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Beh, io cammino anche di notte, agli inizi facevo così, dopo lavoro prendevo l'auto mi portavo alle Viotte e andavo su e giù dal Cornetto!!! è STRATOSFERICO camminare la notte, magari con la luna a farti compagnia!!!
La luce, specie se forte, crea una sorta di muro, una barriera tra quello che vediamo perché illuminato e e quello che rimane nascosto nel buio.
se gh'è l'ors l'è meio così!
non sono d'accordo Hai mai provato a camminare in un bosco di notte, sentirti parte della natura anziché un estraneo, anzi una presenza invadente che disturba col proprio bagliore?
Mai provato, anche perchè mi cacherei addosso!!!
Ottimo quesito quello dei Rospi!!!! OTTIMISSIMO, ne aprirei un forum altro che un thread!!!
Io un po' la accendo un po' la spengo: il problema è che un po' ti abbaglia per forza. Però quando cammini in mezzo al bosco fitto... non ci sono santi: non si vede proprio una cippa.
Allora li hai visti anche tu solo di notte!!!
durante la settimana io vado spesso di notte (di giorno purtroppo lavoro) e di solito faccio le longhe e quando capita scendo dal sentiero S.Antonio fino a Mezzocorona (ma cerco di evitarlo visto che l'anno scorso ci ho quasi rimesso le gambe....) e comunque non uso quasi mai il frontalino perchè mi crea capogiri... , preferisco indovinare il terreno in base ai chiaro-scuri
si e che schifo.... intorno al primo lago di Lamar...
dipende, se non è troppo fitto e c'è un po' di luna ci si vede. Chiaro che se continui ad accendere la pila l'occhio non si abitua, ci vogliono almeno 5 minuti ogni volta prima che l'occhio raggiunga il suo massimo adattamento all'oscurità )
Una volta ho preso spunto da un articolo pubblicato su Correre ed ho voluto provare l’ebbrezza di un allenamento al buio.Al buio e da solo.Sono abituato a correre di sera, con il gilet catarifrangente, la frontale e il led rosso posteriore; lo faccio per essere più visibile però, se si escludono brevi ed isolati tratti, rimango sempre su strade illuminate.Alle 20:30 parto per l’anello da 10 km, quello con gli 8 centrali persi tra le campagne e lontani da ogni fonte luminosa. Quando mi ritrovo avvolto dall’oscurità, fin che rincorro il cono di luce bianca della frontale senza mai riuscire a prenderlo, affiora prepotentemente una sensazione. È lo stesso filo d'ansia che devo gestire durante le notturne in montagna.Cosa caspita ci sarà fuori dal fascio di luce, nascosto nel buio e pronto, magari, a farmi del male?Razionalizzo la situazione e mi concentro sugli appoggi. Corro.Quel che mi fa più impressione è la totale assenza di riferimenti!Non ho la percezione del movimento. È come se fossi su un tapis roulant. Non sono io che mi muovo ma è la strada che scorre nel tratto illuminato e si infila sotto le scarpe. Volutamente non guardo il Garmin. Arrivo a casa con la curiosità di capire cosa ho combinato in ‘sti 10 km. Tutto avrei pensato ma mai avrei creduto di aver corso a 4’20’’.