
Da Cima Levante verso il Carega (in fondo), lungo la strada militare della Grande Guerra
Dura “scavallata” nel magnifico
Gruppo del Carega, conosciuto anche come "Piccole Dolomiti", sui
sentieri della Grande Guerra. Per via delle poche ore di luce del periodo, abbiamo dovuto fare una discreta tirata, e nonostante questo siamo arrivati comunque a notte fonda. In ogni caso tutto secondo programma, perché abbiamo programmato perfettamente i tempi e previsto anche il rientro al buio con le frontali.

Il primo obiettivo è Cima Levante, a dx
Alle 8 di mattina siamo a
Ronchi a quota 690, sopra Ala, dove prendiamo il bel
sentiero 114, ripristinato lodevolmente dalla Sat di Ala, che si alza gradualmente con
larghi zig zag fino a prendere il vecchio sentiero militare. Questo rende poco faticosa la salita ma prendere quota diventa veramente eterno. Comunque il paesaggio è bellissimo, la
Val di Ronchi (credo l’unica valle del Trentino che non avevo mai visitato prima d’ora) inizia ad illuminarsi dal sole che sorge. La temperatura è mite e siamo subito in maniche di camicia.

Muraglie a secco per sostenere i baraccamenti lungo la strada militare
Raggiunta la dorsale avvistiamo cima
La Caneva 1252, ma noi svoltiamo verso E fino al bivio col
sentiero 114B. Una diramazione prosegue in costa verso S, noi invece proseguiamo per cima Levante, col sentierino che risale la
ripida dorsale mugosa di NE. Ovunque si notano i segni della
Grande Guerra, che in questa zona strategica del
Gruppo del Carega, assieme a quella del vicino
Pasubio, ha lasciato numerosissime testimonianze: trincee, postazioni, gallerie, caverne, fortificazioni, iscrizioni, lapidi, massicciate, camminamenti, mulattiere e strade militari ancora perfettamemte percorribili nonostante siano trascorsi 100 anni.
Quattro camosci ci osservano curiosi dall’alto

Siamo sorvegliati!

La mulattiera taglia il fianco ovest di Cima Levante

Vista verso l'Altopiano dei Monti Lessini

La mulattiera che sale a Cima Levante
Con bei passaggi panoramici, talvolta un po’ esposti, ripercorriamo il camminamento militare che con ripidi zig zag sale fino alla vetta della panoramicissima
Cima Levante 2020. E fin qui sono già 4 ore di marcia. Bella la visuale sull’altopiano dei
Monti Lessini.

Dopo 4 ore di marcia, eccoci in vetta a Cima Levante! Al centro il M. Zugna

Il versante di salita, in fondo l'abitato di Ronchi

Il Monte Bante in primo piano e il Pasubio sullo sfondo

Da Cima Levante guardando verso Cima Carega, orribilmente lontana
Cima Carega all’orizzonte verso SE ci appare orribilmente lontana, ma non ci perdiamo d’animo. Preventiviamo altre due ore con calma, siamo nei tempi previsti. C’è un discreto vento freddo in quota, che ci fa accelerare il passo verso la nostra mèta: scendiamo da Cima Levante per prendere una
spettacolare mulattiera militare, con le massicciate e i tornanti ancora perfetti dopo un secolo.

La spettacolare strada militare in quota, con dei tornanti ancora perfetti

Una delle tante gallerie lungo il percorso

Sentiero 115

Galleria

Iscrizioni del Battaglione Verona e del Battaglione Monte Suello

Galleria nei pressi del bivio col sentiero 108, salendo verso Cima Carega
Con un lungo traversone per il
sentiero 108 superiamo la
Pala del Cherle e quindi in leggera salita arriviamo fino allo splendido balcone col
bivacco Capanna Sinèl m 1933. Attraversiamo un bel pianoro erboso verso la
Bocchetta di Grola 2153, dove pestoliamo un po’ di neve dura come il marmo, quindi ci affacciamo sull’ultimo traversone che conduce al
rifugio Fraccaroli e a
Cima Carega a quota 2259, dove arriviamo alle 14 spaccate, in perfetta tabella di marcia.

Vista su Case Scinchieri

Trinceramenti sotto Capanna Sinel
Capanna Sinel col Bivacco

Zoomata su Cima Levante da Capanna Sinel, sullo sfondo il Carè Alto e la Presanella (da dx)
Il panorama a 360° è davvero sterminato. Se non fosse per la foschia nella pianura,
si potrebbe vedere il mare della Laguna Veneta. Qui facciamo la prima sosta della giornata dopo 6 ore di marcia pressoché ininterrotta: appena mezz’ora, perché la discesa è ancora lunga.

Prati di Sinel verso il Carega

L'ultimo traversone verso la Bocchetta di Grola

Da Bocchetta Grola verso Cima Carega

Ultimi metri a Cima Carega, il rif. Fraccaroli sullo sfondo

Sguardo indietro al percorso fatto, con la strada militare dalla Bocchetta Grola a Cima Carega

In vetta a Cima Carega: sullo sfondo il Pasubio, a dx il Cengio Alto con Cornetto e Baffelan

Dal Rifugio verso il sentiero delle creste 108, noi scenderemo per il Vallon della Teleferica col più tranquillo 108B
Abbandoniamo subito l’idea di scendere in cresta per il 108 e prendiamo il più tranquillo
sentiero 108b per il
Vallon della Teleferica, che in 1.30 h ci porta a
Passo Pertica m 1573. Qui riceviamo “la mazzata”: la tabella indica
ben h 2,50 per Ronchi!.

Rifugio Scalorbi e Monte Plische a dx

Ultimo sole su Malga Campobrun, in alto rif. Scalorbi

Tramonto sul M. Plische
Poiché arriveremo comunque col buio, prendiamo un caffè al rifugio dopodiché iniziamo l’eterna discesa, che inizialmente è resa insidiosa da neve e ghiaccio sul sentiero. Il tratto più ostico è fatto con l’ultimo chiarore prima del buio, poi tiriamo fuori le frontali. Il sentiero è sempre ben segnato e scendiamo senza grossi problemi. A
Malga Brusà m 878 però le cose si complicano:
la comoda stradella svanisce e ridiventa sentiero, che perde parecchia quota
infilandosi in una forra, per poi risalire gradualmente fino a
Case Scinchieri m 822, una microscopica frazione apparentemente disabitata.

Monte Plische al tramonto
Quindi con una lunga discesa per strada asfaltata passiamo per Eccheli,
Maso Michei (con delle belle sculture di legno all’esterno), Ponzolotti e infine fino a Ronchi dove abbiamo l’auto. Arriviamo che sono ormai le
19.30, quasi 11 ore di marcia pressoché ininiterrotte, a parte piccole e brevi soste. Tempi approssimativi: Ronchi-Cima Levante: ore 4. Cima Levante - Cima Carega: 2.0; cima Carega - Passo Pertica: 1,30. Passo Pertica - Ronchi ore 2,50. Giro impegnativo fisicamente, a tratti esposto, sicuramente per gente allenata, con panorami grandiosi in ambienti selvaggi. Dislivello circa 1800 m (coi vari saliscendi), sviluppo km 28,5.

Il percorso