Suerta è una minuscola località della Valsugana sotto il comune di Telve di Sopra.
Il pianoro su cui sorge la località è raggiungibile dalla loc. Campestrini (Torcegno) percorrendo alcuni chilometri in auto. Le casette sono sparse in piccoli agglomerati e utilizzate come seconde case nel periodo estivo.
La chiesetta antica che vi sorgeva era dedicata a S. Francesco (per questo in alcune carte topografiche la località viene contrassegnata cone S. Francesco). Ora tale struttura è privata e non più adibita a culto. Al suo posto è stata eretta una nuova costruzione dove viene celebrata la S. Messa festiva nei mesi di luglio e agosto.
Luogo tranquillo, posto a 1400 metri di quota dove si possono assaporare appieno le caratteristiche di una montagna e di una natura ancora in parte wilderness. Certo c'è una strada, ci sono delle case, ma mancano completamente strutture ricettive e rifugi turistici sia in valle che in quota, che possano alterare pesantemente il territorio.
E soprattutto c'è un unico sentiero (recentemente risistemato) il 312 cai che porta alla malga Sette Selle per poi proseguire alla Forcella Sasso Rotto e infine scollinare verso la val dei Mocheni.
Per il resto, se si vuole programmare o compiere un'escursione tra forcelle, conche, cime e valli di questa zona del Lagorai bisogna armarsi di pazienza, avere un buon orientamento, studiare la morfologia del terreno e poi "ravanare", come nei più classici dei percorsi wild.
Così ieri ho pensato bene di andare ad esplorare una traccia di sentiero che avevo visto tre anni fa quando, cercando di salire alla Mendana ci ritrovammo sui prativi e le cime di Saleri.
Quando arriviamo alla fine della strada di Suerta sono le 9.00 passate da poco ma stranamente non c'è nessuno e abbiamo tutto lo spazio disponibile per poter parcheggiare.
Calziamo gli scarponi, carichiamo lo zaino e ci incamminiamo seguendo la strada sterrata contrassegnata dal segnavia cai 312, tra i prati in fiore in cui sono presenti tutti i colori dell'iride.
Poco dopo la strada finisce e il sentiero, risistemato ed allargato da poco, dopo aver guadato il rio, si inerpica in modo assai ripido su per delle balze con pareti a strapiombo sulle impetuose cascate nel rivo sottostante. Dopo un'ora dalla partenza arriviamo nel magnifico e aperto vallone che prelude ai pianori prativi della Malga Sette Selle. La fioritura dei rododendri è appena iniziata così che possiamo solo immaginare lo spettacolo in piena fioritura che colora di rosso i pendii ora verdeggianti dalle continue piogge.
Arriviamo alla Malga Sette Selle (m 1906), ubicata in una posizione unica ed invidiabile con un gran bel colpo d'occhio sulle cime Sassorotto e Sassorosso e verso la Valsugana e le cime a nord dell'Altopiano, accompagnati da un silenzio quasi irreale, rotto solo dal fischio acuto delle marmotte e dal clangiare aritmico dei campanacci delle mucche al pascolo.
Proseguiamo per la forestale lasciando sulla nostra sinistra il sentiero 312 che sale alla forcella Sasso Rotto. Appena la strada spiana lasciamo la forestale e ci dirigiamo, con percorso libero e direzione nord, verso quella segnaletica che tre anni fa incrociai scendendo dal Saleri con tabelle dell'Ippovia del Trentino Orientale.
Camminiamo in completa solitudine, non ci sono sentieri, ma essendo una zona molto aperta, non abbiamo paura di smarrirci. Raggiunta la tabella segnaletica il sentiero per la forcella Mendana si fa più evidente.
Ma è solo una momentanea illusione.
Arrivati alla forcella la traccia svanisce come per incanto.
Poco male la cima è in vista e il panorama verso la Val D'Ezze e la relativa malga-agritur è spettacolare. Così iniziamo la salita seguendo una labile traccia. Il panorama si apre verso le cime di Rava e cima D'Asta purtroppo incappucciata da un banco di nuvole che promettono nulla di buono. Infatto poco dopo il tempo si fa sentire e i primi tuoni sono già sul Ciste.
Faccio mente locale della morfologia del terreno che mi ero impresso in memoria quando abbiamo abbandonato la strada e scendiamo velocemente verso di essa cercando di evitare le ripide vallette e i pendii slavinati.
Arrivati a malga Mendana individuiamo, decisamente più in basso di dove ce la saremmo aspettati, la traccia del sentiero che dobbiamo intercettare per scendere a Suerta. Il sentiero scende dritto e con decisione, restando sulla sinistra orografica del rio Mendana e, in poco meno di 40', ci riporta a dove abbiamo lasciato l'auto.
Chiudo con un pensiero che quoto da altro post
"Io dico che dietro ogni labile traccia, è celato un mistero. E dietro ogni mistero, nasce sempre un sogno....e senza sogni, del resto, che saremmo noi ?"