« «Primo sempre ai cimenti, personificazione vera delle più elette virtù militari, con alto spirito di sacrificio, di abnegazione e di coraggio pose piede per primo sulla insidiosa e inaccessibile vetta di Monte Corno. Con una scalata che ebbe del prodigioso, e che solo quattro dei suoi arditi poterono con lui superare, sotto i vigili occhi delle vedette nemiche, riuscì audacemente a piombare sul numeroso presidio col quale ingaggiò violento corpo a corpo. Nessuno dei nemici fu salvo, i più furono uccisi, e nella mischia rotolarono giù nei dirupi: sei ne catturò compreso l’ufficiale comandante di presidio. Fattosi poscia seguire da forte nucleo dei suoi, si affermò saldamente sulla posizione». Monte Corno 13.5.918 Disp.46 del 26 luglio 1918. »
Motivazione al confermento al tenente Carlo Sabatini della medaglia d'oro al valor militareIl
Monte Corno Battisti è una modesta cima (1778 m.s.l.m.) del massiccio del Pasubio che incombe con la sua mole sui sottostanti paesi di Valmorbia e Anghebeni.
Come nel resto del gruppo montuoso anche su questa vetta sono numerosissime le testimonianze e le fortificazioni risalenti al primo conflitto mondiale, in particolare come evidenziato dal suo nome alle vicende legate al noto irredentista trentino Cesare Battisti.
Negli anni recenti il sistema di gallerie scavato nella montagna è stato riportato alla luce grazie al lavoro di numerosi volontari ed il sentiero attrezzato che le percorre è stato intitolato dalla SAT di Rovereto a Franco Galli.
Numerosi sono i possibili accessi a questa cima, alcuni lunghi e faticosi altri meno: Pozzacchio, rif. Lancia, Anghebeni e Valmorbia, noi scegliamo di approcciarla da questo versante risalendo la Val di Grobe.
Parcheggiata l'automobile a
Valmorbia seguiamo le indicazioni per la
località Tezze dove giungiamo in breve, qui la strada si fa prima forestale poi ripido sentiero che risale direttamente la Val di Grobe (
n° 122).
La salita è dura e ripida ed il fondo composto da foglie e rami non aiuta di certo, finalmente dopo un paio d'ore sbuchiamo alla
Sella di Trappola dove gli alberi si aprono permettendo di spaziare sulle vette del Pasubio e del Carega.
Qui cominciano anche le prime testimonianze della Grande Guerra: qualche resto metallico, trincee invase da fogliame, alcuni ricoveri scavati nella roccia.
Il verticale 122
Alla sella di Trappola si apre la vistaAlla Sella il sentiero si unisce a quello proveniente da Anghebeni e da Cà d'Austria (n° 122B), si segue l'indicazione Corno Battisti e superato un altro breve strappetto si giunge all'inizio del tratto attrezzato.
Vista verso la VallagarinaVista verso il gruppo del CaregaCi imbraghiamo e risaliamo due brevi caminetti attrezzati con cordino metallico, entriamo nella prima postazione scavata nella roccia e quindi un terzo breve tratto verticale con cordino prima di giungere al famoso
Cappello di Pulcinella.
A qualcuno tocca quasi andare a carponi, altri invece...Seguiamo le indicazioni e risalita una scalinata attrezzata ed un ballatoio entriamo nelle postazioni italiane della Grande Guerra, numerose ampie finestre permettono di apprezzare la vista sulla Vallarsa mentre quelle aperte verso la
"Spia della Vallarsa" sono quasi delle feritoie.
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Scalinata per il Cappello di Pulcinella | Finestra verso Valmorbia |
Superata una ampia sala sbuchiamo su un terrazzino panoramico da cui osserviamo il percorso che ci attende, inoltre da qui la vista spazia dalla Vallarsa allo Stivo, per poi allungarsi sull'Adamello e la Presanella ancora imbiancati di neve.
Le finestre della galleria del LeoneLe verticali pareti del monte CornoRitorniamo sui nostri passi e prima di proseguire verso il
Canalone Battisti deviamo e visitiamo anche i ricoveri scavati sotto al Cappello, qui il casco comincia a tornar utile vista la scarsa altezza della galleria.
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Ricoveri sottostanti il Cappello di Pulcinella | Resti |
Se si segue il sentiero la risalita del Canalone è semplice, però appena si appoggia il piede all'esterno della traccia le roccie cominciano a scivolare a valle.
Arrivati alla fine del ghiaione ecco la famosa scala che ci porta all'ingresso della galleria Bocca del Leone, indossata una maglia ed accese le luci delle frontali risaliamo la sdrucciolevole, angusta e fredda galleria.
Questa galleria elicoidale fù ideata dall'alto comando italiano per poter realizzare una camera di scoppio sottostante alle fortificazioni austriache, esattamente come era successo sui vicini Denti del Pasubio.
Le compagnie di zappatori e minatori cominciarono a scavare la montagna nel febbraio del 1918 però, una volta realizzata la camera di scoppio (dove ora si trova la cisterna) e dopo averla pure "caricata", i piani strategici cambiarono e si decise di attaccare la cima con un colpo di mano a sorpresa.
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Fregio a ricordo della 33a Compagnia minatori e della 160a Compagnia zappatori | La scalinata di accesso alla galleria |
Nel caso si decidesse di uscire all'esterno dopo poco si incrocia una galleria con la ben evidente indicazione: "uscita", seguendola ci si ritrova sul sentiero che risale il Canalone. Noi invece proseguiamo ad esplorare il sistema di gallerie e continuiamo a salire. Una nuova galleria sulla sinistra riporta più volte le indicazioni: "Pericolo! Galleria crollata!", diamo un'occhiata ma subito torniamo in quella principale.
Arrivati alla cisterna con il
fregio 127a Compagnia zappatori (camera di scoppio della mina italiana) seguiamo le indicazioni e raggiungiamo il: "
Posto di medicazione", le ampie finestre permettono una splendida vista sulla valle dei Foxi.
Particolari delle gallerieRitornati al bivio ci dirigiamo verso il famoso
pozzo della carrucola (ancora infissa nella volta) facendo attenzione ai numerosi fittoni arrugginiti nel terreno.
Il pozzo a prima vista fa davvero impressione ma sporgendosi un poco si riesce a vedere la luce di una finestra alcuni metri sotto e lo smarrimento passa.
Verso il pozzo Pozzo delle carrucolaUsciti dal sistema di gallerie del sentiero
Franco Galli risaliamo in pochi minuti la cima del monte Corno Battisti dove ci fermiamo a lungo.
Monte Testo, Corno, Denti e Palon del PasubioDopo aver pranzato all'ombra di un albero raggiungiamo la
selletta Battisti, qui son posti i cippi che ricordano il luogo dove il 10 luglio del 1916 caddero prigionieri gli irredentisti Battisti e Filzi (assieme a numerosi altri alpini del Battaglione Vicenza), un'altra targa ricorda la medaglia d'argento al valor militare sottotenente Luigi Casonato morto durante il medesimo tentativo di conquista della cima del monte.
<<Esempio costante di fulgido valore militare, il 10 luglio 1916, dopo aver condotto all'attacco con mirabile slancio la propria compagnia, sopraffatto dal nemico soverchiante, resistette con pochi alpini fino all'estremo, finché - tra l'incerto tentativo di salvarsi volgendo il dorso al nemico, e il sicuro martirio - scelse il martirio. Affrontò il capestro austriaco con dignità e fierezza, gridando ripetutamente, prima di esalare l'ultimo respiro: Viva l'Italia! E infondendo così, con quel grido e con il proprio sacrifizio, sante e nuove energie nei combattenti d'Italia. (M. Corno di Vallarsa 10 luglio 1916)>>Motivazione al conferimento della medaglia d'oro al tenente Cesare BattistiDalla Selletta Battisti raggiungiamo in breve la
Bocchetta dei Foxi dove il bosco lascia spazio ai prati fioriti, ammiriamo lungamente il panorama e poi riprendiamo il cammino verso
malga Zocchi, all'epoca della Grande Guerra comando militare di zona austro-ungarico e primo luogo di prigionia del Battisti.
Pascoli di Malga ZocchiNatrice dal collare a caccia di giriniMalga Zocchi
Giunti all'affollata malga ci fermiamo giusto il tempo per bere una bibita, quindi seguiamo il
119B e saliamo in pochi minuti al
Valico del Menderle.
Monte SpilImbocchiamo il sentiero
123 verso Valmorbia e cominciamo a pentircene quasi immediatamente, si tratta infatti di una terribile mulattiera italiana che si avvita sotto le verticali pareti del monte Spil. Il sentiero è prima composto da sassi mobili che scivolano sotto la suola appena appoggiato il piede, quindi entrati nel bosco tocca fare attenzione al fondo coperto di foglie: è un attimo trovarsi doloranti con il sedere a terra
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Meglio sarebbe sicuramente stato se avessimo optato per allungare o verso Pozzacchio o verso il rif. Lancia (disponendo di un secondo mezzo in loco).
Finalmente rieccoci alle case di Tezze ed in breve a Valmorbia dove ci fermiamo a leggere, dipinti sulla parete di una casa, i versi con cui Montale rievocò la sua esperienza di militare in queste zone:
Valmorbia, discorrevano il tuo fondo
fioriti nuvoli di piante agli asòli
Nasceva in noi, volti dal cieco caso,
oblio del mondo.
Tacevano gli spari, nel grembo solitario
non dava suono che il Leno roco.
Sbocciava un razzo su lo stelo, fioco
lacrimava nell'aria
Le notti chiare erano tutte un'alba
e portavano volpi alla mia grotta.
Valmorbia, un nome, e ora scialba
memoria, terra dove non annotta.
Link alla relazione di JFT sull'escursione al monte Corno Battisti dal paese di Anghebeni:
http://girovagandoinmontagna.com/forums/index.php/topic,1892.msg39777.html#msg39777Per chi invece volesse maggiori informazioni sulla storia di questa cima:
http://www.comunemaranovalpolicella.vr.it/HTML/biblioteca-bcmv/webphoto/mte-corno/index-mtcorno.htm