GIM - Girovagando in Montagna in Trentino
TECNICA => Materiali e tecnica in montagna => Topic aperto da: AGH - 09/11/2009 13:21
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Un tema sempre interessante, che riguarda l'orientamento. Alexia proprone la sua esperienza nel newsgroup it.sport.montagna:
Persa lungo un sentiero: come evitare crisi di panico?
Buongiorno, vi sottopongo un episodio che mi ha vista protagonista.
Partecipo ad una gita con amici e seguiamo un sentiero in mezzo ai
boschi apparentemente senza difficoltà perchè era tracciato benissimo,
insomma una vera e propria escursione della domenica. Arriviamo a
destinazione dopo circa 1h di cammino. A metà pomeriggio, dopo mille
raccomandazioni degli amici, saluto la comitiva perchè sarei dovuta
arrivare prima a casa e qui comincia il dramma...
Seguo a ritroso il percorso fatto all'andata e mi sento tranquillissima
perchè lo consideravo semplice. Ero stata anche attenta alle eventuali
deviazioni ma non avevamo fatto niente di particolare. Ad un certo
punto, dopo circa 30minuti, mi accorgo di essere in prossimità di una
sorgente che non avevo assolutamente incontrato all'andata: il cellulare
non prende e qui scatta il primo attacco di panico :-(( Consapevole di
aver sbagliato strada torno indietro a passo spedito perchè mi ero resa
conto di aver perso mezz'ora di cammino e decido di tornare dai miei
amici. Cammino per un po' e dopo circa 20minuti mi trovo di fronte a un
piccolo ponte: qui scatta il panico più crisi di pianto...all'andata non
eravamo assolutamente passati di qui :-((
Ormai ero sconvolta, ho cominciato a gridare sperando di trovare
qualcuno. Per farla breve: alla fine incrocio due escursionisti che
vista la mia faccia (dovevo apparire proprio sconvolta!) mi
riaccompagnano al laghetto...
Passo subito alle domande e scusate se mi sono dilungata!!
Se non avessi incontrato i 2 escursionisti cosa avrei dovuto fare?
Da principiante, esistono trucchi nel seguire un sentiero e ricordarsi
la strada percorsa? Cosa fare quando in mezzo ad un bosco ci si rende
conto di essersi persi? Come fare per non farsi prendere dal panico?
grazie mille !!
qui di seguito potere leggere le varie risposte
http://groups.google.it/group/it.sport.montagna/browse_frm/thread/96bdbac51bf97f00?hl=it# (http://groups.google.it/group/it.sport.montagna/browse_frm/thread/96bdbac51bf97f00?hl=it#)
voi come la pensate? :)
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bisognerebbe prima capire se si tratta di crisi di panico (assimilabile ad una sindrome) od a leggerezza (leggasi mancanza di sale in zucca)... ::)
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voi come la pensate? :)
trascurando le situazioni limite (nebbia, maltempo, buio...) dovunque si butta l'occhio si vede una valle, basta andare in quella direzione, un paese lo si trova di certo.
piu che altro il trentino è iper-antropizzato, se ti perdi basta scendere verso valle... Sorriso
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trascurando le situazioni limite (nebbia, maltempo, buio...) dovunque si butta l'occhio si vede una valle, basta andare in quella direzione, un paese lo si trova di certo.
era pressapoco quello che stavo scrivendo anch'io..
... se dovessi trovarmi in montagna su un sentiero ben battuto senza sapere dove sono la prima cosa che mi viene in mente di fare è di seguire il sentiero in discesa fino a trovare traccie di civiltà..
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Io normalmente noto molti particolari dei sentieri che percorro.
l'unica cosa che non ho capito della tipa in questione è come ha fatto a infilare tanti bivi da non accorgersene... perchè dei bivi li deve aver fatti per andar così fuori rispetto al sentiero che - lei stessa dice - era ben segnalato, no?!
cmq certo non dev'essere facile tener la calma in certe situazioni, ma magari una mappa può aiutare a capire se si è su una traccia che scorre più o meno distante dal sentiero... poi una bussola per sapere da che parte andare? cioè, se hai più o meno presente l'itinerario dovresti riscire a capire da che parte andare...
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...sicuramente non è uno scherzo trovarsi nel panico, soprattutto quando divampa in crisi vera e propria. Si perde la capacità di ragionare, si va in tilt...un vero sequestro neurale, per intenderci, che parte direttamente dal nostro cervello. Avendo letto qualcosa un tempo, ne ho ancora qualche nozione.
Non so se ci son ricette riconosciute valide per tutti, ma almeno si dovrebbe imparare con il tempo a conoscersi meglio, a conoscere soprattutto le nostre paure (chi non ne ha, alzi la mano), e a saperle dominare almeno un pochino con l'uso della ragione. Imparare ad usare sempre e comunque la ragione, è un esercizio metodico che si può fare solo con l'esperienza, sperimentando magari momenti non facili...ma sicuramente questo aiuta a crescere nel autocontrollo personale, nel saper tenere salde le redini dei cavalli della ragione. Un aspetto che giova molto anche nella vita di tutti i giorni, non solo in montagna. :)
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...sicuramente non è uno scherzo trovarsi nel panico, soprattutto quando divampa in crisi vera e propria. Si perde la capacità di ragionare, si va in tilt...un vero sequestro neurale, per intenderci, che parte direttamente dal nostro cervello. Avendo letto qualcosa un tempo, ne ho ancora qualche nozione.
io le risponderei così:
- La prima regola per non perdersi è sapere SEMPRE dove si è (almeno grossomodo)
- Questo implica, come prima cosa, avere una cartina escursionistica in scala 1:50.000 o meglio ancora 1:25.000 e, ovviamente, saperla leggere. Nulla di drammatico: all’inizio può sembrare ostico ma con la pratica poi si impara e ti si apre un mondo :D
E’ meraviglioso potersi muovere in sicurezza su terreni assolutamente ignoti, con il solo aiuto della cartina. Il primo passo consigliabile è studiare bene la legenda della carta e la carta stessa, bisogna saper distinguere a colpo d’occhio le dorsali, gli impluvi, le cime, le valli, le pendenze, le strade e i sentieri, le curve di livello, insomma la morfologia del territorio. Quindi si può iniziare a fare pratica muovendosi su terreni FACILI E CONOSCIUTI, confrontando continuamente la carta e il terreno e cercando di fare il punto della propria posizione. Quando si ritiene di saper leggere abbastanza bene la carta, si può provare a muoversi su percorsi più complessi e meno conosciuti. Ottimo e consigliabile complemento alla cartina è l’ALTIMETRO, che può essere incorporato nell’orologio (eventualmente anche con bussola). L’elemento fondamentale però, è bene ricordarlo, resta sempre la cartina, perché è solo grazie ad essa che si possono valutare distanze, natura del terreno, dislivelli (la bussola ti indica la direzione ma nulla riguardo il terreno da affrontare). Con l’osservazione diretta del territorio circostante e con l’aiuto dell’altimetro, puoi fare agevolmente il punto della tua posizione. La posizione va controllata spesso, a maggior ragione se si hanno dei dubbi. Se la controlli ogni 2 o 3 ore, significa che se ti perdi dovrai tornare indietro per il tempo corrispondente: se sta per fare buio non è una bella situazione. Verifica spesso la posizione e, mal che vada, dovrai tornare indietro di poco, fino ad una posizione precedente sicura.
E’ grazie alla conoscenza delle propria posizione che puoi decidere facilmente dove andare. Procedere a casaccio è un ottimo sistema per perdersi e complicare ulteriormente la situazione.
- Il panico è assolutamente negativo: ti fa sragionare, correre avanti e indietro senza un’idea chiara della direzione da prendere non fa che peggiorare la situazione. Fai un bel sospiro, siediti e ragiona: non sei in Amazzonia tra le belve feroci, non sei a 8000 metri di quota e nel raggio di qualche km generalmente ci sono sicuramente centri abitati o persone. La cosa più sensata è cercare, con calma, di tornare indietro per la stessa via da cui si è venuti. Se sopraggiunge il buio, meglio fermarsi e prepararsi a un bivacco di fortuna: certamente in valle qualcuno ha dato l’allarme (sempreché si sia stati previdenti da indicare la propria meta) e in ogni caso non è saggio brancolare nel buio col rischio di farsi male.
- Quando si va in giro in montagna, chi più chi meno, memorizzano il percorso. La capacità di osservazione è una dote innata, ma ci si può allenare a memorizzare dei punti “chiave”: un bivio, una panchina, un torrentello, un cartello... tutti elementi che torneranno utili sulla via del ritorno come conferma della giusta direzione.
- Infine: lascia stare il gps, se fin quei non hai mai sentito la necessità di saper usare una cartina, dubito molto tu possa usare un gps con cognizione di causa. Molto utile invece, come strumento di emergenza, può essere un banale fischietto da poche lire, col quale ti puoi far sentire a grande distanza.
Questi sono gli elementi fondamentali, a mio parere, per non perdersi e mantenere la calma. La calma infatti la perdi quando non sai dove sei, e perciò non sai dove andare :)
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a prescindere dal caso di questa tipa alquanto inesperta vedo che la domanda ha suscitato una valanga di risposte segno che l'argomento colpisce tutti noi che andiamo per monti.
Va bene portare la cartina ,l'altimetro,memorizzare il percorso ecc ecc ma tutto questo serve per prevenire la possibilità di perdersi ,ma se succede cosa fare?
Capita sulla via del ritorno quando si va da soli (che gia in due è diverso uno segue e l'altro si responsabilizza) e si perde il percorso fatto all'andata. Inizia con una sottile inquietudine che cresce con il passare del tempo. cammini veloce con il rischio di fare una scivolata.poi trovi la strada forestale o il sentiero segnato e l'ansia svanisce di colpo .
Il senso dell'orientamento non è innato ma la paura di perdersi si
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io le risponderei così:
- La prima regola per non perdersi è sapere SEMPRE dove si è (almeno grossomodo)
- Questo implica, come prima cosa, avere una cartina escursionistica in scala 1:50.000 o meglio ancora 1:25.000 e, ovviamente, saperla leggere. Nulla di drammatico: all’inizio può sembrare ostico ma con la pratica poi si impara e ti si apre......................
ok sono tutti indubbiamente ottimi consigli... ma questa manco guarda dove sta andando!! parlagli di scale di cartine, bussole e altimetri è inutile... per lei è pura fantascienza.. Se una persona a questo livello ci chiede consigli si aspetta rimedi semplici..
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a prescindere dal caso di questa tipa alquanto inesperta vedo che la domanda ha suscitato una valanga di risposte segno che l'argomento colpisce tutti noi che andiamo per monti.
Va bene portare la cartina ,l'altimetro,memorizzare il percorso ecc ecc ma tutto questo serve per prevenire la possibilità di perdersi ,ma se succede cosa fare?
dipende dalla situazione, cosa vuoi fare, che ore sono, dove sei diretto. Io tendenzialmente sono uno che va a ficcarsi nei ravanage di proposito ;D Credo di non essermi mai veramente perso in vita mia, certamente ho sbagliato direzione parecchie volte, ma sono sempre riuscito a rimediare :)
Comunque, in linea di massima, la cosa più sensata è tornare indietro, cioé cercare di fare a ritroso la stessa via dell'andata. Facile a dirsi se è un sentiero, ma se abbiamo ravanato ore nella boscaglia? :D
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ok sono tutti indubbiamente ottimi consigli... ma questa manco guarda dove sta andando!! parlagli di scale di cartine, bussole e altimetri è inutile... per lei è pura fantascienza.. Se una persona a questo livello ci chiede consigli si aspetta rimedi semplici..
ma non ci sono rimedi semplici in questo caso, è come pretendere di pilotare "semplicemente" un aereo :D Cioè se ti vuoi orientare decentemente, devi avere delle conoscenze di base. Può darsi che l'esperienza di essersi persa le suggerisca di cominciare a girare con una cartina.
Comunque hai ragione, questa è una di quelle persone che girano per le montagne senza alcuna cognizione di causa, senza cartina, senza sapere dove va o dove si trova. Non gliene faccio una colpa, ma poi non si meravigli se si perde. Io senza cartina, per dire, mi sento nudo. Con la carta invece vado dove voglio.
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Io senza cartina, per dire, mi sento nudo.
Idem, e direi dovrebbe essere<un punto fermo per tutti.
Aggiungo: senza cartina mi sento nudo anche se mi trovo in una zona che conosco come le mie tasche.
Perchè basta trovarsi in mezzo alla nebbia (molto +frequente di quanto si creda in montagna) ed uscire per un breve tratto dal percorso conosciuto (ad esempio per ravanare od andare a brise) per perdere ogni riferimento.
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Idem, e direi dovrebbe essere<un punto fermo per tutti.
Aggiungo: senza cartina mi sento nudo anche se mi trovo in una zona che conosco come le mie tasche.
Perchè basta trovarsi in mezzo alla nebbia (molto +frequente di quanto si creda in montagna) ed uscire per un breve tratto dal percorso conosciuto (ad esempio per ravanare od andare a brise) per perdere ogni riferimento.
si però la cartina con la nebbia serve a nulla :) Sarebbe più utile a quel punto una bussola. Io in genere la bussola non la uso quasi mai, ora ce l'ho nell'orologio, ma mi ricordo quella volta che, sotto il Penegal, è stata utilissima per trarsi di impaccio (con la cartina) in una zona dove sei cirdondao da bosco e non hai nessun punto di riferimento visivo.
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si però la cartina con la nebbia serve a nulla :) Sarebbe più utile a quel punto una bussola. Io in genere la bussola non la uso quasi mai, ora ce l'ho nell'orologio, ma mi ricordo quella volta che, sotto il Penegal, è stata utilissima per trarsi di impaccio (con la cartina) in una zona dove sei cirdondao da bosco e non hai nessun punto di riferimento visivo.
beh, la bussola è un must anche se la mia, mitica di mio papà,...pesa un pò troppo ma è sempre stata nella tasca esterna dello zaino, da sempre
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beh, la bussola è un must anche se la mia, mitica di mio papà,...pesa un pò troppo ma è sempre stata nella tasca esterna dello zaino, da sempre
io ne avevo diverse, da quelle più sempliciotte a quelle più softistica a traguardo... ma ripeto, al 95% uso cartina e altimetro. Poi nell'orologio di adesso, un suunto, c'è anche la bussola e quindi è tutto molto comodo.
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Io sono un malato di tecnologia e radioamatore: cartina, bussola, altimetro, anzi due uno sull' orologio meccanico no pile, ed un Thommen, fischietto, V-UHF, telefonino, gps cartografico, specchietto ( non so se serve ma tanto è infrangibile, non pesa e non occupa spazio ) ovviamente un po' di pile di scorta per il gps.
Il prossimo step sarà un piccione viaggiatore, male che vada se non funziona puo' finire in padella ;D
Ettore
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Ultimamente mi stò leggendo un manuale d' alpinismo nella speranza di trarne qualche consiglio utile intanto che prendo sonno. Sabato ho letto un suggerimento, che potrebbe applicare anche un caso disperato come questo. Lo riassumo qui in modo che possiate dare un opinione anche voi..
Nel caso un alpinista inesperto sappia in anticipo che dovrà tornare solo e abbia il timore di non trovare la via del ritorno può lasciare ai bivi traccie che gli indicano la giusta via. Le traccie possono essere di vario tipo, il fine comune è quello di non deturpare e sporcare in alcun modo l'ambiente.
Da anche alcuni esempi: Paletti da rimuovere al ritorno, piramidi fatte con le pietre da distruggere al ritorno, carta crespa (biodegradabile scompare dopo una giornata di pioggia),carta igienica (biodegradabile scompare dopo qualche ora di pioggia)....
Quindi se vi scappa qualcosa, e provvidenzialmente trovate della carta igienica appesa ad un ramo, non approfittatene potreste essere i responsabili di una tragedia alpinistica ;D ;D..
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Nel caso un alpinista inesperto sappia in anticipo che dovrà tornare solo e abbia il timore di non trovare la via del ritorno può lasciare ai bivi traccie che gli indicano la giusta via. Le traccie possono essere di vario tipo, il fine comune è quello di non deturpare e sporcare in alcun modo l'ambiente.
va bene, ma questo può andare per una volta o due, non può essere un sistema ;D
Bisogna decidersi a imparare a usare le cartine :)
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Sabato ho letto un suggerimento, che potrebbe applicare anche un caso disperato come questo. Lo riassumo qui in modo che possiate dare un opinione anche voi..
Ma dai miki! ;D ;D
tanto per curiosità ecco i tempi di biodegradabilità di alcune cose...
Fazzoletto di carta 4 settimane
Quotidiano 6 settimane
Stoffa e lana 8 - 10 mesi
Rivista carta patinata 8 - 10 mesi
Sigaretta senza filtro 3 mesi
Fiammifero 6 mesi
Mozzicone di sigaretta 1 anno e più
Chewing-gum 5 anni
Lattina di alluminio 10 anni
Sacchetto di plastica 500 anni e più
Tessuto sintetico 500 anni e più
Bottiglia di plastica quasi 100 anni
Accendini 100 anni
Assorbenti e pannolini 200 anni
Carte telefoniche 1000 anni
Bottiglie di vetro Indeterminato.
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Ma dai miki! ;D ;D
tanto per curiosità ecco i tempi di biodegradabilità di alcune cose...
Fazzoletto di carta 4 settimane
Quotidiano 6 settimane...
sarebbe interessante anche conoscere i tempi di biodegradabilità delle immondizie che spesso si trovano sulle cime e sui sentieri, con la scusa che sono biodegradabili: cocce d'uovo, bucce d'arancia, noccioli di pesca, bucce di banana etc.
Riguardo ai segni da lasciare sul sentiero, resta inteso che nel caso della carta igienica o altro, dovrebbe essere recuperata la ritorno. La regola del buon montanaro è che non deve rimanere alcuna traccia del suo passaggio
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sarebbe interessante anche conoscere i tempi di biodegradabilità delle immondizie che spesso si trovano sulle cime e sui sentieri, con la scusa che sono biodegradabili: cocce d'uovo, bucce d'arancia, noccioli di pesca, bucce di banana etc.
eh tanto son convinti che se li mangiano gli animali! >:(
Riguardo ai segni da lasciare sul sentiero, resta inteso che nel caso della carta igienica o altro, dovrebbe essere recuperata la ritorno. La regola del buon montanaro è che non deve rimanere alcuna traccia del suo passaggio
::) ah senz'altro la recuperano la carta igienica >:(
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Si, infatti, anche io mi irrito con le persone che sulla cima, con ostentazione, buttano la buccia pronti a dire "la mangiano gli animali".... ma insomma...
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Si, infatti, anche io mi irrito con le persone che sulla cima, con ostentazione, buttano la buccia pronti a dire "la mangiano gli animali".... ma insomma...
ma appunto, per esempio le bucce di mela e soprattuto d'arancia ci mettono parecchi mesi a decomporsi e sparire, sai che bello arrivare in cima e trovera una specie d immondezzaio con bucce e cocce d'uovo dappertutto? ???
Io proprio non capisco: ti sei portato le arance e le mele fino in cima, che ti costa riportare la tua immondizia anche a valle? bah
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ma appunto, per esempio le bucce di mela e soprattuto d'arancia ci mettono parecchi mesi a decomporsi e sparire, sai che bello arrivare in cima e trovera una specie d immondezzaio con bucce e cocce d'uovo dappertutto? ???
capita così spesso... soprattutto in primavera ti ritrovi tutta l'immondizia che resta dai pranzi invernali, uan volta che si scioglie la neve.
e, non so se a voi capita la stessa cosa, ma ultimamente mi sembra di trovare un'esagerata quantità di fazzoletti di carta sui sentieri, cosa che anni fà non avevo mai notato. è una schifezza, perchè ora che si decompongono cmq un mesetto ci vuole, e trovarseli freschi sulla via non è il massimo.
tanto per curiosità ecco i tempi di biodegradabilità di alcune cose...
Lattina di alluminio 10 anni
a tal proposito, guardate cos'ho trovato quest'estate al jack canali ;)
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capita così spesso... soprattutto in primavera ti ritrovi tutta l'immondizia che resta dai pranzi invernali, uan volta che si scioglie la neve.
e, non so se a voi capita la stessa cosa, ma ultimamente mi sembra di trovare un'esagerata quantità di fazzoletti di carta sui sentieri
guarda, i fazzolettini mi danno un nervoso che non hai idea.. mi chiedo chi potrà mai essere quel deficiente che butta i fazzoletti sul sentiero..
E buttali oggi, e buttali domani con la scusa che sono biodegradabili, e il sentiero diventa un cesso :(
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a tal proposito, guardate cos'ho trovato quest'estate al jack canali ;)
probabilmente quella è in banda d'acciaio inox, non so se le facciano ancora ma sono dure a morire...
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probabilmente quella è in banda d'acciaio inox, non so se le facciano ancora ma sono dure a morire...
l'inox, praticamente, è eterno... :-\
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probabilmente quella è in banda d'acciaio inox, non so se le facciano ancora ma sono dure a morire...
ah non lo sapevo, pensavo fosse di comune aluminio. cmq, mi capita tantissime volte di trovare rifiuti INCASTRATI A FORZA sotto le rocce, per nasconderli... evidentemente riportarseli a casa è troppo un peso per certe persone >:(
tornando al discorso di Miki, che diceva di lasciar tracce di un certo tipo se si sà di dover tornare da soli...
può essere una cosa che funziona un paio di volte, però poi è ora che inizi a trovare un modo più intelligente secondo me (tipo comprare e usare una cartina). eventualemente sarei d'accordo sul lasciare oggetti che poi al ritorno vengon raccolti, ma assolutamente no quelli biodegradabili: siccome la loro sparizione non è immediata, non mi piace l'idea che vengano lasciati in giro. e, d'altro canto, se venisse un temporale e sciogliesse o spazzasse via i pezzi di carta lasciati come segnale? non sarebbe pegigo?
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Forse ho riassunto male quello che dice il libro in un paio di pagine :-\..
Innanzitutto io concordo sul fatto di non spargere bucce e carte biodegradabili che siano..
Poi,il libro, specifica carta igienica non fazzoletto.. sono di composizione diversa.. la carta igienica parte subito il fazzoletto no altrimenti ci soffieremmo il naso nelle mani..
Ultimo.. è una soluzione estrema per estremi sprovveduti.. infatti dopo ci sono pagine e pagine su l'utilizzo di cartine, bussole, altimetri, ecc ecc
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Ecco la pensata: fotografo tutti gli incroci ed i punti caratteristici e poi tornando indietro, se ho dubbi, guardo le foto... 8)
Se si scarica la macchina fotografica sono nella m£$%a ;D
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Ecco la pensata: fotografo tutti gli incroci ed i punti caratteristici e poi tornando indietro, se ho dubbi, guardo le foto... 8)
A dir poco geniale! :o ;D
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Io proprio non capisco: ti sei portato le arance e le mele fino in cima, che ti costa riportare la tua immondizia anche a valle? bah
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si concordo in pieno!!!!