Autore Topic: Aspettando l'alba  (Letto 2839 volte)

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Offline pianmasan

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Aspettando l'alba
« il: 19/10/2013 18:25 »
Partenza dal parcheggio dell’albergo SAT in val Campelle alle sei e un quarto. Buio e frontalino dimenticato a casa, naturalmente. Una volta ti dicevano: “Tòte ‘n ocio en man!”, l’ocio ora è la torcia del cellulare che fa il suo dovere lungo il sentiero che sale in val Montalon. Impetuoso è il torrente che scorre, ora vicinissimo ora più lontano, nella valle, e bianchissime le sue spumeggianti acque che si vedono anche nell’oscurità. Una fanfara ininterrotta di scrosci accompagna il mio passo.
Arrivo al s. Antonio di Montalon e il lumino davanti all’immagine del santo brilla piacevolmente nella notte. Mi fermo solo un attimo perché la Dada ha sempre fretta di andare. Si comincia a vedere qualcosa e quando raggiungo il piano la luce si distende tenue nella valle. L’autunno è adagiato sui pascoli, tra i larici, lungo le coste erbose e su per le rocce. Mi dà sempre un senso di grande quiete ed anche questa volta la sensazione è identica. Non è ancora il tripudio di colori, per questo bisognerà attendere un paio di settimane, verso i Santi.
Ora abbandono la valle e mi dirigo verso la malga Montaletto, sulla destra orografica. Vado su liberamente per pascoli grigi e arrivo alla malga, non cadente, anzi.
I fiori in un vaso ricavato da un tronco sono da soli sufficienti a dare un tocco di poesia all’ambiente.


Faccio notare, tuttavia, che nella sottostante stalla, quella sì cadente, il tetto è ricoperto con tegole che a me paiono proprio di Eternit! Un bel foglione dello stesso materiale è appoggiato al muro…



Proseguo per traccia verso il Setole, che è la mia prima mèta. Nel bel mezzo di una radura, un fischio acutissimo: non può essere una marmotta, già in letargo e a quota troppo bassa. Poi sento anche una voce che parla in modo concitato. Capisco immediatamente e lego al guinzaglio la Dada. La voce non tace, guarda di qua e guarda di là, ecco un capanno al limitar del bosco dal quale sporge la canna di uno schioppo. Come volevasi dimostrare. Non voglio guastarmi la giornata e abbandono il pascolo che stavo risalendo. C’è una forestale – nuova di pacca, non la trovo su nessuna mappa – che si porta fin sulla dorsale che scende dal Setole verso val Montalon. Ad una bel poggio con crocefisso per un caduto in montagna


e con, indovinate cosa?... capanno, la strada comincia a scendere. Noi percorriamo la boscosa dorsale verso il Setole uscendo all’aperto poco sotto la cima.


In breve siamo su. Perfetta solitudine e panorama teatrale. Scendiamo per raggiungere la forcella Maddalena. Il sentiero presenta qualche chiazza di neve dura ma si percorre senza problemi.



Tocca ora al ripido pendio del Valpiana. Qualcuno è già passato dopo la nevicata e nei tratti di neve dura le orme del passaggio sono molto comode. Eccoci sulla cima/cresta del Valpiana. La prima cosa che si nota sono i due container bianchi che ospitano moglie e marito, carpentiere che lavora alla ristrutturazione dell’ospedale austriaco.


Scendo giù, vado al cantiere e faccio due chiacchiere con il simpatico signore di Telve che, assieme alla moglie, come ho già detto, vive e lavora lassù dal 17 luglio. Non voglio esprimere giudizi sul ripristino. Metto le foto e giudicate voi.

Ripristino ospedale "Herta Miller"




Cantiere e "abitazioni"


Mi ha detto che ha fatto come gli è stato “ordinato”, ma lui avrebbe lavorato diversamente. Ce l’ha poi con il tantissimo ferro, una vera gabbia di Faraday alla rovescia, secondo lui (anche se i parafulmini sono stati tirati e installati a regola d’arte). Mi ha colpito molto il nuovo muro in sasso, rivolto verso la val Ziolera, che sostiene tutta la zona dell’edificio. Mi dice che ha la macchina alla malga Cere e che da luglio ha fatto una quarantina di andate/ritorni. Le orme sul sentiero sono sue.
Si riparte. Cresta del Valpiana. Sempre bella, non banale, specialmente adesso che è innevata. Anche qui orme assai gradite. Questo è stato il tratto più delicato. Chi conosce la zona sa che verso Ziolera c’è un bel saltino.





Arrivo oltre la cresta e l’ultimo tratto di sentiero, che corre sul fianco est, Montalon,


mi porta ad una forcella dalla quale intendo buttarmi giù in val Montalon.


Dalla parte opposta si apre l'amplissima val Ziolera, dominata dalla cima.

 
Il primo tratto è un pendio erboso abbastanza ripido che si addolcisce in una magnifica conca pianeggiante. Poi con vari ravanamenti in mezzo a rododendri e ontani bassi, terribili, lungo coste piuttosto impervie,


plano finalmente nel fondovalle.


Il sentiero è un continuo ruscello e la Dada ci sguazza che è un piacere. Picchiata verso Campelle e breve sosta con foto “in chiaro” al sant’Antoni,


ultima immagine di un’escursione non troppo faticosa né particolarmente impegnativa.
All’albergo SAT il “mio” silenzio del Montalon è solo un ricordo.
« Ultima modifica: 20/10/2017 09:56 da pianmasan »

Offline kobang

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Re:Aspettando l'alba
« Risposta #1 il: 19/10/2013 21:23 »
C'è poco da dire,le foto esprimo perfettamente la bellezza dei panorami e la gioia che comunicano.
Circa il restauro,penso che sarebbe stato meglio il lento e naturale declino.......

Offline AGH

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Re:Aspettando l'alba
« Risposta #2 il: 19/10/2013 21:29 »
C'è poco da dire,le foto esprimo perfettamente la bellezza dei panorami e la gioia che comunicano.
Circa il restauro,penso che sarebbe stato meglio il lento e naturale declino.......

santa maria vergine... :( Ma non capisco: non potevano, se proprio, rifare la copertura com'era in orgine? :(((
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Offline Man

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Re:Aspettando l'alba
« Risposta #3 il: 19/10/2013 22:26 »
Non c'e' che dire, un restauro fatto con grande ingegno...
Bella passeggiata pero'.  :) (ma sei andato oggi? se si' ci siamo sfiorati, io ero parchegiato a tedon...)
Aut tace aut loquere meliora silentio (taci o di' cose che siano migliori del silenzio)

Offline trabuccone

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Re:Aspettando l'alba
« Risposta #4 il: 19/10/2013 22:48 »
Bella Pian  ;) discutibile il recupero dell'ospedale ma tanto di cappello al signore che sta lì a lavorare da 3 mesi con tanto di salite e discese. Io la cengia sotto Valpiana l'ho fatta in estate, c'era ancora neve e me la ricordo come un camminamento non proprio banale. Con quella neve poi immagino ci voglia piede moooolto fermo  ::)
per sempre oppressi da desiderio e ambizione c'e' una fame non ancora soddisfatta,
i nostri occhi stanchi ancora vagano all'orizzonte sebbene abbiamo percorso questa strada così tante volte

Offline edel

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Re:Aspettando l'alba
« Risposta #5 il: 21/10/2013 21:17 »
Tutto davvero molto bello!!  Le foto, l'itinerario...il modo in cui l'hai relazionato   :)