Grazie Lorenzo,
nell'articolo sono menzionate varie ipotesi che ho già ascoltato da forestali ed altri esperti,tutte interessanti.
Le incognite riguardano il maggior rischio di incendi per il materiale lasciato a terra,la modifica dei processi di naturale degradazione del legno morto (siccità,neve scarsa ecc) ed il volume dello stesso che in certi posti può inibire la spontanea ricrescita.
Sarebbe bello poter ripulire quanto basta,lasciare che la ricrescita sia anche naturale, evitando la monocoltura di peccete e lasciando spazio a nuove praterie alpine;
questo aumenterebbe sicuramente il livello di biodiversità,premessa fondamentale per un ecosistema sano.