La piattaforma sulla Torre di Visione, con vista sulla Val di Non
Da tempo volevo salire alla
Torre di Visione, un poggio roccioso panoramico sopra la
forra della Rocchetta, da cui si domina la
Piana Rotaliana e la bassa
Val di Non. Su questa altura anticamente sorgeva un
castelliere risalente al 1100, di cui restano pochi sassi. Questo era anche un
antico passaggio che collegava la val d'Adige e la Val di Non per evitare la forra paludosa creata dal torrente Noce che rendeva impraticabile il terreno. Dopo il lungo lockdown per il Covid, i chili presi, lo scarso allenamento e l'età che avanza, è venuto il momento di "testare la gamba", e quindi ho deciso di provare a salire fino a
Cima Roccapiana.
Il bel sentiero che dalla Rocchetta sale verso la Torre di Visione
Dalla Torre di Visione vista verso il Brenta
Posteggio l'auto al
parcheggio vicino al tunnel a quota m 270, attraverso la strada provinciale e mi avvio per prendere il
sentiero 516B, che fa parte del
Sentiero Frassati, che con diversi zig zag si arrampica sul ripido versante in poco più di un'ora alla
Sella della Torre di Visione m 637, dalla quale, deviando a sx,
si raggiunge in pochi minuti le due piattaforme panoramiche. Il cartello iniziale mi provoca uno sbandamento:
ben 5 ore a Malga Bodrina! Mi distraggo col panorama alla Torre di Visione, davvero strepitoso.
Del sentiero attrezzato Cronello non ho trovato quasi nulla in rete, quindi per precauzione mi sono portato uno spezzone di cordino e un moschettone. Dalla Torre di Visione mi incammino per il sentiero che spesso si fa traccia nella boscaglia. E' una lunga salita che non concede respiro.
Il tratto attrezzato è piuttosto banale, circa una
quaratina di metri attrezzati con cordino, non tiro neanche fuori la corda e salgo senza alcun problema. Col bagnato potrebbe essere insidioso specie in discesa, perché scavalca uno sbalzo roccioso quasi verticale. Ma in salita e con l'asciutto, niente di che.
La Rocchetta da dove sono partito, si vede anche il parcheggio con la macchina
Vista verso la Val di Non
Le cime del Brenta, a sx si distingue il Piz Galin
Immagine d'epoca della Rocchetta
Vista sulla Piana Rotaliana
La salita è eterna e il caldo africano non aiuta, grondo come una fontana. Il tracciato non è sempre chiarissimo, specie quando si interesca con stradelli forestali.
Più in alto il percorso si sviluppa sul ciglio del baratro che dà verso la Rotaliana, nulla di troppo preoccupante, solo
l'ultimo tratto prima di arrivare a malga Bodrina diventa piuttosto esposto e senza protezioni, ma trovo un pertugio nella vegetazione che mi permette di
evitare il tratto più pericoloso ed esposto risalendo un tratto di bosco.
Il possente bastione de le Cronele
Sul ciglio del baratro: vista sulla Piana Rotaliana
Vista sul Brenta
Il tratto attreazzato del Cronello
Il sentiero diventa traccia nella boscaglia verso Baita Portolo, che però salterò via per andare direttamente a Malga Bodrina
Squarci panormici verso la Val di Non
Attraverso boschi di faggi
Arrivo finalmente a Malga Bodrina m 1550 quasi esausto per il caldo, dove mi concedo una pausa per mangiare un po' di frutta secca. Evito la Malga, diventata ristorante, già piena di macchine e di chiasso molesto degli avventori che si ingozzano di cibo.
Fino qui sono già 1300 metri di dislivello, mi faccio forza a riparto, da qui in poi avevo già fatto il percorso in precedenza, ma me lo ricordavo più corto... Anche qui la salita non finisce più, benché più corta del tratto iniziale, con la
parte finale in mezzo alle muraglie di mughi nella continua speranza di vedere la maledetta croce di vetta che non arriva mai...
Vista sulla Rotaliana
Poco prima di Malga Bodrina iniziano i tratti esposti
Il sentiero corre sul ciglio del burrone, sullo sfondo a dx Fai e la Paganella
Eccomi a Malga Bodrina
La malga è stata trasformata in ristorante, con molti permessi in tanti salgono in auto
Mi fermo distante per la sosta e poi tiro dritto
Le muraglie di mughi verso la vetta, che sembra non arrivare mai...
Arrivo in vetta a
Cima Roccapiana m 1874 abbastanza provato, il caldo e l'umido mi stroncano le forze, anche se la soddifazione di aver raggiunto l'obiettivo è notevole. Rimiro il panorama che conosco bene, c'è parecchio vento che almeno rinfresca un po'. Piccola sosta e poi riparto per la lunga,
ripida e malagevole discesa verso Malga Kraun, 650 metri più in basso.
Il "panettone" finale, dietro c'è l'agognata cima
Eccomi in vetta
Vista "mostruosa" verso la val di Non, col lago di S. Giustina
Altopiano di Favogna
Da Cima Roccapiana verso il M. Cucco: lungo il crinale corre il sentiero col quale si può arrivare fino al Roen e al passo della Mendola
E' ora di scendere affrontando la lunga e ripida discesa verso Malga Kraun
Il bivacco di Malga Kraun
Rientro verso Monte di Mezzocorona
Qui mi sparo una birra sacrosanta.
Riprendo la marcia verso Monte di Mezzocorona, inizialmente avevo programmato di rientrare alla Rocchetta scendendo lungo la ripidissima e famigerata strada cementata "delle Longhe", ma l'ora è tarda e ho ancora tantissima strada da fare e non serve fare l'eroe: così decido di
scendere in funivia fino a Mezzocorona, anche se allungherò un po' il percorso.
Quindi il lunghissimo rientro alla Rocchetta per stradelle di campagne secondarie.
Eccomi a Mezzocorona dopo essere sceso con la funivia (pensando con un brivido al Mottarone)
Il castello di S. Gottardo, in una cengia sopra l'abitato di Mezzocorona
Alla fine della lunga giornata sono 31,5 km per 1600 metri di dislivello, direi che per oggi sono sufficienti
In definitiva un gran bel giro, che in parte già conoscevo, molto lungo e faticoso forse anche per il gran caldo, su delle cime tutto sommato poco conosciute e poco frequentate che hanno il loro fascino, con panorami eccezionali sulla Val d'Adige e sulla Val di Non.
Il percorso fatto