Autore Topic: [PASUBIO] Escursione sul Pasubio Occidentale: Piano - Stadel - Cima Palon  (Letto 51855 volte)

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Offline PassoVeloce

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Ciao Passo Veloce ho letto molte volte i tuoi interventi e per me è un piacere risponderti. Sì sono andata da sola perché non sapevo se arrivavo veramente oppure se dovevo fare dietro front. Tuttavia mi capita di girare da sola perché è più facile organizzarsi (tempo disponibile, mete da raggiungere, passo troppo veloce degli altri  :'( :'( :'(). A volte sono io che ho bisogno  di "ascoltare" il mio passo, il mio respiro, essere in simbiosi con la natura.
P.S. Durante il mio giretto di ricognizione della settimana scorsa, rientrando (sulla forestale per Piano) è uscito l'arcobaleno e mi è sembrato bellissimo
Apperò complimenti!!  ;) Io ormai vado da sola unicamente in MTB o per fare qualche giro in zona che conosco...però ormai con sta storia degli orsi che sono ovunque ho veramente il terrore a pensare di trovarmelo davanti  :o  :'(

Offline marziavr

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Ecco questo giro non l'ho mai fatto ....
grazie per le dettagliate info e foto ....

Offline gabi

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Apperò complimenti!!  ;) Io ormai vado da sola unicamente in MTB o per fare qualche giro in zona che conosco...però ormai con sta storia degli orsi che sono ovunque ho veramente il terrore a pensare di trovarmelo davanti  :o  :'(
Girare da sola in montagna non mi fa paura, anzi sono più prudente e, se non ci sono le condizioni, so rinunciare  :'( :'( :'(. Una volta sola mi è capitato di avere paura, molta paura. Era da poco successo quel fattaccio sulla Maiella (http://archiviostorico.corriere.it/1999/gennaio/29/Ergastolo_killer_della_Maiella_co_0_9901292925.shtml) ed ero dalle parti del M.Corno Battisti (Vallarsa). Salivo in silenzio e sentivo alle spalle un rumore che sembrava quello di una persona che sta ansimando per una salita ripida. Sentivo la presenza di qualcuno ma non lo vedevo. Camminavo e sostavo, ma niente. Ad un certo punto mi sono fermata per vedere chi fosse. Non era una persona ma un povero camoscio spaventato a cui avevo tagliato la via di fuga ;D ;D ;D.

Offline PassoVeloce

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Non era una persona ma un povero camoscio spaventato a cui avevo tagliato la via di fuga ;D ;D ;D.
beh cmq in effetti c'è da aver più paura delle persone...visti i matti che girano di questi tempi non si sa mai chi si trova  :-X ..qualche eremita allupato!  :o ;D

Offline gabi

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Ops  :-[ :-[ :-[, rileggendo la mia relazione ho trovato un errore. Chiedo scusa.
Errata corrige: ...Da quota 1400 circa, il sentiero risulta essere molto panoramico ed appagante: in basso la splendida Val delle Prigioni, a sinistra i Campanili e il Cherle e in alto (proprio davanti) i magnifici Roccioni della Lora, sotto i quali si passerà poi.

Navigando un po' ho trovato qualche altra informazione
http://www.laraste.it/recoaro/itinerario-montagna.php?id_i=3&i=MONTE%20PASUBIO%20:%20Teatro%20della%20Prima%20Guerra%20Mondiale.
L'itinerario è percorso però a ritroso. Segnalo che risalendo il valloncello o boale, la vecchia mulattiera di guerra non è evidente all'inizio perché coperta da vegetazione

Offline Jader

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Ciao a tutti, riprendo il post per sapere, non trovando relazioni online e sentieri sul gps, se qualcuno ha mai raggiunto le sommità del Monte dietro Gasta, Cherle e Lora, ovvero la parte ovest del Pasubio.
Jader
"L’alpinismo è salire per la via più facile alla vetta, tutto il resto è acrobazia" (cit. B.Detassis)

Offline AGH

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Io ho battuto in parte ovest Pasubio oltre una certa quota; Corno Battisti, M. Testo e ho traversato l'Alpe di Cosmagnon. Ma non ho mai fatto il Cherle o la Val di Lomo
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Offline danj

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Ciao! Puoi trovare le tracce sia sulla Kompass on line come pure su OSM... e poi la relazione di Gabi è dettagliatissima! Buone montagne!
http://www.kompass.de/touren-und-regionen/wanderkarte/#lat=46.04639517160762&lon=11.651259747924758&z=14&s=KOMPASS%20Touristik
https://www.openstreetmap.org/#map=14/45.7818/11.1439

Offline Jader

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Grazie AGH, credo rischieró un escursione quando beccheró la giusta occasione meteo/riposo

Danj ma Gabi sembra le abbia solo aggirato e non sia arrivato sulle cime. :)
Jader
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Offline Jader

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Oggi Ho tentato l'ascesa ai tre "sconosciuti" del Pasubio occidentale.
Ho passato ore a documentarmi, cercare relazioni, foto, testi..mi rimane un check in biblioteca al CAI per vedere le relazioni di Pieropan ma è molto probabile sentendo proprio il CAI locale che Campanili e Cherle siano inviolati, questultimo almeno fino ad oggi. :)

Ho seguito il percorso di Gaby salendo da maso Perruca seguendo prima la forestale e poi la mulattiera militare.. quindi non sto qui a ri-relazionarvi il percorso, lavoro già fatto ottimamente da Gaby; unica nota, sono arrivato a Passo Lomo tentando la discesa dall'omonimo vallone per la Val Prigioni con il risultato che dopo 10 minuti sono tornato indietro facendo il percorso d'andata a ritroso...il vallone è tutto franato, la traccia è praticamente scomparsa e si cammina su ghiaia su pendenze molto pericolose.

Ma veniamo alle cime

- Monte Dietro il Gasta: è raggiungibile per traccia non segnata semisparita dal bivio che svincola secco a sinistra su tornante dalla fine dello zigzag di tornanti che caraterizza l'avvicinimento al monte stesso. Sullo svincolo è presente un bollo rosso su roccia. Poi per cresta si arriva alla vetta (delle tre cimette, quella piu a sud con ometto è la piu alta); io sono salito deviando al bivio sbagliato (prima dello zigzag) che porta a punti di osservazione in legno (ancora perfettamente conservati) risalendo fievoli tracce presumibilmente di ricognitori su un faticoso vallone, la traccia giusta l'ho usata al ritorno.

- Campanili: due torri gemelle, due guglie inaccessibili se non forse alpinisticamente da sud ma con gradi tra il 5 e il 7 strapiombante; personalmente ho cercato parecchio ma non ho trovato relazioni, ho chiesto anche ad alpinisti che frequentano il Pasubio ma anche loro mi hanno detto di non sapere nulla, quindi la presunzione che siano inviolati è molto alta. Io ovviamente ho evitato il suicidio e ho proseguito verso la terza cima.

- Cherle: eccola qua, maledetta..lasciati i Campanili  ho iniziato ad intravederla e anche qui la tentazione di tornare indietro e lasciar perdere era molto alta, ovest e sud sono pareti verticali che demotivano l'ascesa a questo monte bicorno.  Essendo partito alle 13 avendo avuto solo mezza giornata a disposizione la tentazione di tornare indietro era forte, ma lo studio sul Kompass e sul gps  mi hanno spinto a tentare un accesso da est, molto vicino alla mulattiera che porta a Passo Lomo.  Arrivo al punto studiato e un'intricato labirinto di mughi mi demotiva ancor di piu..giro, rigiro...ce un canalino piuttosto insidioso tutto terra e roccia friabile (esposto ad nordest), ma si..ogni lasciata è persa..la vetta è a 40m..50 al massimo secondo il gps...

Imbrago con dadi, corda da 40, caschetto e via...frana tutta la terra bagnata, le rocce sono cracker, sto per mollare, vedo delle radici buone, tengono...salgo spingendo a tutta forza e mi stravacco su dei mughi...dietro di me una bella palata di terra e rocce da dove sono partito. Supero i mughi scavalcandoli e trovo roccia viva, buona, 15m di II grado senza ancora usare corde. Ancora mughi intricatissimi...azz sono in vetta non posso mollare.

Li supero strappando pantaloni e naso...ci sono!
Sono sulla cima est (il Cherle ha due corni anzichè una cima), il gps dice che è piu alta la ovest ma sembra piu bassa a vederla da dove sono io. L'altro corno da dove sono io è irraggiungibile..la discesa sarebbe una calata di 35/40m, quindi due doppie con la mia corda ma la roccia è burrosa..provo ad incastrare un paio di nuts..buonanotte.
Mi accontento di uno dei due corni, inizioa guardarmi in giro sulla cima pratorocciosa..nulla..un ometto, resti militari, tracce di calpestato, rami rotti..sembra proprio come mamma l'ha fatta sta cima. Se qualcuno è salito l'ha fatto decenni e decenni fa, dubito i soldati del 15/18, troppo severa la salita. Mi godo l'esile vetta e costruisco un ometto sotto il quale lascio un messaggio (mi mangio le mani a non avere con me un contenitore per lasciare il libro di vetta, con me tengo sempre un quaderno qualora qualche libro di vetta delle cime in cui vado fosse terminato, però non posso lasciare un quaderno di carta senza essere protetto, marcirebbe nel giro di una settimana e purtroppo quei contenitori a tubo che usano per i libri di vetta non ho ancora capito dove comprarli)

È tardi, inizio la discesa, i passaggi di II li supero agevolmente con i cordini..il camino  iniziale è più complesso, avendo fatto franare un po' di terreno mi trovo a fare una doppia da 15 m allestendo una sosta sulle forti radici che mi hanno aiutato nella progressione all'andata (il cordino in kevlar rimasto è il mio).  Costruisco un ometto all'attacco ed inizio a fare rientro arrivando alla macchina con la luce frontale da quasi un'ora.
Non ho idea se il Cherle fosse incontaminato come appariva, il dubbio rimarrà sempre..di certo la sensazione in vetta non ha avuto paragoni con tutte le altre cime salite.  :)

« Ultima modifica: 22/09/2017 01:07 da Jader »
Jader
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Offline AGH

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Bellissimo! Chiaramente sono a cime per me fuori portata, ma apprezzo molto anche il ravanaggio alpinistico :) grazie per la condivisione!

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Offline DDT

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Tanti tanti complimenti Jader!
Esplorazione pura e credo grandissima soddisfazione!

PS per i libri di vetta io uso i contenitori in metallo delle bottiglie di whisky o simili, se conosci qualche bar serale puoi chiedere.

Offline AGH

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Ma i tubi di plastica li trovi nelle cartolerie tecniche

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Offline Jader

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Impagabile la soddisfazione..! Spero di riuscire a scovarne (e a salirne) altre!

Avevo pensato ai tubi per i disegni in cartoleria ma sono lunghi (e ulteriormente allungabili)..avevo pensato anche ai contenitori per la posta pneumatica ma credo siano introvabili! :o

le lattine dei liquori sono una genialata... :)
Jader
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Offline Jader

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Un aggiornamento sul completamento di questo piccolo sottogruppo.
 Verso la fine di febbraio dopo un discreto inverno passato aD assaporare i vaji innevati delle piccole Dolomiti, mi butto in esplorazione nella val di Piazza (parallella alla Val di Lomo) dove effettuo un paio di ascese alle cime Menderle e Ciorle con l’obbiettivo primario di trovare una via “di ghiaccio” che parta dalla vallata e da nord risalga la Campanili. I vaji sono molto ripidi, con scarso innevamente e alla fine ha pareti lisce che portanl a creste affilate.

Demotivato vado verso la macchina parcheggiata a Raossi e do un’ultima occhiata alla cima..e baciata dal sole spunta una docile e stretta dorsale da nord-ovest.
Come poteva essermi sfuggita?

Mi organizzo e studio la via sul sentiero che non appare poi cosi docile con pendenze tra il 60 e 70% e con un amico mi avvio con attrezzatura alpinistica per la mulattiera che parte dal Maso Perrucca e risale tutta la val Prigioni.
Alla sella che divide il monte Stadel dal mio obbiettivo cerco l’aggancio e vedo un evidente freccia arancione che mi spiazza; ero fortemente convinto che la Campanili fosse inviolata come la vicina Cherle o che comunque avesse una minima traccia..e invece mi trovo un sentiero su trincea perlopiu intuibile che, seppur con zero frequentazione e il divoramento dello stesso da parte del bosco, porta alla dorsale ovest.

Finita la trincea si apre con fievole traccia e quindi evidente sverginamento alpinistico della montagna, la ripidità si accentua e a strapiombo sulla parete nord si notano due postazioni di artiglieria con ingresso manufatto in cemento e bassorilievo con simbolo della compagnia, perfettamente intatti, una distante un centinaio di metri dall’altra in altezza. Risaliamo la dorsale in conserva per l’impossibilità di proteggersi adeguatamente altermando brevi tratti rocciosi a lunghi pendii erbosi dove arrqmpichiamo letteralmente su ciuffi d’erba (ben saldi) notando sempre tracce antiche di presenza umana.

L’ambiente seppur erboso è molto aereo e superata la seconda postazione raggiungiamo la stretta cima dove è presente un albero e i resti di una bandiera scolorita (presumibilmente rossa con un simbolo indecifrabile dall’usura). La cima raggiunta ha qualche metro in piu della gemella a pochi passi ma inaccessibile. Soddisfatti dalla conquista anche se speravamo esser i primi a profanarla, iniziamo una lunga discesa in disarrampicata effettuando solo una corda doppia in clessidra (cordino lasciato) sfruttando l’albero di vetta per poi scendere “a gambero” per la stessa via. Giunti alla base della parete ripercorriamo trincea e mulattiera fino al parcheggio.
La cima, ovviamente occupata in periodo bellico, conta sicuramente pochissime ripetizioni vista la qualità della traccia ma probabilmente è stata perlopiu battuta da storici (lo stato delle postazioni è veramente quasi perfetto) che da alpinisti.

Com questa cima completo le 63 vette (guglie escluse) del supergruppo delle Piccole Dolomiti, impresa compiuta in tre anni.
« Ultima modifica: 17/07/2018 10:14 da Jader »
Jader
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