Inauguro la mia iscrizione a questo forum, che seguivo da visitatrice da diverso tempo, raccontandovi un bel giro sul Carega di una settimana fa
Il peso delle incombenze universitarie si faceva sentire così come la nostalgia per quelle zone, in cui avevo ricevuto il mio battesimo escursionistico circa un anno prima; perciò ho chiamato a raccolta i miei due fidati compagni di escursioni nonchè colleghi chimici e ci siamo regalati una giornata di ricarica spirituale sulle Piccole Dolomiti.
Il meteo, ultimamente impietoso, ha chiuso un occhio quel venerdì 24 giugno; al di là di un po' di nuvolaglia passeggera di routine non abbiamo avuto spiacevoli sorprese temporalesche durante la giornata.
Partiamo verso le 7:30, dopo aver recuperato il terzo compare alla stazione di San Bonifacio (VR) e ci dirigiamo verso l'alta Val d'Illasi, in particolare verso Giazza, imboccando poi la strada forestale che conduce al
Rifugio Revolto (1336m).
Lasciata l'auto a bordo strada (è una gomma a terra quella?) ci carichiamo gli zaini in spalla e ci avviamo al rifugio lungo i tornanti della strada forestale, riuscendo comunque ad evitarli tutti tagliando per un sentiero che li attraversa.
Dal rifugio, a sud-est il sole già caldo ci dà il benvenuto (clicca per ingrandire)Arriviamo al Revolto in pochi minuti; da qui imbocchiamo il
sentiero 186 in direzione nord verso il
Rifugio Passo Pertica (1530m). Poco prima di arrivare troviamo un tratto di strada chiusa, sorvegliata da un uomo, dove notiamo alcuni massetti franati dalla parete alla nostra sinistra; ci viene detto che possiamo comunque passare, purché non perdiamo tempo, in quanto un suo collega sta facendo franare la parte più instabile della parete per risparmiare pericolose sorprese agli incauti escursionisti di passaggio. Così facciamo, seppure un poco contrariati, e in breve scorgiamo il rifugio.
Qui incontriamo diverse persone che si cimenteranno nella
ferrata 183 Giancarlo Biasin, che si ricollega al percorso delle creste.
Noi però ci accontentiamo di tenere i piedi ben piantati a terra, giocoforza l'inesperienza mia e di uno dei miei compagni, perciò dopo esserci cosparsi a dovere di crema solare ci avviamo per il
sentiero 108, che si rivelerà il piatto forte della giornata.
Lungo il sentiero 108 i mughi profumatissimi abbracciano il sentiero con le loro radiciIl caldo afoso è solo raramente spezzato da qualche soffio di brezza fresca che ci arriva alle spalle, tuttavia la bellezza del panorama e il profumo dell'aria rendono il nostro passo più lieve.
L'ultimo tratto si rivela piuttosto impegnativo; dobbiamo infatti risalire un ripido ghiaioncino stretto tra i mughi. Con passo tranquillo saliamo senza fretta, raggiungendo infine la
Costa Media.
Ecco a destra Cima Tibet (2098m), che deve il suo nome alle caratteristiche bandiere di preghiera tibetane che la decoranoQui facciamo una pausa; ne approfitto per tirare fuori la reflex e immortalare i dintorni.
Guardando verso il vallone di Campobrun, si scorge tra le nuvole il Rifugio Scalorbi (1767m)
Individuo già Cima Carega (2259m), seconda da destraIn questa zona abbondano le stelle alpineProseguiamo per il
sentiero 108, lungo quello che è comunemente chiamato il percorso delle creste, diretti al
Rifugio Fraccaroli (2238m).
Uno dei miei compari si diverte a conquistare ogni vetta del percorsoEcco ancora l'alpe di Campobrun ed il Rifugio ScalorbiFinalmente raggiungiamo il
Rifugio Fraccaroli (2238m); lasciati gli zaini al rifugio saliamo verso
Cima Carega (2259m).
Non posso mancare di portare con me la mia fedele Nikon per scattare qualche foto dalla vetta.
Il Rifugio Fraccaroli visto da Cima CaregaRipercorro con lo sguardo il sentiero da cui siamo arrivatiC'è chi esplora i dintorni......e chi approfitta dell'unico lembo d'ombra per riposareIo nel frattempo mi riempio gli occhi ed il cuore di questi panorami di cui sentivo una bruciante nostalgiaRecuperati gli zaini ci rifocilliamo e recuperiamo le energie.
Ripartiamo quindi ridiscendendo il
Vallone della Teleferica via
sentiero 108/b e ci allacciamo alla
strada militare/segnavia 109.
Mi guardo alle spalle per cogliere il saluto serale del sole alle MontagneLasciamo infine la mulattiera per imboccare il
sentiero 190 verso il
Rifugio Revolto.
Il bivio: sentiero 190 (a sinistra) e sentiero 109 (a destra)Arrivati a destinazione. Il click dello scatto è il mio saluto al sentiero appena percorsoCon le gambe più pesanti ed il cuore più leggero torniamo alla macchina; ahimè, ci eravamo dimenticati della gomma a terra... Pazienza! I Tre Moschettieri rimediano rapidamente all'inconveniente, e si riparte infine verso casa.
Lascio a malincuore questi luoghi splendidi, ormai impressi a fuoco nella mia anima, e nell'attesa di ritornarvi mi accontenterò di assaporarne i vividi ricordi che mi hanno donato.
Lunghezza percorso: circa 20km
Dislivello in salita: circa 1000m