Ultimi strappi per Cima Roite 2144
L’idea è di provare a salire il
Roite 2144, nel gruppo del
Pasubio. Cima sfiorata diverse volte ma mai salita né in estate né in inverno. Approfitto di una fuga infrasettimanale il 18 febbraio. Parto poco sopra l’abitato di
Giazzera (nomen omen) con un freddo becco. Ero in dubbio se usare sci o sciotti, alla fine mi rassegno alle ciaspe visto l’innevamento devastato dal vento e la cresta prevedibilmente mal messa.
La strada per il Rif. Lancia è ben battuta
Accendo l’Artva, che mi inquieta un po’ invece di tranquillizzarmi, e parto. La traccia è ben battuta quindi coi soliti ramponcelli si procede abbastanza spediti. La conca di
Malga Cheserle è già inondata di sole e di neve ed è già un bello spettacolo: finalmente fa un po’ di caldo. La mezza idea di salire da
Malga Zocchi è subito abbandonata visto il mezzo metro di neve fresca e l’assenza di qualunque traccia. Percorro l’eterna forestale fino al
Rif. Lancia 1825 con la spettacolare spianata verso l’
Alpe Pozze, una visione che lascia ogni volta senza fiato.
Il "Sentiero delle Zie" è impraticabile; Rifugio Lancia
Zoomata sul Roite (a sx), con il versante di salita per la dorsale nord e la lunga cresta alla cima
Qui incontro due bresciani, gli unici umani che vedrò durante la giornata: anche loro sono diretti verso il Roite, che però appare lontanissimo ma soprattutto rognoso da salire
per la dorsale SO. Siamo tutti titubanti, soprattutto per la sfacchinata orrenda necessaria a salire la dorsale con mezzo metro di neve fresca tra i mughi. Mettiamo le ciaspole e ci incamminiamo, distanziati di qualche centinaio di metri, verso
Malga Pozze 1825, quindi procediamo l’avvicinamento verso la
Bocchetta delle Corde 1894.
Malga Pozze
Marcia di avvicinamento alla Bocchetta delle Corde: Monte Buso in lontananza, Roite a dx
I bresciani che mi precedono però desistono e tornano verso il rif. Lancia, io invece provo a proseguire per andare a dare una occhiata da vicino alla dorsale. Mi fermo a studiare attentamente la salita: si può fare! Non ci sono forti pendenze per raggiungere il crinale, solo un
laborioso zigzagare tra i mughi e grossi accumuli dove si sfonda parecchio in circa 40/60 cm di neve fresca.
Verso Bocchetta delle Corde per attaccare lo spallone nord: qui i bresciani desistono
Salendo per la dorsale nord del Roite, vista sul monte Testo: il sentiero 102 alla Bocchetta dei Foxi che si intravede a mezza costa è impraticabile per neve
Con calma e attenzione raggiungo la cima dello spallone, con un grandioso panorama verso Il
Corno Battisti e, sotto, i baratri impressionanti della
Valle di Foxi. Ora procedo con attenzione lungo il crinale, a tratti quasi pianeggiante interrotto da qualche breve strappo. Per fortuna è abbastanza largo, mediamente circa 2 metri, a tratti spelacchiato dal vento dove affiorano le rocce.
Meravigliosa vista sull'Alpe Pozze con Col Santo e Col Santino sullo sfondo
Temevo la presenza di cornici ma la situazione non appare critica. In alcuni punti ci sono grossi accumuli di neve da superare con prudenza: da un parte il ripido versante verso l’
Alpe Pozze, dall’altra gli scoscesi nevai che precipitano verso l’
Alpe Cosmagnon. ll crinale si restringe a circa 1 metro in qualche passaggio che si supera stringendo un po’ le chiappe e procedendo con la massima attenzione, puntando bene i bastoni e piantando le ciaspole con decisione.
Alpe Pozze verso il Monte Buso e Sella Campiluzzi
Vista sull'Alpe Cosmagnon con la malga omonima
La cresta verso la sella del Roite: sullo sfondo il Dente Austriaco, quello Italiano, Cima Palon e Soglio dell'Incudine
Dopo un ultimo passaggio delicato con un grosso muro di neve di neve dura e gelata da superare, sono finalmente in vetta, con una panorama spettacolare: l
a magnificenza della grandiosa Alpe Pozze sotto di me verso nord, chiusa da
Col Santo e
Col Santino. Verso sud la visione delle serie di alture “marmoree“ verso
Cima Pasubio, dove si distinguono il
Dente Austriaco, il
Dente Italiano,
Cima Palon, il
Soglio dell’Incudine. Partendo qualche ora prima, avrei potuto forse raggiungere la vetta del Pasubio.
Guardando indietro verso cima Roite
A sud la vastissima conca dell’
Alpe di Cosmagnon, con le poche e sperdute malghe. Sono letteralmente estasiato: faccio “rifornimento” di luce, di sole, di solitudine, di bellezza, mi serviranno per tutta la settimana almeno. Non c’è in giro un’anima viva.
Vista sul Pasubio sudorientale
La lunghissima cresta del Roite vista da sud
I collinoni di "panna montata" del Pasubio sudorientale
Ora l'intenzione è andare avanti e compiere l'intera traversata del Roite da nord a sud compiendo un largo anello. Prima di proseguire, cerco di memorizzare la discesa migliore dal Campiluzzi al riparo da possibili valanghe: individuo una dorsalotta che pare sicura. Infine
traversare l’Alpe Pozza non è proprio banale: è infatti una
vastissima conca carsica, un labirinto di valli, vallette, doline, collinoni, con boschetti ora radi e ora fitti, con
cortine di mughi a sbarrare il passaggio. Lascio la cima del Roite e dopo un altro
tratto di aereo crinale sospeso tra Cosmagnon e Bisorte, raggiungo senza problemi la
Sella del Roite 2084.
Dopo aver percorso la lunghissima cresta, sono sceso alla Sella del Roite. Di qui inizio il rientro verso la Sella di Campiluzzi
Le fantastiche colline innevate sotto Sella Roite
Paesaggi vastissimi verso oriente
La mia traccia scendendo da Sella del Roite
Ultimo sguardo all'indietro verso SE prima di scollinare a Sella Campiluzzi
Qui ora calo per una valletta con dolci collinoni che sembrano di panna montata, diretto verso il
Bivacco Campiluzzi. Un paesaggio davvero da sogno, coi cristalli di neve che scintillano alla luce dell’ultimo sole. Un ultimo strappetto e sono sulla
dorsale del Campiluzzi, neanche a farlo apposta perfettamente in linea con la discesa che avevo ipotizzato dalla cima
. Scendo per la dorsalotta tra meravigliose distese di neve fresca soffice. Sono ora sul fondo della
grandiosa conca dell’Alpe Pozze: il paesaggio ricorda vagamente quello delle Montagne Rocciose, con il
Col Santino che chiude l’orizzonte con le sue rocce striate orizzontalmente.
Da Sella Campiluzzi discesa verso l'Alpe Pozze, con il Col Santino sullo sfondo
Tracce sulla neve
La lunga traversata dell'Alpe Pozze tra conche incantate e vasti pianori
Nei pressi di Malga Pozze, dove sto per chiudere il lungo anello
Con un lungo attraversamento
tra dolci vallette e conche incantate (con un paio di voli fuori programma perché la neve cede improvvisamente),
arrivo finalmente alla Malga Pozze dove chiudo il lungo anello. Raggiungo quindi il rif. Lancia, tolgo le ciaspole, rimetto i ramponcini e mi rimetto in marcia.
Rieccomi al rif. Lancia, riguardo per l'ultima volta il Roite che ho attraversato sullo sfondo, in primo piano la magnifica conca sotto Malga Pozze
In meno di due ore sono alla macchina che non è nemmeno buio, come capitava ultimamente. Un giro così meraviglioso non fa neppure sentire la stanchezza. Dislivello 950. sviluppo 22 km.
Il percorso