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Ah, caro mio, l'uovo sodo era cosa da gourmet di quota!
finalmente un post di pian! Bello, bravo! Confermo tutto, anche per questioni anagrafiche Il ricordo scolpito nella memoria, la mia, rimane l'acquisto di un primo paio di scarponi in pelle "professionali" nel negozio che c'era a trento vicino al San Camillo. Credo di averli ancora da qualche parte. Mi hanno sempre fatto un male bestia, scorticandomi regolarmente i calcagni. Erano due blocchi di marmo, di porfido o di granito, fate voi... beate le scarpette di adesso! Viva la tecnica!
Allora non facevo le mega escursioni compiute in questi ultimi anni, ma alla fine dell'escursione mi sentivo più soddisfatto di adesso, forse è una mia sensazione ma oggi si guarda più al dislivello, ai km percorsi, al tempo impiegato più che all'andare in montagna per il gusto solo di andarci e trascorrere una giornata lontana dalla corsa quotidiana...
Oggi vado sicuramente più piano ma più lontano . Mi godo molto più la montagna ora rispetto a una volta.... ma alla fine sono nostalgie inutili
No no, nessuna nostalgia di come andavo a quei tempi, oggi vado più forte e più lontano, e ancor meno di come ero vestito, era solo il modo di vivere la montagna che mi manca.Diciamo che nelle mie escursioni non ho mai fatto soste prolungate, tipo pennichella in riva la lago, ma solamente soste per ammirare il panorama, i fiori e una breve pausa pranzo, adesso molti (ovviamente non parlo degli escursionisti della domenica), ma a volte capita anche a me, camminano a testa bassa per raggiungere la cima e poi giù a rotta di collo senza assaporare l'intimo senso di libertà che ti può regalare la montagna.Forse è una mia impressione ma non credo di sbagliarmi di molto.
ma a volte capita anche a me, camminano a testa bassa per raggiungere la cima e poi giù a rotta di collo senza assaporare l'intimo senso di libertà che ti può regalare la montagna.