La spettacolare piramide di Cima Stellune salendo al Cimon di Val Moena. A dx il Cimon del Terzo
Ritorno nell’amato
Lagorai. Dopo diversi anni voglio risalire il bellissimo
Cimon di Val Moena. Grazie ad un’amica indigena saliamo in auto
da Cascata (Val di Fiemme) fino a Malga Caore m 1700 circa (permesso per residenti).
Malga Caore dove si parcheggia (per chi ha il permesso residenti)
Quindi a piedi proseguiamo imboccando la
meravigliosa e pianeggiante Val Moena: sullo sfondo svetta l’elegante e inconfondibile piramide di Cima Stellune. Altro che Canada! Dopo un paio di km scarsi abbandoniamo la valle per salire verso ovest col
sentiero 317B, che passa accanto al bel bivacco
Ricovero del Cimon (privato, chiuso).
La spettacolare Val Moena, sullo sfondo Cima Stellune
Il sentiero ora si impenna e sale ripido con diversi zig zag verso
Forcella del Capitello 2318. Due camosci si allontanano dal ghiaione al nostro arrivo: dai pressi della forcella attacchiamo la
salita del versante sud. Seguendo degli ometti di pietra, il percorso gira leggermente sul versante ovest, a ridosso della dirupata cresta meridionale. Intanto il tempo, come previsto, inizia a peggiorare.
Il ricovero del Cimon, sullo sfondo il Castel di Bombasel, Forcella del Vallone e Cimon della Roa
La fioritura è ancora indietro per essere quasi a fine giugno
Sui versanti nord ci sono ancora i nevai: da sx Cima Lagorai, Forcella Busa della Neve, Cima Stellune
La salita fatta anni fa non era stata banale: non c’erano tracce o segni. Stavolta invece ci sono
abbondanti ometti che indicano la direzione e facilitano l’ascesa che comunque richiede attenzione per non perdere di vista i segnavia ma soprattutto perché il
costone è decisamente ripido e a tratti leggermente esposto.
Iniziamo la salita per i ripidi costoni sud
Vista verso il Cimon di Busa Grana
In ogni caso
non ci sono difficoltà particolari e raggiungiamo facilmente la vetta del
Cimon di Val Moena 2488. Nel frattempo le nuvolaglie hanno avvolto le cime circostanti ma, per fortuna, resiste una mezz’ora di sole e riusciamo a fare qualche foto prima che arrivino le nebbie.
Verso la vetta del Cimon di Val Moena
La piramide di Cima Stellune con la salita dal versante NO
In vetta, per l'ampia dorsale finale pianeggiante
Vista verso Cimon di Busa Grana: al centro si intravede il Lago Forame
Osserviamo di fronte il
Cimon di Busa Grana, con la posizione esatta del lago del Forame, che
cercheremo di raggiungere con percorso libero dalla valletta sottostante. Iniziamo a scendere ed ecco che inizia una pioggia di pallini bianchi che sembrano polistirolo e che rimbalzano picchiettando sulle giacche. Man mano che scendiamo la pioggia diventa “vera”, rendendo scivolose rocce e costoni erbosi.
Il tempo peggiora, scendiamo a valle mentre osserviamo le precipitazioni verso Cima Stellune
Scendiamo con prudenza per il costone di erba bagnata
Prima di scendere memorizziamo la via di salita al Lago Forame, che una volta in basso non sarà più visibile
Quando siamo in fondo una insperata schiarita: la dorsale del Cimon di Busa Grana e in fondo a dx Cima Inferno
Con calma scendiamo alla base del Cimon e,
senza raggiungere la forcella del Capitello, tagliamo giù verso l’impluvio calando nella bella
conca pratosa dove scorre il rio Forame. Dal basso ora il lago non si vede ma risaliamo abbastanza facilmente una valletta memorizzata in precedenza: seguendo un piccolo rio arriviamo senza difficoltà poco sopra lo splendido
Lago del Forame 2269, ormai sgombro di ghiacci, che rifulge in tutto il suo splendore.
Ecco il Lago del Forame nella sua spendida conca!
Spunta il sole!
Colonie di piante grasse sulle rive
Pioviggina ma facciamo finta di niente, anzi decidiamo di tenere duro sperando in una temporanea schiarita. Decisione che viene premiata poco dopo, quando uno squarcio nelle nuvole ci dona mezz’ora di sole caldo. Approfittiamo di questa fotuna insperata per fare un rapido giro del lago per qualche foto, poi il cielo si chiude di nuovo.
Ultimo sole sul Lago del Forame, sullo sfondo il Cimon di Val Moena
La conca del Forame con Cima Inferno sullo sfondo
Ultimo sguardo prima di scendere: sullo sfondo il Cimon di Val Moena appena salito
All’orizzonte le nuvole diventano nere e si sentono i primi rimbombi dei tuoni in lontananza. Raccogliamo rapidamente le nostre cose e,
traversando in quota con percorso libero le facili placconate rocciose verso ovest, scendiamo poi rapidamente nella
magnifica spianata erbosa e poi al
Baito dei Manzi 2047 (bivacco rudimentale sempre aperto, in posto bellissimo).
Un piccolo guado: dal Lago del Forame con percorso libero traversiamo verso ovest
Baito dei Manzi, per veri trappers
Il tempo sembra tenere quindi, prima che piova, caliamo quasi a casaccio verso valle perché la traccia riportata sulla carta è pressoché introvabile.
Arriviamo a Malga Forame 1909 riprendendo il sentiero 317B. Rapida visita al
Bivacco del Pignaro nei pressi, aperto, piuttosto confortevole (è però occupato dal pastore durante l’alpeggio). Non c’è in giro un cane, iniziamo la discesa per la forestale sotto una gaia pioggerella che diventa man mano più insistente. Poi piove proprio quindi tiriamo fuori le giaccavento.
Discesa verso Malga Forame
Casera delle Capre
Alla
Casera delle Capre 1610, come previsto, deviamo verso nord
seguendo ancora il 317B per strada forestale in leggera salita fino alla dorsale
Costa di Mezzo. Qui saliamo ancora un po’ di quota quindi, con un lungo traversone per un costone disboscato e poi con discesa in un bel bosco, caliamo gradualmente di quota fino a tornare in Val Moena, poco sotto il parcheggio dove abbiamo la macchina.
Rientro con un lungo traversone dalla Val Forame verso la Val di Moena
La Cascata in fondo alla Val Moena
Giro molto bello, non banale ma non particolarmente difficile: richiede una certa capacità di orientamento per i tratti fuori traccia. Panorami semplicemente grandiosi in un delle zone più belle e selvagge del Lagorai Centrale.
Dislivello m 1150, sviluppo 16 km.
Il percorso