Un appagante anello della scorsa settimana durante la vacanza a
Chiareggio in Valmalenco.
Al Lago Pirola eravamo già stati 4 anni fa ma la giornata era grigia e piovosa e perciò saliti e scesi dalla stessa parte. Decidiamo di fare il percorso in modo diverso con un giro in parte circolare.
Partiamo a piedi direttamente dalla struttura che ci ospita, a 1600 mt di altitudine, scendiamo verso il torrente Mallero e attraversiamo il ponte. Proseguiamo a destra sulla mulattiera che sale gradualmente verso la Val Ventina, accompagnati dal rumore del fragoroso torrente che scende dal ghiacciaio e che scorre alla nostra destra.
saliamo verso la Val Ventina
Poco prima di arrivare al rifugio una freccia bianca e la scritta LP su di un masso ci indica il sentierino che sale a sinistra per il lago Pirola.
Lo imbocchiamo, percorriamo a mezza costa un tratto di pietraia da dove si può godere di una bellissima vista sul
Monte Forno e valle del Muretto (che conduce in Svizzera) e sulle cime
di Rosso e Vazzeda.
Monte Forno e la Valle del Muretto
cima di Rosso e Vazzeda
Poi ci inoltriamo nel bosco di conifere dove nel sottobosco c'è una ricca vegetazione di felci, di bei gigli martagone, gerani selvatici e altri fiori.
Dopo vari saliscendi e tornantini anche ripidi raggiungiamo
l'Alpe Pirola a mt. 2100 dove ci sono alcune baite in stato di abbandono. Alcuni operai stanno sfalciando l'erba sul sentierino per renderlo più visibile. Scambiamo qualche parola, sono tutti originari del Marocco, ci parlano della loro Terra e del deserto, ma sono molto affascinati dalle nostre montagne innevate.
alpe Pirola
monte Forno e Valle del Muretto
Il percorso poi prosegue più ripido su roccette e sterrato e arriviamo sotto il muraglione della diga e alla ex-casa del custode.
Proseguiamo ancora in salita su fondo roccioso, con un ultimo sforzo raggiungiamo il muraglione della diga
e finalmente appare il bellissimo
lago Pirola dal color turchese incassato tra pareti di roccia. Secondo me è il più bello della Valmalenco, anche per il contrasto con le rocce rossastre che lo circondano. Il lago Pirola è di origine naturale ma anni fa è stata costruita la diga per incrementare il bacino.
sullo sfondo Punta Rosalba e Cima del Duca
sullo sfondo il Disgrazia
Costeggiamo il lago a sinistra con vari saliscendi e superando un dosso. Poi iniziamo a scendere per uno stretto sentierino e arriviamo alla base del lago dopo aver attraversato un ruscello che scende dal Pizzo Rosalba e che lo alimenta.
Ricominciamo a salire su placche di pietra, c'è qualche piccolo stagno con erioforo, scegliamo un grande masso "giusto" e ci concediamo una piacevole sosta per mangiucchiare qualcosa e riposarci. Sarà che amo tutti i laghi alpini ma sinceramente non mi sposterei più da qui, troppo bello!
Il marito si fa pure un riposino mentre io ne approfitto per fotografare scorci camminando sui massi rossi. Il caldo però si fa sentire, ombra non ce n'è e gli effetti del sole che brucia li sentiremo alla sera.
Riprendiamo a camminare in salita sulle grosse pietre, con un po' di attenzione perchè non tutti i massi son stabili, seguendo un po' i segni bianco-rossi in direzione della Forcella che separa la Valle del Pirola dalla Valle Ventina, il punto più elevato dell'escursione a mt. 2355.
Davanti a noi il
Pizzo Rachele, il ghiacciaio del Ventina col sentiero glaciologico,
il massiccio del Disgrazia con i suoi 3678 mt... e poi le
Cime di Chiareggio,
Punta Baroni, Monte Sissone, Cima di Rosso e Cima Vazzeda, mentre alla nostra destra si eleva il
Torrione Porro raggiungibile in poco più di mezz'ora
(peccato aver quasi esaurito le energie ) Pizzo Rachele, Giumellino, Cassandra
Cime di Chiareggio, Punta Baroni, Monte Sissone, Di Rosso-Vazzeda… e Torrione Porro
Iniziamo a scendere ripidamente e con attenzione sempre su pietraie ed entriamo in un bel bosco di larici, alcuni dei quali secolari. Uno di questi, ancora vivo, ha superato il millennio ed è l'albero più vecchio d'Italia. Tantissimi i fiori che mi costringono a fermarmi per fotografarli.
il primo della foto ha oltre 1000 anni
raponzoli montani e astri alpini
Attraversiamo un'altra estesa pietraia in falsopiano e poi appare sotto di noi il bel pianoro dell'alpe Ventina e il tetto rosso del rif. Gerli-Porro.
Scendiamo ripidamente a zig zag e arriviamo nella piana solcata dai numerosi ruscelli. Al rif. Ventina non c'è nessuno, ne approfittiamo per bere qualcosa di fresco e ascoltare la signora che gestisce il rifugio e che la sa lunga sulle montagne attorno.
le baite all'alpe
ritorniamo verso il rif. Gerli-Porro e da qui scendiamo per la stradina che ci riporterà a Chiareggio.
si scende
a Chiareggio e al torrente Mallero
la traccia del percorso