Oggi Ho tentato l'ascesa ai tre "sconosciuti" del Pasubio occidentale.
Ho passato ore a documentarmi, cercare relazioni, foto, testi..mi rimane un check in biblioteca al CAI per vedere le relazioni di Pieropan ma è molto probabile sentendo proprio il CAI locale che Campanili e Cherle siano inviolati, questultimo almeno fino ad oggi.
Ho seguito il percorso di Gaby salendo da maso Perruca seguendo prima la forestale e poi la mulattiera militare.. quindi non sto qui a ri-relazionarvi il percorso, lavoro già fatto ottimamente da Gaby; unica nota, sono arrivato a Passo Lomo tentando la discesa dall'omonimo vallone per la Val Prigioni con il risultato che dopo 10 minuti sono tornato indietro facendo il percorso d'andata a ritroso...il vallone è tutto franato, la traccia è praticamente scomparsa e si cammina su ghiaia su pendenze molto pericolose.
Ma veniamo alle cime
- Monte Dietro il Gasta: è raggiungibile per traccia non segnata semisparita dal bivio che svincola secco a sinistra su tornante dalla fine dello zigzag di tornanti che caraterizza l'avvicinimento al monte stesso. Sullo svincolo è presente un bollo rosso su roccia. Poi per cresta si arriva alla vetta (delle tre cimette, quella piu a sud con ometto è la piu alta); io sono salito deviando al bivio sbagliato (prima dello zigzag) che porta a punti di osservazione in legno (ancora perfettamente conservati) risalendo fievoli tracce presumibilmente di ricognitori su un faticoso vallone, la traccia giusta l'ho usata al ritorno.
- Campanili: due torri gemelle, due guglie inaccessibili se non forse alpinisticamente da sud ma con gradi tra il 5 e il 7 strapiombante; personalmente ho cercato parecchio ma non ho trovato relazioni, ho chiesto anche ad alpinisti che frequentano il Pasubio ma anche loro mi hanno detto di non sapere nulla, quindi la presunzione che siano inviolati è molto alta. Io ovviamente ho evitato il suicidio e ho proseguito verso la terza cima.
- Cherle: eccola qua, maledetta..lasciati i Campanili ho iniziato ad intravederla e anche qui la tentazione di tornare indietro e lasciar perdere era molto alta, ovest e sud sono pareti verticali che demotivano l'ascesa a questo monte bicorno. Essendo partito alle 13 avendo avuto solo mezza giornata a disposizione la tentazione di tornare indietro era forte, ma lo studio sul Kompass e sul gps mi hanno spinto a tentare un accesso da est, molto vicino alla mulattiera che porta a Passo Lomo. Arrivo al punto studiato e un'intricato labirinto di mughi mi demotiva ancor di piu..giro, rigiro...ce un canalino piuttosto insidioso tutto terra e roccia friabile (esposto ad nordest), ma si..ogni lasciata è persa..la vetta è a 40m..50 al massimo secondo il gps...
Imbrago con dadi, corda da 40, caschetto e via...frana tutta la terra bagnata, le rocce sono cracker, sto per mollare, vedo delle radici buone, tengono...salgo spingendo a tutta forza e mi stravacco su dei mughi...dietro di me una bella palata di terra e rocce da dove sono partito. Supero i mughi scavalcandoli e trovo roccia viva, buona, 15m di II grado senza ancora usare corde. Ancora mughi intricatissimi...azz sono in vetta non posso mollare.
Li supero strappando pantaloni e naso...ci sono!
Sono sulla cima est (il Cherle ha due corni anzichè una cima), il gps dice che è piu alta la ovest ma sembra piu bassa a vederla da dove sono io. L'altro corno da dove sono io è irraggiungibile..la discesa sarebbe una calata di 35/40m, quindi due doppie con la mia corda ma la roccia è burrosa..provo ad incastrare un paio di nuts..buonanotte.
Mi accontento di uno dei due corni, inizioa guardarmi in giro sulla cima pratorocciosa..nulla..un ometto, resti militari, tracce di calpestato, rami rotti..sembra proprio come mamma l'ha fatta sta cima. Se qualcuno è salito l'ha fatto decenni e decenni fa, dubito i soldati del 15/18, troppo severa la salita. Mi godo l'esile vetta e costruisco un ometto sotto il quale lascio un messaggio (mi mangio le mani a non avere con me un contenitore per lasciare il libro di vetta, con me tengo sempre un quaderno qualora qualche libro di vetta delle cime in cui vado fosse terminato, però non posso lasciare un quaderno di carta senza essere protetto, marcirebbe nel giro di una settimana e purtroppo quei contenitori a tubo che usano per i libri di vetta non ho ancora capito dove comprarli)
È tardi, inizio la discesa, i passaggi di II li supero agevolmente con i cordini..il camino iniziale è più complesso, avendo fatto franare un po' di terreno mi trovo a fare una doppia da 15 m allestendo una sosta sulle forti radici che mi hanno aiutato nella progressione all'andata (il cordino in kevlar rimasto è il mio). Costruisco un ometto all'attacco ed inizio a fare rientro arrivando alla macchina con la luce frontale da quasi un'ora.
Non ho idea se il Cherle fosse incontaminato come appariva, il dubbio rimarrà sempre..di certo la sensazione in vetta non ha avuto paragoni con tutte le altre cime salite.