Dalla Cavallazza vista su Colbricon e Laghetti di Colbricon
Segue la seconda giornata dell'escursione
3 Colbriconi e una baita1 settembre 2013La notte è trascorsa un po’ movimentata, come accade quando non dormo nel letto in cui sono abituato. Mi sono rigirato spesso e ho cercato un’altra coperta per il freddo. Verso le 5 di mattina deve anche aver piovuto, nel dormiveglia mi pare di aver sentito degli scrosci.
La "mia" baita dove ho trascorso la nottata
Penso con orrore a cosa potrebbe essere stato un bivacco all’aperto! Pulisco per bene, faccio ordine, rimetto a posto i letti e mi preparo a partire. Quando esco sento il fischio del camoscio poco distante nel bosco, il cielo è nuvoloso ma per fortuna non piove. Parto per Malga Colbricon ma dopo 10 minuti di marcia nell’erba alta sono fradicio
Per gunta perdo subito il sentiero seguendo uno stradello militare che si perde sotto a dei roccioni dove c’erano delle postazioni. Torno indietro e lo ritrovo: a differenza di quanto segnato sulle mappe, il sentiero si alza di qualche metro con qualche zig zag rispetto alle mappe, per poi iniziare un lungo traversone in un bosco meraviglioso. La nebbia, le nuvole basse, il bosco ancora gocciolante d’acqua e il verso di numerose gazze dalle ali colorate creano un’atmosfera fiabesca al paesaggio, quasi primordiale, in un susseguirsi di radure circondate da enormi abeti.
Il sentiero verso Malga Colbricon
Lo stradello militare attraversa radure deserte nel bosco
Il sentiero è una stradella selciata militare che con un lungo traversone mi riporta senza problemi a Malga Colbricon. Mentre risalgo i cento metri di dislivello che mi separano dalla forcella Colbricon, il tempo migliora e il cielo si apre con ampie schiarite.
Malga Colbricon
Malga Colbricon: il tempo migliora!
Verso forcella Colbricon
Paesaggi meravigliosi
Le nebbie si diradano
Il vallone che scende verso Malga Colbricon
Raggiunti i laghetti, bevo il solito caffè al rifugio e quindi, visto il cielo quasi sgombro da nebbie, decido di provare a salire la Cavallazza 2324, con l’intenzione di percorrere il crinale che va dalla Cavallazza Piccola alla Tognazza e poi scendere al Rolle.
Laghi di Colbricon
Resti di baracca militare nei pressi dei laghetti, si nota la stufa
La fortuna mi assiste: il tempo tiene e arrivo in vetta con uno splendido sole, mentre le Pale sono avvolte dalle nuvolaglie. Faccio due chiacchiere con due veneti di Valdobbiadene e un bolognese, poi riparto raggiungendo la Cavallazza Piccola, che percorro col bel sentierino attrezzato che passa accanto ai bunker della Grande Guerra.
Salendo a Cima Cavallazza, vista sul Colbricon
Dalla Cavallazza, vista sulle Pale di S. Martino
Cima Cavallazza
Da cima Cavallazza vista su Passo Rolle
Cima Cavallazza e sullo sfondo le Pale con il Sass Maor
Caverna militare italiana del 1915 con vista su Passo Rolle e sulle Pale
Cimon della Pala
Il sentierino attrezzato sulla Cavallazza Piccola
Lago della Cavallazza
Lago della Cavallazza, sullo sfondo il Colbricon
Specchi d'acqua sotto la Cavallazza Piccola
Prima della Tognazza evito l’impianto di risalita e giro a ovest scendendo verso il bel Lago della Cavallazza. Quindi di nuovo un faticoso ravanaggio senza tracce e per boscaglia rada ma infida per scendere a Malga Rolle. Qui trovo sul parabrezza una bella multa per aver sostato dalle 21 alle 7 che mi arriverà a casa con comodo
((. Finale a parte, giro magnifico, poca gente sul Colbricon orientale poi più nessuno. Bellissimo, confortevole e da sogno il bivacco Buse dell’Oro, un pezzo di Canada trapiantato in Lagorai.
Sviluppo 12,5 km, dislivello 600 m.
Il percorso: in rosso il 1° giorno, in viola l'itinerario del 2° giorno
1a parte del trekking
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