Questa bella escursione era in nota da tempo e ormai cominciavo perdere le speranze di poterla fare. La Valmalenco è parecchio lontana da noi e inoltre era indispensabile trovare una giornata sicurissima dal punto di vista meteo.
L'occasione giusta di una giornata favolosa si è presentata lunedì 18 luglio finchè eravamo qualche giorno in vacanza nel tranquillo borgo di
Chiareggio a quota 1600 mt. L'idea è di fare un giro ad anello salendo al
rif. Del Grande Camerini per gli
alpeggi di Vazzeda e ritornando poi per la più lunga
Val Sissone. Se però al rifugio saremo troppo stanchi o cambierà il meteo rifaremo il percorso dell'andata che è più semplice e breve
Partiamo direttamente a piedi dalla struttura che ci ospita, scendiamo sul greto del torrente Mallero in località Pian del Lupo e seguiamo le indicazioni per il rifugio. I tempi indicati sono di 3h e10' ma so già che i nostri saranno maggiori, sia perchè andiamo pianino e anche a causa delle mie soste continue per fotografare panorami e fiori, che peraltro sono ben gradite al marito... così intanto riprende fiato pure lui
il torrente Mallero e la Val Sissone da Pian del Lupo - a dx la Cima Vazzeda dove all'inizio della cresta c'è il rifugio Del Grande
Dopo circa 1 km e mezzo imbocchiamo il sentierino 301-305 AV che sale ripido a ds e per un po' staremo all'ombra nel fitto bosco ma con la vista imponente del Disgrazia che appare e scompare tra gli alti fusti.
Attraversiamo un torrente su di un ponticello in legno e in breve arriviamo al bell'
alpeggio di Vazzeda inferiore a mt. 1832, dove ci sono varie baite in pietra.
Alpe Vazzeda Inferiore
Seguiamo le indicazioni, lasciando l'alpeggio alla nostra destra, e saliamo tra mughi e i primi rododendri in fiore. Poi percorriamo una traccia che sale a tornantini in mezzo a una vasta e folta vegetazione di epilobi alti più di noi (!), ancora indietro con la fioritura. Posso immaginare lo spettacolo tra una decina di giorni quando sarà tutto colorato di rosa
Superiamo poi un dosso su facili roccette ed eccoci arrivati
all'Alpe Vazzeda superiore a mt. 2033. Ormai siamo fuori dal bosco e finisce così anche l'ombra, d'ora in poi sole cocente e caldo con temperature ben sopra la norma.
Il panorama è appagante e si apre verso tante cime... la Cima del Duca, il pizzo Rachele, Cima Ventina e la parete nord del Disgrazia che è sempre spettacolare.
verso l'alpeggio di Vazzeda superiore
Alpe Vazzeda Superiore - il Monte Forno, valle del Muretto e Pizzo del Muretto
panorama verso la Val Ventina - Cima del Duca, pizzo Rachele, Cima Ventina e Disgrazia
Troviamo un bivio, il sentiero a destra sale al Passo del Forno e conduce sul versante svizzero, noi proseguiamo in direzione del rifugio. La bella piramide del
Monte del Forno di 3214 mt si staglia nel cielo.
Monte del Forno
vista sulla Valmalenco
Il sentiero sale abbastanza ripido sopra i prati dell'alpeggio e poi percorriamo un lungo traverso a mezza costa con lieve pendenza, che ci permette di riprendere fiato, intervallato da numerosi corsi d'acqua da attraversare che scendono dal ghiacciaio di Vazzeda, la bella Cima triangolare sempre visibile sopra di noi.
I torrentelli saranno almeno 6 o 7, qualcuno viene superato facilmente camminando sui massi che emergono dall'acqua, per qualche altro più ingrossato è inevitabile bagnarsi un po' dato che l'acqua copre i sassi.
uno dei tanti corsi d'acqua
Cima di Vazzeda mt. 3300
Mi fermo un po' a fotografare perchè in questo tratto ci sono tanti fiori di specie diverse tra cui stupende genziane punteggiate che attirano la mia attenzione.
un collage di fiori vari – trifoglio alpino, genziana di Koch, astro alpino
genziana punteggiata
Ancora un piccolo sforzo salendo su sfasciumi e pietraie e arriviamo al piccolo
rifugio Del Grande Camerini a mt. 2580 adagiato all'inizio della cresta del Monte Vazzeda.
Ci abbiamo impiegato 4 ore buone, ma l'importante è essere arrivati!
ultimi tratti su pietraie
eccoci al rifugio!
Il rifugio si trova in un punto panoramico favoloso ed è gestito dal volontari del Cai di Sovico che si alternano con turni settimanali.
Qua ci concediamo una lunga e meritata sosta, siamo soddisfatti e nemmeno tanto stanchi.
Dal terrazzino si gode un panorama mozzafiato su tutta l'alta Valmalenco, vediamo e riconosciamo tanti luoghi già raggiunti con precedenti escursioni… l'incantevole
lago di Pirola, la
piana di Fora e il
rif. Longoni ...c'è nitidezza e le cime che si vedono son davvero tante.
Lo spazio sul terrazzino è poco, un paio di tavoli e una panca. Ci si unisce agli escursionisti presenti ed è piacevole scambiare qualche parola e sentire la loro esperienza.
Tutti sono entusiasti, qualche persona passerà la notte in rifugio perchè impegnata col trekking dell' AV e ripartirà il mattino dopo, questa è la terza tappa.
Mangiamo fuori all'aperto anche se il sole scotta e l'unico riparo è il cappellino in testa. C'è il minestrone o pastasciutta e una torta casereccia appena sfornata
I gestori sono simpatici e cordiali, uno di loro ci dà indicazioni precise sul sentiero di ritorno per la Val Sissone, basta solo un po' di prudenza in certi tratti, mi lusinga dicendomi che troverò sicuramente i gigli martagone in fiore!
il rifugio
pano dal rifugio ( da sx Bernina... Pizzo Scalino, Cima del Duca, Pizzo Rachele, Cima Ventina e Monte Disgrazia)
Alle 14 ripartiamo, scendiamo poco sotto il rifugio seguendo i segni dell'AV e risaliamo una stretta crestina con un breve tratto attrezzato per facilitare il passaggio. Poi, dopo aver agganciato i bastoncini allo zaino per avere le mani libere, ci dobbiamo calare alla base del crinale roccioso con l'aiuto di una catena e cercando di appoggiare i piedi in appigli di roccia stabili...un po' di cautela ma si tratta solo di una decina di metri.
la crestina da salire per poi scendere verso la Val Sissone
il primo trattino attrezzato
discesa dalla crestina
Riprendiamo a camminare tra gli alti pascoli mantenendoci in quota e incontrando altri ruscelli gorgoglianti. Il sentiero poi attraversa una lunga pietraia e risale una cresta entrando in una stretta spaccatura rocciosa. E' il
Passo della Corna di Sissone a 2438 mt.
si prosegue sotto le creste di Cima di Rosso
passo della Corna di Sissone
Superata questa forcella si scende in un valloncello dove scorre un impetuoso e ripido torrentello che scende dal ghiacciaio della Cima di Rosso formando varie cascatelle e pozze. Questo ci metterà un po' in difficoltà perchè l'acqua che è tanta (sicuramente a causa delle alte temperature del momento) sommerge i massi che sono un po' distanti l'uno dall'altro. La corrente è forte e gli schizzi d'acqua ci bagnano fino in testa. Si saltella...e per fortuna non si scivola
altro torrentello
Ancora un lungo falsopiano su stretto sentierino e poi si inizia finalmente a scendere e perdere quota tramite stretti tornantini tra erba alta e sassi dove la traccia spesso scompare, ma ci sono alcuni utili ometti in pietra.
di fronte al Disgrazia
E dopo un po' mi perdo a fotografare quei meravigliosi gigli martagone di cui mi aveva parlato il gestore. Aveva ragione, ce ne sono tantissimi e stupendi!
un giglio tra i tanti...
Il Monte Disgrazia è immenso davanti a noi e numerose cascate scendono dal ghiacciaio e precipitano a valle con grande fragore.
Siamo in cammino da 2 ore e 20... quando un cartello indica che ne mancano ancora 2 per Chiareggio mi subentra un po' di sconforto dato che la stanchezza comincia a farsi sentire sulle ginocchia
Cerco di perdere meno tempo con le foto e andar via più spedita, siamo ancora in alto e sotto di noi si vede la vallata e il paesino di Chiareggio.
zoom sul ghiacciaio
da sx Pizzo Tremoggia, Pizzo Malenco, Sassa d'Entova e il Gr. del Bernina
Percorriamo la lunga Val Sissone (è vero che sono un po' giù di allenamento ma mi sembra interminabile
), camminiamo su pietraie o sfasciumi e a tratti risaliamo un po' nel bosco. Il torrente rumoroso dove affluiscono tanti ruscelli è sempre a fianco sotto di noi e via via si ingrossa sempre più.
scendendo la Val Sissone
Dopo 4 ore di cammino arriviamo all'
alpeggio di Laresin e poi di
Forbesina a quota 1625 e poco dopo chiudiamo l'anello.
Ancora la mezz'oretta di stradina fatta al mattino che si snoda tra il bosco e raggiungiamo la località
Pian del Lupo da dove siamo partiti.
segnaletica a Laresin
baite a Forbesina
L'escursione mi è piaciuta molto, anche grazie al meteo
. E' un percorso di ca 14 km e con 1100 mt ca di dislivello compreso alcuni saliscendi.
Questa la traccia del giro circolare