GIM - Girovagando in Montagna in Trentino
ESCURSIONI IN MONTAGNA => Trentino Orientale => Escursioni invernali in Trentino => Monti Lessini - Piccole Dolomiti - Pasubio - Finonchio => Topic aperto da: AGH - 13/02/2015 16:58
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Cima Castelberto 1765, sullo sfondo Adamello Carè Alto e Presanella
L’idea è di fare un giro in sciotti sui Monti Lessini, che conosco pochissimo e non ho mai visto in inverno. A Passo Fittanze però scopro con orrore che la neve sui crinali è stata quasi totalmente erosa dal vento: sono rimasti grandi tratti di prato gelato, lastroni di neve simil-marmo qua e là… Che fare?
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Malga poco sotto Passo Fittanze
Torno giù a Sega di Ala e prendo una forestale innevata fino a Malga Maia 1305, dove l’innevamento è decisamente più invernale con circa 70 cm. Tuttavia a malincuore rinuncio agli sciotti perché prevedo che in quota ritroverò condizioni poco favorevoli. Parto a piedi coi ramponcini, la traccia è buona ma verso Malga Lavachione devo mettere le ciaspole perché nel bosco si sfonda.
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Salita verso Malga Lavachione
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Malga Lavachione con lo sfondo della Catena del Baldo
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Qui abbandono il sentiero per evitare alcuni pendii potenzialmente pericolosi
I paesaggi sono molto belli tra grandi collinoni punteggiati di malghe ovunque. Verso Malga Revoltel c’è un traversone su un fianco ripido, visto il rischio 3 abbandono la traccia e procedo a naso, aiutato dal gps del cello, su per un promontorio spelacchiato e quindi sicuro.
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Il vento ha eroso la neve dai crinali esposti quasi completamente
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Il lavoro del vento ha devastato il manto nevoso
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Le orme di animali sono numerose: ho cercato invano quelle del lupo :)
Mi ricongiungo con la traccia che proviene da Passo Fittanze, che corre lungo l’ampia e panoramica dorsale: il paesaggio è vastissimo, quasi pianeggiante, e ricorda vagamente le distese artiche. Grandiosi i panorami verso Presanella e Carè Alto, Corno di Cavento, Crozzon di Lares. In fondo si scorge perfino l’Adamello. La pianura padana è coperta da un mare di nuvole o nebbia. Morbidi collinoni nevosi si perdono a vista d’occhio verso il M. Sparavieri, disseminati di piccole e incantevoli malghe e casère. Sullo sfondo si staglia imponente il gruppo del Carega, soprannominato anche come "Piccole Dolomiti".
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Il collinone del Monte Sparavieri a dx con lo sfondo del Carega
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Lunghissimo traversone verso il rifugio Castelberto
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Il Rifugio Castelberto, ex caserma austriaca posto sulla cima del Monte omonimo
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Le vastissime distese in quota
Con un traversone lungo l’ampio spallone in leggera salita raggiungo il rif. Castelberto 1765, una ex caserma austriaca ristrutturata della Grande Guerra. Mi dirigo verso la cima poco distante, dove c’è un osservatorio a picco sulla Val di Ronchi e sulla Val d’Adige. Dopo una mezzoretta di sosta, decido di provare a raggiungere il Monte Sparavieri m 1797.
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L'osservatorio sulla cima di Castelberto, tra le trincee della Grande Guerra
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Cima di Castelberto
Mi inacammino e procedo costeggiando la pista da fondo, dove c’è il divieto di andare a piedi, tra neve gelata e accumuli sventati. Tra un collinone e l’altro si aprono valloncelli non visti e previsti, che allungano di parecchio la percorrenza che a vista appariva molto meno impegnativa.
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Malga Scortigara di Fondo
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Il vento ha lavorato il manto nevoso fino ad asportarlo totalmente dai crinali
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In lontananza il Monte Tomba
Quando possibile, taglio cercando di tenermi sulla dorsale principale. Arrivo al rampone finale, dove delle tracce aiutano la salita fino alla cima del M. Sparavieri che si affaccia sulla selvaggia val di Ronchi, di fronte agli impervi versanti del versante ovest del gruppo del Carega.
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Finalmente in vetta a cima Sparavieri con lo sfondo del Carega
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Da Cima Sparavieri affacciati sulla val di Ronchi
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Il gelo di questa casera isolata in ombra nella alta val di Ronchi, sotto il Carega
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Vista verso S. Giorgio
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Motoslitte in quota verso il monte Tomba, io proseguo in senso opposto per tornare alla base
Avevo una mezza idea di fermarmi ad aspettare il tramonto ma la strada del rientro è ancora lunghissima. Quindi dopo breve sosta inizio subito il rientro, eterno, per la stessa via dell’andata. Arrivo alla macchina alla luce della pila frontale, verso le 18.30 :)
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Tornato alla dorsale del Monte Castelberto, inizio la discesa col sole ormai basso sull'orizzonte
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Rientro verso Malga Maia, accedo la frontale per fare gli ultimi chilometri fino alla macchina
Con un innevamento più decente e continuo l’uso degli sciotti avrebbe reso meno faticosa questa discreta sgroppata, ma sono stato comunque contento di aver visto dei posti nuovi molto belli. Al rientro ho avuto un discreto mal di piedi alle piante dei piedi, probabilmente per via delle maledette ciaspole, poco adatte a percorsi così lunghi. Disl. circa 600-700, sviluppo 24 km.
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Il percorso
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Bello! :) Ma a che ora sei partito? Giusto per capire quante ore hai impiegato.
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Bello! :) Ma a che ora sei partito? Giusto per capire quante ore hai impiegato.
fatto tutto con molta calma, non guardo mai troppo l'orologio. Ma così a naso: partito dalla macchina verso 10.30, circa 2,30 h a Castelberto. 1 oretta sosta in cima. Quindi 1, 30 h fino a Sparavieri e 1,30 per ritornare alla dorsale, quindi altre due a scendere fino all'auto.
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Stupendo Agh! L'alta Lessinia la giravo spesso con i miei genitori, sono i luoghi della mia infanzia e dove ho messo la prima volta gli sci :) Le tue splendide foto mi fanno tornare la voglia di farmi un giro lassù tra quelle bianche e infinite distese.
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E che giro faresti?
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Per me, che vengo da Verona, è più usuale partire dalla zona della Conca dei Parpari e seguire il bordo della Lessinia fino a Cima Trappola dove si ha una visuale splendida sul Carega. Ma anche più in basso tra le rade faggete ci sono un sacco di sentieri antichi (non segnati) che sono favolosi da percorrere, specialmente in autunno