GIM - Girovagando in Montagna in Trentino
TRENTINO => Cultura della montagna => Libri => Topic aperto da: grazia - 26/09/2008 22:30
-
su segnalazione di franz ho comperato questo libro molto carino e ben spiegato
titolo: cime, ferrate e sentieri alpinistici attrezzati in piccole dolomiti e Pasubio
casa editrice: edizioni cip
autore: Bepi Magrin
-
Segnalo qui di seguito un link con la recensione del libro:
https://www.lycoseshop.it/epages/libridimontagna_it.sf/it_IT/?ObjectPath=/Shops/libridimontagna.it/Products/-1112023895-
Ho avuto la fortuna di conoscere di persona l'autore del libro. Una persona estremamente competente e disponibile, molto stimata ed apprezzata nell'ambiente alpinistico vicentino.
-
Ciao a tutti!
A chi potesse interessare, ho trovato su Internet questo documento in formato PDF con i nomi locali dell'Alto Adige in italiano e tedesco:
http://xoomer.alice.it/tribunale/prontuario.pdf
Un salutone,
Franz
-
Buon giorno a tutti!
Vorrei consigliare alcuni libri di un autore vicentino come me, Giancarlo Ferron, di professione guardiacaccia nella zona del Pasubio. Con il suo linguaggio semplice, ma sincero e profondo, riesce a trasmettere intensamente tutto il suo amore per la natura, i boschi, la montagna e gli animali.
Quando leggo una pagina dei suoi libri, mi viene subito voglia di andare nel bosco, camminare per sentieri e osservare, con gli occhi di un bambino incuriosito e meravigliato, la straordinaria bellezza della natura.
Riporto qui di seguito alcuni brani tratti dai suoi romanzi:
"Prima di scrivere, mi ritiro nel mio tempio segreto per meditare: è un bosco di alberi vecchi, abitato da spiriti antichi che ogni tanto escono dai tronchi e dalle pietre. È un luogo dove regna il silenzio, dove lame di luce tagliano l'ombra cupa del sottobosco e creano atmosfere magiche. Ieri, l'Entità selvaggia del tempio mi ha detto che devo fare qualcosa per svelare i segreti dei boschi a chi è disposto ad ascoltare. Mi ha confidato che sono ancora molte le persone che amano e rispettano gli abitanti della Natura. Dopo tre libri scritti per raccontare le brutalità dell'uomo verso gli animali, dopo tanti racconti con i quali ho svelato la sadica violenza di cui sono capaci certi individui, credo sia giunto il momento di parlare della parte magica dei boschi e delle montagne, quella più bella. È venuto il tempo di riscoprire la Natura e i suoi insegnamenti. Chiunque tu sia, se avrai la pazienza di seguirmi, ti presterò i miei occhi e la mia esperienza per condurti nel magico territorio della vita selvaggia, dove il Bosco di Alberi Vecchi svela i suoi antichi segreti."
"Sono nato e vissuto a contatto con la terra, gli alberi e gli animali ... Ho scoperto che la natura è un grande libro, ma ho imparato che, per leggerlo, bisogna prima conoscere il suo alfabeto e le sue leggi: ho cominciato la prima pagina e so che non mi basterà la vita per leggere la seconda ... Faccio il guardiacaccia e per troppe volte ho guardato negli occhi un animale che moriva e ho avuto l'impressione che stesse piangendo, forse ero io che stavo male; ma in quello sguardo liquido ho visto riflettersi, come in uno specchio, l'animale che c'è dentro di me. Ho visto e sentito quanto e come l'animale uomo, negli istinti, possa essere simili alle altre creature...".
-
"Ho scoperto che la natura è un grande libro, ma ho imparato che, per leggerlo, bisogna prima conoscere il suo alfabeto e le sue leggi".
Bellissima questa frase!!! :)
::) cerchèrò questo libro appena posso ;)
-
Mi piacciono i libri che parlano di montagna e di boschi e se poi a scriverlo è un guardiacaccia di sicuro è da leggere! Tutto quello che so sulla montagna, dalle piccole alle grandi cose, l'ho imparato da un amico guardiacaccia; lui nato e cresciuto fra i monti della Valle Gesso mi ha insegnato ad amare gli animali che vivono in quei luoghi, so sempre dove incontrare i camosci, gli stambecchi e le marmotte, ma so anche dove andare a vedere l'aquila reale e mi emoziono ogni volta che posso seguire il suo volo. Naturalmente ho anche imparato a riconoscere i pericoli, ma ho anche imparato rispettare la montagna,a percorrere i suoi sentieri, ad ascoltare i suoi silenzi e tutto questo e molto altro Dino me lo ha insegnato con la semplicità della gente di montagna e ogni volta che mi metto lo zaino sulle spalle mi vengono in mente tutte le cose che mi ha trasmesso. Non so se da me potrò trovare quei libri ma posso provare a cercare, dovrei solo sapere da quale casa editrice sono stati stampati.
-
http://www.ilgiardinodeilibri.it/editori/_biblioteca-immagine-edizioni.php
-
Altrimenti:
http://www.libreriauniversitaria.it/segreti-bosco-ferron-giancarlo-biblioteca/libro/9788889199466
;)
-
wow, che bello! credo che me lo comprerò!
-
Non appena vado a Savona vedrò di cercarlo, ci sono un paio di libreria che hanno libri di montagna e spero di trovarlo, grazie
-
La Biblioteca dell'Immagine è una piccola casa editrice friulana, che pubblica soprattutto libri di autori locali. E' stata anche la casa editrice di Mauro Corona, prima che passasse alla Mondadori. Ha una tiratura a livello nazionale, perciò i libri si possono acquistare tranquillamente in tutta Italia.
-
Vorrei consigliare agli appassionati della letteratura di montagna i libri di un autore trrentino, Mario Martinelli. Abita a Obra di Vallarsa.
Sto leggendo uno dei suoi libri "Lo Spirito del Bosco". Davvero interessante, intriso di montagna, di paesaggi, odori, colori e sensazioni vere e profonde....
Consiglio una visita al suo sito:
http://www.mariomartinelli.net/
-
Riporto qui di seguito un racconto simpatico, trovato in rete, di Roberto Mazzetta, socio del CAI di Novara, che bene esemplifica, in maniera arguta e spiritosa, uno degli incubi ricorrenti dei “maschi” appassionati di montagna, non importa se provetti alpinisti o semplici escursionisti. ;D ;D ;D ;D ;D
Buona lettura….e buon divertimento…. :D :D :D :D :D
“Incubi: esseri demoniaci della notte che turbavano i sonni degli antichi. Anche noi moderni abbiamo i nostri incubi: astratti o reali, attuali o che affondano le radici nel nostro passato più remoto. Gli incubi degli esami e dei compiti in classe che fanno ancora adesso sobbalzare nel letto … Gli incubi del capo ufficio, che provocano attacchi d’ansia anche ai beati pensionati. Esistono, tuttavia, degli incubi non legati allo stato onirico, che potremmo anche definire paure, fobie. Noi, appartenenti alla specie “Homo Montano Scarpinatore”, ne abbiamo alcuni che aleggiano attorno a noi e, qualche volta, si materializzano. Abbiamo l’incubo meteorologico: si attende tutta la settimana il sacro momento per fuggire in montagna, seguendo con apprensione le previsioni meteorologiche e ci prende il terror panico se vediamo disegnata sulle Alpi, proprio per sabato e domenica, l’odiata nuvoletta. Potremmo disquisire dell’incubo da traffico, da incolonnamento, da strada sbarrata, ma c’è un incubo che si concretizza quando uno meno se lo aspetta: il matrimonio. Generalmente è la mogliettina che, gaia e sorridente, dà la buona novella: “Si sposa Ermogene”, “E chi è?”, “Ma come, è mio cugino di 4° grado. Siamo invitati, anche tu!”, “Cooosa?!, ma se manco lo conosco”, “Questa è l’occasione buona”. Mancano ancora tre settimane e l’incubo viene temporaneamente rimosso, non ci pensi, non ci vuoi pensare, per evitare di alterarti anzitempo. La moglie, ovviamente, non ha nulla da mettersi, è praticamente nuda e così coglie l’occasione per comperarsi, finalmente, “qualcosa di decente”. La cifra spesa, tu, non la saprai mai, ma è meglio così! Tu, “Homo Montano Scarpinatore”, tenti in tutti i modi di svincolarti: usando la maschia determinazione, facendo leva sui sentimenti, rinfacciando antichi favori, accampando motivi di salute. Alcune volte ci riesci e così riacquisti il sorriso e l’ottimismo di vivere, ma questa volta sei proprio fottuto. Speri in un ripensamento della coppia, auspichi indegnamente un litigio o il ritorno di una vecchia fiamma che faccia saltare tutto. Mentre rimugini questi orribili pensieri, eccoti una bella frecciata: “Tu cosa ti metti? Il solito vestito? Quello della prima comunione? Di zaini ne hai sette, ma di vestiti decenti … E mi raccomando, quel giorno non fare quella faccia da tulipano appassito!” Continui a non pensarci. In men che non si dica ecco arrivare il giorno. Stenti ad aprire le imposte per vedere che tempo fa, speri piova. Cielo blù, terso, non una nuvola. “Poffarbacco! Per tre settimane ha fatto schifo e oggi è così”, “Che bel sole, mio cugino di 4° grado Ermogene e la futura mogliettina Puicheria sono proprio fortunati, non ti pare dolce consorte?”. Azzanni la cravatta e non rispondi. Mentre inforchi le scarpette da città tirate a lucido, guardi gli scarponi mestamente lasciati in un angolo. Infili la camicia bella tra un grugnito ed una imprecazione strozzata in gola. A quel punto ecco la frase che ti fa scattare la pressione al massimo. “Che c’è da mugugnare, per una volta che non vai in montagna, che sarà mai!?”. Vorresti lanciare un urlo, zompare sull’armadio e gridare che tutta la settimana l’hai passata chiuso in ufficio, in trepidante attesa della domenica, che hai un bisogno fisiologico di caricare le batterie, che del cugino di 4° grado Ermogene non te ne frega un bel niente, ma rinunci, ti metti davanti allo specchio e, senza guardarti, ti pettini. Impettito come un gallinaceo, con la moglie raggiante e sinceramente elegante, parti. Il cugino di 4° grado Ermogene, che abita ad ottanta metri da casa tua, ha avuto la luminosa idea di sposarsi in un cazzutissimo paesetto a 175 chilometri di distanza e così ti tocca fare anche una levataccia ed iniziare una sorta di Camel Trophy. Mentre attraversi la città, vedi i tuoi amici che, felici e spensierati, caricano gli zaini e partono. Fingi di non vederli e tenti di stare dietro ad un altro invitato che riconosci per l’orribile fiocchetto che anche a lui hanno legato all’antenna dell’autoradio. Per tutta la strada scruti il cielo. “Forse non è così azzurro, c’è una velatura, può darsi che in montagna sia brutto, sì è sicuramente brutto”. Balle! E’ una giornata splendida e tu lo sai perfettamente, ma cerchi spudoratamente di mentire a te stesso, una inefficace forma di autoconsolazione. Finalmente eccoti in loco. Ti appiccichi in viso un bel sorriso sintetico ed inizi a salutare e sbaciucchiare una marea di sconosciuti. Qualcuno, che ti conosce, ti domanda con malcelato sarcasmo, come mai non sei in montagna. Vorresti annegarlo nella sangria, ma tu sei un buono e lo lasci vivere. Ti consoli sbirciando tra le scollature ed i generosi spacchi delle belle signore che ai matrimoni non mancano mai. Vorresti gustarti le prelibatezze del pranzo, ma hai la fortuna di essere al tavolo con una specie di ciminiera umana che ti sfumazza in faccia una sigaretta dopo l’altra. Mastichi e pensi ai boschi di larici. Cerchi qualcuno che possa essere sulla tua lunghezza d’onda, ma ti imbatti solo in tipi da spiaggia, stadio e Internet. Deglutisci e pensi ai laghetti d’alta quota. I marmocchietti tirati a lucido, infilati in anacronistici vestiti della festa, scorrazzano moltiplicando il già fastidioso frastuono. Vorresti distribuir loro potenti forchettate sulle tonde chiappette, ma tu non sei un violento e così affondi la forchetta nel portellone. Il rumore di fondo cresce in modo esponenziale, cerchi rifugio in Bacco e ti ritrovi la testa stretta in una ferrea aureola che stringe sempre di più ogniqualvolta gli immancabili originaloni di turno urlano un bel “Viva gli sposi!”. Le ore passano e tu scivoli in uno stato di trance, ti senti leggero, sei convinto di essere sulla cima del Corno Bianco, mentre stai firmando il libro di vetta, quando un calcio di tua moglie ti fa ripiombare nella realtà: stavi incidendo la tovaglia col coltello. E’ notte, hai perso la cognizione del tempo, ma capisci che è ora di andare e ti ritrovi a sbaciucchiare sconosciuti che sanno di salmone affumicato, di antipasto, di torta e di MS light, facendoti rivivere olfattivamente tutto il menù. Guidi, mentre tua moglie chiacchera con la cugina di 3° grado Eufrasia e scopri con terrore che non è ancora sposata, ma fidanzata da lungo, troppo, tempo. No! La cugina di 3° grado Eufrasia in abito bianco non la vedrai. Fai solenne giuramento che resisterai fino allo stremo delle tue forze. Forse riuscirai ad evitare il matrimonio della cugina di 3° grado Eufrasia, ma la vita è costellata di parenti, amici, colleghi, vicini di casa che non hanno niente di meglio da fare che sposarsi ed evitarli tutti, mettiti il cuore in pace, è pressoché impossibile!!!"
Roberto Mazzetta CAI Novara
-
Caspita!Anch'io con una storia così avrei sicuramente preferito esser in montagna a camminare....ora che ne avrei l'occasione c'è sempre qualcosa che va storto.....ma questa è un'altra storia!
-
Nel 2009,rischio d'essere invitato a ben 5 matrimoni :-X >:(,che dire.....speriamo piova! ;D
-
e che dire allora dei funerali?
Almeno dei matrimoni ti avvisano qualche mese prima... :P
-
Riporto qui di seguito la recensione, trovata in rete, del libro "Mal di Montagna" di E. Camanni:
Questo è un libro che mi ha molto colpito, perchè parla di una "patologia" a me ben conosciuta da quando, 25 anni fa, ho incominciato ad andar per monti e da allora non ho più smesso. Penso sia l'unica cosa che ho continuato a fare per un periodo così lungo....venticinque anni, nonostante matrimonio, tre traslochi, malattie e operazioni varie, che, al massimo, mi hanno "fermato" per 4/5 settimane, poi di nuovo con lo zaino in spalla. Non è, come dice Camanni in questo libro, "una malattia leggera il mal di montagna, ma una febbre che ti prende da giovane e non ti lascia più".
L'autore nei suoi capitoli parla di amicizie di montagna, compagni di salite e anche di "incontri" con alpinisti famosi e "riscoperte" di grandi scalatori del passato. Una galleria di ritratti di persone che ha conosciuto, con le quali si è legato o ha camminato, o con chi è venuto in contatto, creando legami che restano perenni.
Camanni ci descrive questo "Mal di montagna" come qualcosa che prende da giovani, e non ti lascia più, ti porta a far parte di una schiera di "esaltati", dalla quale non si riesce più a uscire, nemmeno con la morte. L'autore lo descrive bene nel primo capitolo, dove prende lo spunto da una introduzione che doveva fare per un libro fotografico su sguardi di alpinisti. Una bella sfida su inquadrature strettissime, occhi o poco più. E Camanni trova la distinzione tra chi è alpinista e chi non lo è: gli occhi. Mai spenti, dice l'autore, occhi innamorati, occhi di amanti. Riferendosi ad un ritratto dei più ispirati, quello di Hans Kammerlander, l'autore si ricorda che proprio l'altoatesino, un giorno, gli aveva confessato di essere "malato di montagna".
Camanni ci presenta nei suoi capitoli questa serie di personaggi che sono gli amici come Carrelino, Fabio Massara, Ezio Mentigazzi e Piero Rosmino, gli incontri reali come Patrick Berhault, Jean-Marc Boivin, Renato Casarotto, Gianni Comino, Gian Carlo Grassi, Alex Langer, Gian Piero Motti, gli incontri immaginari con i grandi Emilio Comici, Giusto Gervasutti e Renzo Videsott, tutti in una galleria di immagini legate dallo stesso identico "male".
Nel primo capitolo "Vestivamo alla montanara", autobiografico, l'autore si presenta da giovane in un autoritratto che molti frequentatori della montagna non stenteranno a riconoscersi. Le braghe alla zuava di velluto con la chiusura sotto al ginocchio, che mostravano i segni della "lotta con l'alpe", e i maglioni di lana pesante tipo "norvegese" e le giacche di cotone rosse o arancioni. E che dire dei calzettoni che lasciavano il polpaccio scoperto creando una abbronzatura a mezza gamba?
E' un libro che vale la pena leggere, specialmente a tutti i frequentatori della montagna con le proprie forze, perchè Camanni scrive bene, e lo fa col cuore.
Paolo Muzio
-
Vorrei segnalare questo sito:
http://www.libritrentini.it/
:D :D :D :D
-
Vorrei segnalare questo sito:
http://www.libritrentini.it/
:D :D :D :D
ho già comprato alcuni libri da questo sito, fa veramente buoni prezzi! :)
-
Quanti bei libri!!! Interessante il fatto che siano tutti del trentino, se ci cerca minimamente qualche libro trentino sicuramente qui lo si trova!!!! ;)