiglia però di scendere, i temporali previsti non sembra saranno uno scherzo
. Di fatto verso il Lago Erdemolo c’è un nero impressionante, dove dovremmo andare noi invece sembra ancora tutto abbastanza tranquillo
. Senza perdere tempo saliamo verso l’Hoabonti. Quale sia la cima vera e proprio non lo capiamo, c’è un ometto lungo la cresta ma il GPS la mette più avanti. Dalla cima vediamo una traccia che scende sulla dorsale e che velocemente ci farebbe scendere nel vallone, non la vediamo tutta ma non sembrano esserci problemi, se non calano le nebbie.
Proseguiamo quindi lungo la traccia, raggiungiamo il vallone e seguendo le numerose tracce di bestiame ci portiamo sul sentiero che scende dal P.so La Portella poco sotto il P.so stesso.
Ora non ci resta che scendere. Le creste sono ormai tutte nelle nuvole ma qui resiste il sole. Raggiungiamo l’ippovia, sentiero/sterrata che in 5 km e con una lieve risalita torna alla Bassa.
Inevitabilmente prendiamo la sciacquata
. Coprirsi non se ne parla, essendo nel bosco e non essendoci lampi apriamo gli ombrelli. Tra uno scroscio e l’altro arriviamo alla Bassa. Scendiamo sul versante opposto e passando sotto alla Panarotta torniamo al posteggio…prestissimo! Ma ormai i temporali stanno volteggiando come avvoltoi sulla nostra testa!
A Pergine facciamo una visita al castello e solo per un’altra botta di c..o non ci becchiamo una grandinata coi fiocchi che cadrà poco dopo la nostra partenza.
Dati GPS: Dislivello 1384 m– 20,20 km