I tre alpinisti dispersi in Francia
LIVE "Le speranze non sono perdute"
Milano, 29 novembre 2012
Da lunedì nessun segnale dai telefonini dei milanesi Cantù e Gaggianese e del genovese Barabini. La speranza è che abbiamo trovato rifugio in un bivacco sul Dòme des Ecrins, 4015 metri nelle Alpi del Delfinato. Soccorsi in azione
Ancora nessuna notizia dei milanese Francesco Cantù e Luca Gaggianese e del genovese Damiano Barabino, i tre alpinisti italiani dispersi in Francia sul massiccio degli Ecrins. L'ultimo segnale lumedì. Febbrili le ricerche, si teme che i tre possano essere stati travolti da una valanga. E' una lotta disperata contro il tempo. Con il passare delle ore le possibilità di ritrovarli in vita si affievoliscono. Ma c'è un barlume di speranza.
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Il Dome de Ecrins . Foto LeDl/A.Ch
ORE 20,19 Senza esito quindi oggi i tre voli degli elicotteri. Non hanno trovato alcun segno degli alpinisti italiani dispersi sulla Barre des Ècrins, 4103 m, nelle Alpi del Delfinato: Domenico Barabino, Francesco Cantù e Luca Gaggianese. Ma almeno hanno ridotto l’area di ricerca. "Le nubi avvolgevano il versante Sud, quello dove noi riteniamo che possano trovarsi i nostri amici", ha detto Edoardo Rixi, capogruppo della Lega Nord alla Regione in Liguria, compagno di scalate del genovese Barabino. "Noi speriamo che siano riusciti a riparare nel rifugio Temple Ecrins, a 2410 metri, che non è stato ancora raggiunto dai soccorritori". I parenti dei tre alpinisti italiani sono a Briançon e trepidano per la sorte dei loro cari. Gabriele, il fratello di Barabino, è volato in una delle ricognizioni con gli uomini del Peloton d’Haute Montagne de Briançon. I voli di oggi sono stati effettuati dall’elicottero della Sécurité Civil de Grenoble e da quello della Gendarmerie de Dignes-les-Bains. La montagna è apparsa ancora ostile: nubi, nevischio e stamane anche un vento da 70 km/h che ha respinto il primo volo. Il pericolo di valanghe è enorme. Per questo i soccorritori che nei giorni scorsi sono saliti per via di terra – in motoslitta e con gli sci – sono stati respinti molto in basso. Quattro di loro sono stati sorpresi da una valanga nel tratto che va da Prè de Madame Carle, dove è parcheggiata l’auto dei tre alpinisti, al rifugio Cézanne. La neve è così tanta che l’auto sarà liberata solo a primavera. Domani le previsioni meteorologiche annunciano sereno. Gli elicotteri si alzeranno presto in volo e, finalmente, dovrebbero dare soluzione all’enigma che attanaglia tutti. Per ora i tre italiani affrontano la quinta notte nella neve. Notte di stelle, dove il termometro scenderà a rendere ancora più ardua l’ultima prova".
ORE 20 "Abbiamo perlustrato tutti i versanti - ha spiegato il comandante del Peloton d'haute montagne di Briancon, Nicolas Colombani - partendo dal glacier Noir, dal glacier Blanc, dal ghiacciaio della Bonne Pierre fino a quello della Pilatte nella parte sopra i 3.300 metri di quota. Purtroppo la zona sopra il rifugio Temple Ecrins era coperta dalle nubi, ci proveremo domani. La speranza è che siano riusciti a ripararsi lì". Secondo Colombani "le possibilità di salvezza dei tre sono legate alle decisioni che hanno preso". Domani non è prevista la partenza di squadre di ricerca a piedi a causa dell'elevato pericolo di valanghe. Quindi la ricerca proseguirà con gli elicotteri
ORE 18 ESITO NEGATIVO - "Le ricerche condotte oggi con gli elicotteri hanno avuto esito negativo". Lo ha comunicato il Peloton d'Haute Montagne precisando che sono stati compiuti vari sorvoli sul Dome des Ecrins e nelle zone circostanti, ma senza trovare traccia dei tre alpinisti italiani dispersi. Sono ora in corso riunioni per decidere il programma delle ricerche dei prossimi giorni.
Francesco Cantù, milanese, uno degli alpinismo dispersi
ORE 17,41 Bianco e solo bianco. Le Alpi del Delfinato nascondono il loro segreto. Dei tre alpinisti italiani dispersi – Damiano Barabino, Francesco Cantu’ e Luca Gaggianese - ancora nessuna traccia. I voli degli elicotteri non hanno sortito effetto. L’attesa da parte di familiari ed amici è spasmodica. A Briançon da ieri sono anche Edoardo Rixi e Armando Antola, due alpinisti liguri, compagni di scalata di Barabino. Rixi, 38 anni, capogruppo della Lega Nord al consiglio comunale di Genova, venti giorni fa si arrampicava sulla Presanella insieme a Barabino. Antola, da Sestri, ha scalato 2 ottomila e 82 quattromila. Sono venuti per partecipare alle ricerche dell’amico. "Le speranze non sono perdute. Barabino e i suoi compagni sanno come comportarsi. Se hanno un po’ di viveri, possono sopravvivere per più giorni, bivaccando nella neve", ha detto Rixi. Antola e Rixi conoscono queste montagne. Secondo Rixi: "Poiché lunedì nell’ultima telefonata al padre, Barabino aveva detto “Siamo in fondo alle doppie”, penso che, invece di fare la via normale a Nord, abbiano cercato di scendere per la parete Sud". Gli alpinisti insomma potrebbero cercare di scendere al Col des Écrins, 3367 m, per calarsi poi giu’ attraverso il vallon de Bonnepierre – un tratto presenta passaggi delicati – e arrivare poi al “Refuge Temple Ecrins”, 2410 m, che rappresenterebbe la salvezza. Questa discesa è complessa, ma non difficile in condizioni normali. La neve, però, supera già il metro e continua a nevicare. Bisogna affrontare una serie di “couloir” e anche il “Col des Avalanches", il colle delle valanghe. In salita è la via classica per arrivare alla Barre des Écrins, 4103 m, 1700 metri di dislivello e un tempo di percorrenza di 7-10 ore. Ma ora ci sono condizioni del tutto eccezionali. Anche oggi nevica, seppure con modesta intensità. La visibilità è ridotta. Alle 16.00 in cima c’era una temperatura di -14°, che verso mezzanotte dovrebbe arrivare a -18°. Condizioni difficilissime anche per alpinisti esperti, che sono isolati dal mondo ormai da cinque giorni.
http://milombardia.gazzetta.it/milano/2012-11-29/i-tre-alpinisti-dispersi-francia-live-sono-ore-decisive--913359919688.shtml