Nelle viscere del Corno Battisti!
Avevo sentito parlare spesso del
Corno Battisti 1762, e gli ero anche passato vicino durante la
Traversata Col Santo - Cima Palon sul Pasubio. Invogliato anche dai bellissimi resoconti di Hoce e JFT (che ringrazio per le preziose dritte) qui sul forum, ho deciso di andare a vedere. Si tratta di un
incredibile intrico di gallerie scavato dagli italiani nelle viscere del
Monte Corno (poi ribattezzato Corno Battisti) durante la Grande Guerra,
con lo scopo di far saltare per aria con l’esplosivo il nemico attestato sulla cima.
Salendo per il ripido sentiero a Sella di Trappola
Malga Trappola
Con partenza poco a monte di
Valmorbia a quota m 730 circa, risaliamo l’erto e faticoso
sentiero 122A fino alla radura di
Malga Trappola 1313 (frontone dedicato a Battisti) e quindi alla
Sella di Trappola 1435, sotto la quale troviamo il primo "reperto", il tacco di uno scarpone con le brocche (chiodi). Di qui iniziano i primi semplici tratti attrezzati per il crinale boscoso con
sentiero attrezzato Galli n 122, con alcune gallerie e passando accanto a
resti di baraccamenti e trincee.
I primi tratti attrezzati
Veduta su Valmorbia e a sx il Monte Zugna
Tratto attrezzato
Salendo al Cappello di Pulcinella
Deviando brevemente dal sentiero, saliamo la lunga scala che porta al
Cappello di Pulcinella, un picco roccioso scavato all’interno da numerose gallerie. Qui incontriamo dei ragazzi che avevano ravanato nella boscaglia sottostante col metaldetector alla ricerca di reperti. Hanno trovato parecchia roba: schegge, pezzi di bombe, una scarpa con le “brocche”, pallettoni di shrapnel, cartucce e cartuccere coi proiettili.
Munizioni e oggetti vari; pallettoni di Shrapnel
Caricatore di fucile con munizioni; scarpone con la suola con "brocche" (chiodi)
Esplorazione delle gallerie del Cappello di Pulcinella
Ritorniamo sul sentiero e riprendiamo la salita per un
ripido e selvaggio vallone che ci conduce alla entrata di una serie di incredibili gallerie. Rapide scalinate scavate nella roccia salgono lungo il fianco della montagna. All’uscita su una cengia, la
Bocca del Leone, ecco uno
spettacolare frontone con delle iscrizioni della 160a e 33a compagnia.
Cappello di Pulcinella: è il picco roccioso a sx
Gamella per il rancio; scatolame, ancora numerosissimo sui sentieri
Le scalinate scavate nella roccia dentro la montagna
Il frontone presso la Bocca del Leone
Le lunghissime scalinate nella roccia
Ripida scalinata verso il pozzo
Mettiamo le
giacche e accendiamo le pile frontali sui caschetti. Saliamo ancora per ripide e scivolose scalinate scavate nella roccia, da cui percola acqua, per fortuna un cordino di sicurezza aiuta non poco.
Arriviamo al cartello “Uscita 122”, che ignoriamo, avventurandoci nel buio più assoluto per una ripida galleria che sembra non finire mai.
Le scalinate terminano e si inizia la salita su fondo ghiaioso e scivoloso, per fortuna c'è il cordino
Iscrizione posta ai bivi delle gallerie
Arriviamo a dei bivi, sempre nella più fitta oscurità appena rischiarata dalle pile frontali, che esploriamo parzialmente, evitando di oltrepassare dei cartelli di avviso “Pericolo, galleria crollata!”.
Emozionanti le iscrizioni dei reparti di ”zappatori” che hanno scavato i cunicoli. Arriviamo all’ennesimo bivio, con una grande
cisterna d’acqua con l’iscrizione “127 Compagnia Zappatori”.
La cisterna d'acqua con la targa "127 Compagnia Zappatori"
Esploriamo le ramificazioni secondarie
Alcune caverne si affacciano sulla vallata; vista verso Valmorbia Diverse ramificazioni sono interdette all'accesso perché pericolose per via dei crolli; posto di medicazioneIn alcuni tratti è un vero labirinto nel quale non è facile orientarsi
Alcune ramificazioni secondarie portano a caverne a postazioni affacciate su
impressionanti precipizi, con posti di medicazione, cucina, vedetta. Ci dirigiamo quindi al
“Pozzo della Carrucola”, abbastanza impressionante: è un budello verticale che pare sprofondare nel buio. Serviva per rifornire di materiali i soldati nelle gallerie. Per fortuna delle staffe e il cordino permettono di calare i
circa 15 metri nel pozzo senza troppe difficoltà.
L'angosciante "pozzo della carrucola", utilizzato per i rifornimenti
Il pozzo della carrucola, un budello di circa 15 m scavato nella roccia
Sul fondo c’è una caverna dalla quale si sbuca all’esterno, al di sotto delle ultime pareti verticali della cima del Corno Battisti. Con un traversone costeggiamo le rocce e con qualche zig zag si arriva alla
Selletta Battisti 1718, dove
Cesare Battisti e
Fabio Filzi furono catturati dagli austriaci, condotti a Trento e, dopo un sommario processo, impiccati due giorni dopo al Castello del Buonconsiglio come “traditori”. Due stele li ricordano nel luogo in cui furono catturati.
Veduta sulla Vallarsa dai pressi della cima del Corno Battisti
Visto verso il Roite (a sx), l'Alpe di Cosmagnon e la cima del Pasubio
Con il
sentiero 119B facciamo un bel traversone panoramico fino al
Passo del Menderle 1679, dove prendiamo il
sentiero 123 che ci conduce ad
una infame e lunga discesa su fondo sassoso fino al fondovalle. Dei camosci brucano pigramente sui costoni soprastanti, del tutto indifferenti al nostro passaggio. Impressionante (e misteriosa) la
quantità di scatolame arrugginito della Grande Guerra che si incontra tra i sassi del lunghissimo sentiero.
Dopo tanto tempo trascorso sottoterra in anguste e buie gallerie, finalmente dei fiori!
Il Corno Battisti visto dai pressi di Passo Menderle, sullo sfondo tra le nuvole il Carega
In conclusione, un giro veramente interessante e spettacolare, il
labirinto di gallerie dentro la montagna credo sia unico nel Trentino, è incredibile che non sia adeguatamente valorizzato almeno con una segnaletica appropriata e qualche tabella esplicativa come avviene nel vicino, frequentatissimo (ma molto meno spettacolare) M. Pasubio.
L'imbrago non è strettamente necessario, mentre
utili sono i caschetti per evitare numerose zuccate e
assolutamente indispensabili le pile per esplorare le gallerie altrimenti totalmente buie.
Sviluppo circa 12 km. dislivello circa 1000 metri.
Panoramica del Corno Battisti in primo piano: dietro il M. Zugna, sullo sfondo il Monte Baldo e il M. Altissimo
Il percorso